Disgusto Tricom, Luc Thibault: il PM chiede 13 anni e il giudice assolve
Mercoledi 25 Maggio 2011 alle 00:30 | 0 commenti
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio di Tezze sul Brenta e Bassano del Grappa - Con il più profondo disgusto abbiamo accolto la sentenza con cui il giudice Deborah Di Stefano ha mandato assolti, poiché “il fatto non sussisteâ€, Zampierin, Sgarbossa, Battistella, titolari e direttore della Tricom, la nota fabbrica dei veleni di Tezze, responsabili della morte dei lavoratori dell’azienda che per anni hanno respirato, senza tutela alcuna le sostanze nocive presenti nel processo produttivo (foto d'archivio).
Il giudice, moglie di un imprenditore, ancora una volta assolve i responsabili!
Come al solito questo tribunale, nel suo gioco delle parti, (il PM chiede 13 anni e il giudice assolve), ha dimostrato fino in fondo la propria natura di tribunale al servizio dei padroni.
Non è bastata la duplice richiesta di archiviazione, il cambio completo di giudici e PM, il rito abbreviato e a porte chiuse con lo sconto di un terzo della pena, la sentenza del processo civile e del processo per disastro ambientale di Cittadella che condannavano gli imputati.
Il giudizio di questo tribunale è una vergogna, che uccide una volta di più i lavoratori della Tricom e umilia i loro familiari.
Questa è una sentenza storica e ignobile che, mentre assolve i padroni imputati, condanna il tribunale alla propria infamia.
Alla notizia dell’assoluzione, è esplosa la rabbia dei lavoratori presenti con lancio di uova contro il tribunale e slogan gridati durante il corteo fino alle piazze di Bassano, mentre alla chetichella e di nascosto come ladri, giudici e avvocati si sono allontanati “per porte secondarie†dalla scena del delitto, lasciando alle forze dell’ordine il compito di sgomberare la piazza.
Una sentenza che rende completa impunità (il fatto non sussiste) ai padroni, che ora possono continuare ad avvelenare non solo i lavoratori, ma anche l’ambiente e i cittadini che lo abitano.
Questa sentenza è un mandato reso ai padroni per uccidere nuovamente in nome del profitto.
Ma è anche, per quanto ci riguarda, un segnale preciso di resistenza e di lotta rivolto ai lavoratori e ai cittadini consapevoli una volta di più che questa società , fondata sul profitto, è una società di avvelenamento e di morte.
La nostra lotta è la lotta di tutti!!!
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