Discorso di Variati per la Festa della Polizia locale, oggi alle 18 in piazzale della Vittoria
Venerdi 10 Giugno 2011 alle 23:34 | 0 commenti
Saluto il Signor Prefetto dott. Melchiorre Fallica, il Signor Questore dott. Angelo Sanna, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, col. Michele Vito Sarno, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, col. Antonio Morelli e attraverso loro tutte le donne e gli uomini delle Forze dell’Ordine che, giorno dopo giorno, vegliano sulla nostra città (foto VicenzaPiù).
Un saluto a tutte le autorità presenti, civili e militari, un saluto ai cittadini, un saluto all’assessore Antonio Marco Dalla Pozza che segue le complesse problematiche della sicurezza urbana, al presidente del consiglio comunale dott. Luigi Poletto, ma consentitemi un saluto particolare al sig. Comandante della Polizia Locale di Vicenza avv. Cristiano Rosini e attraverso Lei, signor Comandante, a tutti gli ufficiali, sottoufficiali, donne e uomini della polizia Locale di Vicenza nel 183° anniversario della fondazione di questo glorioso corpo, che ormai da quasi 2 secoli è al servizio leale della città , a fianco dei cittadini.
Ma il 10 giugno è anche altro. E’ una data storica per la nostra città : è la data che ricorda una grande e dolorosa battaglia combattuta nel 1848 nel nome di una speranza di italianità che imperniava gli animi delle giovani generazioni di allora disposte a combattere su questo monte e nelle barricate in città sotto la bandiera tricolore.
Quella stessa bandiera che è divenuta l’emblema della città e che ancora oggi ci rappresenta ed è presente con gli onori dovuti anche questa sera.
Non è un caso quindi che nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la festa del 10 giugno, da tempo celebrata nella sede della PL, avvenga quest’anno qui, nel piazzale della Vittoria di Monte Berico. Ha il valore simbolico di aprire di più e meglio questa celebrazione ai cittadini. Ha anche il significato di un impegno, quello di rilanciare, per i prossimi anni, il 10 giugno come grande festa civile della nostra Vicenza.
Oggi più che mai, una festa della città assume un significato non puramente simbolico, ma centrale.
Perché, che cos’è la città ?
Nella catena dei poteri e delle responsabilità della Repubblica il Comune è l’anello finale, il più prossimo ai cittadini. Ma purtroppo è anche l’ente che ha sempre meno risorse, sempre meno strumenti, meno capacità di decisione autonoma, perché disposizioni europee, leggi e regolamenti dello Stato, leggi e regolamenti della Regione, delibere provinciali, tutti danno disposizioni, regole, impongono vincoli alle autonomie locali. Purtroppo si scaricano da anni anche tagli delle risorse, mentre, allo stesso tempo, sui comuni grava la responsabilità di affrontare e gestire problemi vecchi e problemi nuovi.
La recente vicenda dei profughi dal nord africa è emblematica.
Ma un altro esempio riguarda proprio la polizia locale e in genere il settore della sicurezza.
Il Sig. Questore e i comandanti presenti sanno quanto difficile sia, giorno per giorno e notte per notte, lavorare e rispondere ai bisogni dei cittadini dovendo fare i conti con i tagli di bilancio che i sindacati denunciano pericolosi sullo stesso lavoro dei militari e degli agenti di pubblica sicurezza che rischiano la vita e a volte, purtroppo, la sacrificano.
Come Sindaco anch’io vivo le stesse difficoltà quotidiane rese ancora più problematiche dai capitoli striminziti del bilancio.
Ma poi, quando un comune come il nostro con enorme fatica e sacrifici cerca di attrezzarsi, e organizza un servizio di pattugliamento notturno in orari che per la polizia locale sono straordinari ma in orari notturni importanti per la sicurezza urbana, quando si riesce a utilizzare qualche fondo regionale per questo scopo, Â
quando si raggiungono intese dovute con i sindacati, poi…. basta un’ispezione che muove burocraticamente rilievi e tutto rischia di ripiombare nel “non si può fareâ€.
Come se la soluzione più tranquilla, che alla burocrazia va bene, fosse: “non si può fare e i cittadini si arranginoâ€.
Affronto questo tema perché non farei il mio dovere di sindaco se non denunciassi questi meccanismi non virtuosi, questo sistema di regole che finiscono con il costruire una pubblica amministrazione non al servizio dei cittadini, ma una pubblica amministrazione di cui i cittadini diventano servitori e succubi.
