Quotidiano | Categorie: Chiesa

“Se a violentare è un prete, paga la Diocesi”. Don Graziani, portavoce di Mons. Pizziol, smentisce la "stampa": non c’è condanna, ma se reato fosse vero ferita supererebbe danno

Di Giulia Biasia Mercoledi 16 Marzo 2016 alle 23:37 | 0 commenti

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Dopo aver commentato per i lettori il titolo fuorviante apparso in prima pagina sul quotidiano locale ("Se a violentare è un prete, paga la Diocesi") perché non c'è ancora nulla di deciso né per don Gianni Baccega, accusato di aver molestato due sorelle nel 2008, né per la Diocesi che dovrebbe "pagare" per lui se sarà dichiarato colpevole nel processo che si celebrerà a ottobre, ci siamo sentiti in dovere di parlare con don Alessio Giovanni Graziani, portavoce del vescovo Pizziol e direttore dell'ufficio per le Comunicazioni Sociali del Vescovado di Vicenza, per conoscere la posizione della Diocesi a riguardo.

"Ancora quando ci è arrivata la notizia che la famiglia aveva denunciato don Gianni il vescovo ha divulgato una nota esprimendo la piena fiducia nell'operato della magistratura. Il vescovo ha preso delle misure cautelative come si fa in questi casi, ma non c'è stato da prendere alcun provvedimento, perché al momento della denuncia don Gianni era in pensione. Anzi, ho saputo che ci sono state manifestazioni di solidarietà e che i fedeli delle parrocchie nelle quali don Gianni ha operato sono increduli."
Quindi, per chiarezza e per fugare ogni dubbio, domandiamo: è vero che il Tribunale di Vicenza ha accettato la richiesta delle vittime di far pagare alla Diocesi il risarcimento, qualora per il sacerdote, se fosse dichiarato colpevole, non fosse possibile sostenere la spesa? "Il Tribunale ci ha informato, ma dobbiamo ancora capire perché ha giudicato ammissibile la richiesta della parte lesa perché come ben si sa in Italia la chiesa non è un'azienda e la diocesi non risponde, come in America, dei reati del singolo sacerdote. È vero che a Bolzano la diocesi è stata considerata responsabile dal Tribunale, ma ricordo che è un giudizio di primo grado e ci sarà certamente un appello, quindi il processo andrà per le lunghe. Noi, comunque, abbiamo fiducia nella magistratura e aggiungo che la nostra preoccupazione non è l'esborso economico o l'immagine. Se il reato fosse vero sarebbe una ferita non solo per le vittime, ma anche per la comunità ecclesiale."


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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