Don Andrea Gallo, io contro l'astensionismo
Sabato 27 Marzo 2010 alle 14:42 | 0 commenti
Don Andrea Gallo    Â
Riceviamo dalla rete il testo di una lettera inviata a Il Secolo XIX da don Andrea Gallo, un prete aderente ai movimenti e fondatore della Comunità di San Benedetto al Porto.
La pubblichiamo perché è un contributo di riflessione anche per il nostro territorio.
Appello contro l'astensionismo del fondatore della Comunità di San Benedetto al porto.
Che scrive: «Siamo di fronte a una caduta senza precedenti della democrazia»
di Don Andrea Gallo
Mai finora, ci siamo ritrovati con animo così turbato come oggi. Siamo di fronte, nel nostro bel Paese, a una caduta senza precedenti della Democrazia e dell'etica pubblica. La mia coscienza di uomo e di prete che intende coniugare coerentemente Fede e Impegno Civile è¨in difficoltà a prendere la parola. Dov'è¨la fede? Nelle crociate moralistiche?
Dov'è ¨la politica? Nei palazzi?
Dove sono i partiti? sempre più lontani.
Illecite operazioni dei Poteri occulti, monopolizzazioni private dei mezzi di comunicazione sociale, mancanze di risorse. E' regolare il conflitto di interessi. Alleanze segrete con le potenti Mafie in cambio della loro sempre più' capillare e garantita penetrazione economica e sociale.
Mito della governabilità a scapito della indispensabile funzione parlamentare delle rappresentanze; progressiva riduzione dello stato di Diritto a favore dello stato Padrone a conduzione tendenzialmente personale. Sconfinamenti di potere e tentativi sempre più' frequenti di imbavagliare la giustizia e piegarla a interessi privati, devastazioni del costume sociale attraverso corruzioni, legittimazioni dell'illecito. E' vera eutanasia della democrazia, siamo tutti corresponsabili, anche le istituzioni religiose.
Mi chiedo: è inutile andare a votare?
Come mai gli indecisi e gli indifferenti aumentano? Esiste una rete possibile di presidi, movimenti locali e di base, centri sociali, cantieri autonomi di sovranità , che potrebbero scegliere una democrazia insorgente, abbandonando rappresentanze formali e vuote: l'azione politica deve essere radicata nella specificità locale e nell'ambito della vita comune.
Auspico, da sempre, pur aderendo ai movimenti, che questi luoghi di resistenza non sottovalutino l'importanza delle prossime consultazioni regionali. Da parte mia, come Diogene, in questi giorni con la mia Lanterna andrò in giro a stanare i lontani, i dubbiosi, i delusi, gli arrabbiati e i benpensanti.
Care donne e uomini: è un dovere civico recarsi alle urne.
Per gli indifferenti, gli ignavi garantiti userò parole di Dante e di Gramsci. C'è chi difende il diritto al non voto. A mio avviso i diritti sono di tutti coloro che, con la vita, ci hanno donato la Costituzione repubblicana.
A noi tutti rimane l'impegno di lottare per una nuova cittadinanza verso istituzioni comunitarie partecipate, mirando a trasformare in modo nuovo l'esistente e il futuro. E' un delicato momento di transizione. Là c'è ancora una risorsa! Il "sito" è l'essere in comune dove gli umani possono incontrarsi, rovesciando i rapporti di potere. Il mio sofferto invito non è quello di tapparsi il naso. La risorsa consiste nella lista dei candidati. Contattiamoli, conosciamoli, interroghiamoli, con i nostri stimoli e contestazioni.
Personalmente dopo 45 anni di presenza sul territorio genovese e ligure ne conosco molti fortemente disponibili a impedire il nefasto avvento di un regime autoritario e decisi a combattere la tendenza a solidificare la rivolta in nuove forme di astrazione di dominio dell'Uno su molti. Ricordiamoci che ci guardano ansiosi tutti coloro, italiani e stranieri, che una condizione crescente di precarietà priva di luogo, di radice, di legame ad un ambiente riconosciuto e riconoscibile di vita.
Tantissime persone, non garantite, invisibili e senza potere, cui è stato sottratto, in senso letterale, il tempo futuro e con esso il respiro della speranza.
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