Ma voglio promettere stasera alle donne e agli uomini della PL e ai sindacati che l’amministrazione farà quanto più potrà per trovare altre strade e nuovi accordi per garantire maggiori servizi, utilizzando le risorse economiche che pur abbiamo.
Spero che il Ministro dell’Interno, on. Maroni, mantenga la duplice promessa fatta a noi sindaci: quella di predisporre una nuova legge sulla sicurezza urbana che dia a noi sindaci maggiori poteri nella lotta verso le delinquenze e il degrado nelle città e quella verso il Corpo della PL che deve poter contare su una   nuova legge che fissi secondo esigenze contemporanee il lavoro e il trattamento economico degli agenti di PL.
Dico queste cose anche perché in me rafforzano la convinzione che il futuro del nostro paese, e le sue migliori speranze, dipendano proprio dalle comunità locali.
Proprio da quegli enti “bassiâ€, “ultimiâ€, come i comuni, che rappresentano le comunità , comuni che devono essere soprattutto liberati dalle mille regole, a volte in contraddizione tra loro, che limitano e a volte impediscono l’esercizio dell’autonomia che è sancita dalla carta costituzionale, dell’autonomia che significa responsabilità (quanti malanni nel nostro paese sono stati provocati da irresponsabilità ) pur sapendo che tutti i livelli della Repubblica devono contribuire e collaborare per la riduzione del debito pubblico.
Il futuro dell’Italia, e la speranza di invertire il segno negativo di una crisi che non è affatto solo economica ma che è anche e soprattutto istituzionale, morale, politica, di fiducia e di credibilità è sulle nostre spalle.
È dalle comunità locali che l’Italia può e deve ripartire. È dall’esperienza di città come la nostra, dal coraggio e della forza che noi vicentini abbiamo mostrato nei giorni drammatici dell’alluvione, nell’emergenza, e poi nella straordinaria risposta di volontari che hanno, rispondendo a migliaia a un mio appello, ripulito la città , e poi nella ricostruzione fatta dalle famiglie, dalle imprese, dalle piccole e grandi attività produttive che l’alluvione aveva devastato.
Riflettere come una comunità , decidere come una comunità , agire come una comunità . E prima ancora pensarsi come una comunità , con l’idea che una città non sia la somma degli individui e l’insieme dei loro giardini e dei muri delle loro case, ma che sia qualcosa di più e di migliore: uno spazio di appartenenza comune, identitario, persino spirituale. Una realtà per cui impegnarci ogni giorno. Ma anche una bandiera ideale da difendere e per cui combattere, quando serve.
Vicenza fu eroica nel risorgimento, quando guadagnò la sua prima medaglia d’oro al valor militare. Fu eroica nella resistenza che le valse la seconda medaglia d’oro al valor militare. È stata coraggiosa tante altre volte, nel corso dei decenni. E fino a quel novembre di un anno fa, quando davanti all’acqua che avanzava e conquistava le nostre strade, le piazze, i garage, le cantine, entrava nelle cucine e nei negozi, distruggeva cose e ricordi, e persino vite a poca distanza da qui, nel comune fratello di Caldogno, i vicentini non si sono arresi e non sono arretrati. non hanno fatto prevalere la rabbia o la disperazione. Non hanno atteso che gli aiuti arrivassero dal cielo, o da Roma – un posto che spesso ci sembra ben più lontano del cielo.
Si sono rimboccati le maniche, si sono dati da fare, si sono aiutati l’un l’altro, hanno agito da città , hanno agito da comunità . E hanno dato una volta di più all’Italia un esempio, come ben ha colto il nostro amato Presidente della Repubblica, che qui ha voluto venire a rendere omaggio ai tanti volontari, organizzati e spontanei, e soprattutto alle migliaia di ragazzi, che in quei giorni drammatici hanno rinverdito un antico giuramento. Un giuramento che non ha bisogno di parole e che non è formalizzato da nessuna parte, ma che da sempre lega gli uomini alla loro terra, nell’impegno solenne di amarla, rispettarla, proteggerla.
Questo, care donne e uomini della PL, cari concittadini è il mio pensiero, il mio impegno e il mio ringraziamento più caro per quanto fate al servizio della città .
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