Domenico Cariolato, il vicentino di Garibaldi
Venerdi 6 Agosto 2010 alle 01:28 | 0 commenti
Io e Garibaldi: Domenico Cariolato e la sua fedele amicizia con l'Eroe dei Due Mondi
di Saverio Mirijello
Quella del vicentino Domenico Cariolato (1835-1910), uno degli oltre Mille volontari in camicia rossa guidati da Giuseppe Garibaldi e tra gli uomini di maggior fiducia dell'Eroe dei Due Mondi, è una vita da raccontare (nella foto il busto di Cariolato e Garibaldi).
Rimanendogli sempre al fianco, nelle ore gloriose come in quelle delle sconfitte più amare, e partecipando alle sue serie vicende personali, oltre a conquistarsi numerosi riconoscimenti di valore, Cariolato seppe infatti guadagnarsi una stima particolare da parte del generale nizzardo.
Domenico Cariolato nasce a Vicenza nel 1835. Ad appena 12 anni, durante l'assedio della città da parte delle truppe austriache del maresciallo Radetzky, salva dalla morte una madre e i suoi bambini: riceverà per questo atto eroico una medaglia al valor militare. Dopo la capitolazione della città , egli accorre in Lombardia schierandosi al fianco di Garibaldi durante la campagna del 1848-'49.
Sempre nel 1849 Cariolato prende parte all'insurrezione di Genova, combattendo valorosamente nella difesa della Repubblica Romana, tanto da ricevere in dono una daga d'onore che, al momento della resa, i Francesi gli concederanno di tenere in segno di riconoscimento.
Sul suo conto seguono anni di scarse e imprecise informazioni.
Alla vigilia dell'imbarco di Quarto lo ritroviamo a Genova: appena ventiquattrenne, Cariolato partecipa alla spedizione dei Mille. Dopo essersi distinto tra le camicie rosse, la sua già brillante carriera subisce un'accelerazione: dal 1862 Cariolato viene trasferito nell'Esercito regolare, entrando ufficialmente a far parte, dal 1866, del Reggimento "Lancieri di Milano".
Promosso Maggiore, egli tornerà ad indossare la camicia rossa garibaldina. Garibaldi assume nel 1866 il comando dei volontari nella campagna del Trentino e il fedele ufficiale si distingue a Bezzecca.
Nel 1867, quando Garibaldi punta su Roma, Cariolato è nominato colonnello e riceve l'incarico di recarsi nella Capitale dando un significativo contributo ai preparativi della campagna di Mentana, destinata a infrangersi contro il muro eretto dai Francesi.
La carriera militare e la difesa dei principi in cui crede riservano a Cariolato ancora una gloriosa appendice: nel 1870 è infatti uno dei comandanti della legione garibaldina che si batte contro i Prussiani per la difesa della Repubblica Francese e che libererà Digione. L'alto ufficiale vicentino lascia l'esercito nel 1872.
I titoli di merito e il credito personale acquisiti nei confronti di Garibaldi sono elevati al punto che, nel 1882, quando il Generale spira, Cariolato avrà con pochi intimi l'onore di depositarne nel feretro la salma.
Riposta la prestigiosa divisa militare, Cariolato si dimostra costantemente attivo sul piano politico nelle vesti di strenuo difensore dei fondamenti morali per i quali ha combattuto. Nel panorama cittadino il suo impegno va ben oltre la partecipazione alla discussione sui principali temi sociali: l'ex garibaldino sa infatti distinguersi attivamente e con la devota moglie Anna Maria Piccoli è per lungo tempo tutore dell'Asilo di Bertesina, inaugurato il 20 novembre 1870: l'istituto, creato con l'intento di accogliere figli di famiglie povere, diverrà un modello nel suo genere.
Domenico Cariolato trascorre l'ultimo periodo di vita a Roma, dove muore nel 1910, a 75 anni.
La sua è stata un'esistenza veloce e dai continui colpi di scena, anche se si tratta semplicemente della storia di un uomo che ha cercato di rimanere coerente con i propri valori fino in fondo.
Saverio Mirijello
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