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Don Marco Pozza e la prima parrocchia virtuale nascono a Calvene

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 17 Marzo 2012 alle 10:25 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 230, di Diana Saccardo

Cappellano di ergastolani, l’astemio don Spritz si avvicina ai ragazzi all’happy hour, fa il maratoneta e scrive: mercoledì esce “Contropiede. La vittoria è impossibile solo per chi non crede nei propri sogni”

Creativo e poliedrico, don Marco Pozza nasce il 21 dicembre 1979 a Calvene (VI) un piccolo paesino alle pendici del Monte Cengio e diventa sacerdote il 6 giugno 2004. Qui la photo gallery.

Dopo aver dedicato i primi tre anni del suo sacerdozio come vice-parroco in un quartiere alle porte di Padova, ha intrapreso gli studi per conseguire il dottorato in Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma: dal 17 settembre 2011 è Cappellano del Carcere Due Palazzi di Padova (sezione penale).

La sua “Parrocchia” è formata da 850 “anime” – la maggior parte ergastolani – ma non la cambierebbe con nessun’altra al mondo perché – come dice lui – «la vita di galera ti regala ogni giorno piccole soddisfazioni. Dietro le sbarre sto imparando ad amare sempre di più la vita e avere un pizzico di misericordia in più per l'uomo. Che rimane pur sempre un'opera d'arte: magari da restaurare ma pur sempre firmata da Lui».

Curioso interprete di un cristianesimo dell'innamoramento, esercita il suo sacerdozio nelle vesti inedite di scrittore, di giornalista e di sportivo. Ragione per cui – all'infuori delle sbarre del carcere – è quasi impossibile non trovarlo in viaggio per conto di Lui. Custode di una personalità dalla difficile interpretazione e gestione, tutto trova luce e ragione nel suo essere sacerdote innamorato della sfida che Dio ha posto sulle sue spalle.

Dall'inizio del suo sacerdozio sperimenta, attraverso le nuove forme di comunicazione, nuove modalità per entrare in contatto con i giovani e attuare un'evangelizzazione che questi possano sentire vicina: li incontra nelle piazze, nelle scuole, per le strade, nel suo blog online. Nasce allora “Don Spritz”, il giovane prete che (pur essendo totalmente astemio) si avvicina ai ragazzi nel loro mondo dell’happy hour, parla con loro, li coinvolge, li incuriosisce e in poco tempo la Chiesa si riempie di giovani. Nel 2008 parte l'avventura del sito www.sullastradadiemmaus.it, la prima parrocchia virtuale che  conta attualmente circa 1200 iscritti nella quale ognuno può trovare spazio per raccontarsi.

Le sue grandi passioni sono la scrittura e lo sport. Ha corso finora cinque maratone: la Maratona di Sant'Antonio 2009 (3h 02'56"), la Venice Marathon 2009 (2h 51'01"), la Maratona di Roma 2010 (2h 49'21"), la Maratona di Padova 2010 (2h 48'21") e la Maratona di New York 2010 (2h 48'58"). Il sogno resta infrangere il muro delle  2h40’. E conoscendolo sappiamo che ci proverà perché le sfide sono il suo pane quotidiano e se non ci riuscirà, come dice lui, «mi rimarrà la bellezza d'averci provato anche stavolta».

L’altra sua grande passione è scrivere: al suo attivo conta tre libri di cui due pubblicati presso la casa editrice ISG di Vicenza: il primo è stato "Asini dalle matite colorate", scritto con i ragazzi dell’Istituto Cavanis di Possagno, e con la prefazione di Alex Zanardi un grande dello sport che di lui dice: «Il mio amico don Marco possiede qualcosa che gli permette di vedere le farfalle nei posti giusti. Ciò che mi sorprende di lui è che non si stanca mai di puntare il dito per indicare i voli delle farfalle: spesso ci riesce e quando fallisce trova l’incredibile forza di ritentare».

Il secondo è un libro per addetti ai lavori: "DIRE DIO tra cocktail, graffiti e canto gregoriano" (2010) con la prefazione di Monsignor Giancarlo Maria Bregantini, Arcivescovo Metropolita di Campobasso.

Il terzo libro, uscito l’anno scorso, “Penultima lucertola a destra. La sconfitta è l’arma segreta dei vincitori”  edito dalla Marietti Scuole (aprile 2011) con la prefazione dell’amico Magdi Cristiano Allam:  «Comunicare riuscendo a conquistare i giovani è un dono degli eletti... Don Marco Pozza è un eletto. Inutile nascondere la mia personale ammirazione per don Marco, per me è sia un giovane controcorrente sia un sacerdote controcorrente. Quando sento don Marco parlare ai giovani e lo vedo in ascolto tra i fedeli, mi vengono subito in mente le parole di Paolo VI: «L’uomo moderno ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono testimoni».

Con questo libro don Marco ha girato tutta l’Italia da nord a sud incontrando migliaia di persone, ragazzi, nelle scuole, negli oratori, nelle chiese, nei teatri e nelle piazze. E con il semplice passaparola sono state vendute oltre 10.000 copie in soli quattro mesi: uno strepitoso successo definito dalla critica «un libro delicato ed inquieto, su cui la scrittura scivola rapida, incalzante, sotto la spinta di un’emozione antica… pensato per un mondo giovane e spigoloso, quello dei ragazzi del muretto».

Esce proprio mercoledì prossimo, 15 marzo, il quarto libro di don Marco: “Contropiede. La vittoria è impossibile solo per chi non crede nei propri sogni” (San Paolo 2012) con la prefazione di un altro campione dello sport, il campione olimpico di Pechino 2008, Alex Schwazer. Scrive Alex: «E' questa, assieme ad altre intuizioni appassionate, la prospettiva colorata che abita questo splendido romanzo del mio amico don Marco: lottare un centimetro alla volta per educare i ragazzi attraverso lo strumento meraviglioso dello sport. Basta un centimetro, a volte, per conoscersi meglio e scoprire le cose che davvero contano nella vita, anche se qualcuno all'inizio non immaginerebbe che lo sport potesse tanto. Contropiede non è soltanto una bella storia ma è sopratutto un invito giovane a credere nello sport come palestra per diventare uomini felici».

E anche questo libro farà sicuramente breccia nei cuori della gente perché è proprio con questo suo modo di comunicare, con il suo approccio diretto e poco ingessato e con la sua opera di evangelizzazione condotta nelle piazze dove va di moda l’aperitivo dei giovani che don Marco parla di Dio usando il linguaggio della strada per arrivare subito alla gente perché, dice lui.  «il Signore chiede di giocare fuori dalle navate delle Chiese, laddove la gente piange, spera e sogna di risalire la scarpata della vita». E don Marco condivide con tutti la sua pagina di sogni, speranza e coraggio perché lui è orgoglioso di continuare a credere in un’Italia che non smette mai di sognare!


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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