Discarica di Grumolo, CIAT e AIM: situazione vecchia, nessuna conseguenza
Lunedi 12 Gennaio 2015 alle 17:51 | 0 commenti
Dopo che il Comitato Popolare contro la discarica di Grumolo aveva annunciato domenica 4 gennaio 2015 la bocciatura definitiva della discarica grazie alla sentenza del 22/12/2014 n° 06232 Vª sez. del Consiglio di Stato ora intervengono in una nota ufficiale CIAT e AIM nella quale affermano che “il Consiglio di Stato si pronuncia su una situazione vecchia di oltre 10 anni e ormai sanata†e non c’è “nessuna conseguenza né operativa né economica per CIAT e AIM, per un impianto ormai chiuso, con procedimenti autorizzativi conclusi e pratiche perfezionate da tempoâ€.
Ecco la nota integrale e a seguire la cronistoria:
In relazione al recente pronunciamento del Consiglio di Stato sulla discarica di Grumolo delle Abbadesse, CIAT e AIM precisano che il provvedimento non inficia in alcun modo l’operatività dell’impianto e che quanto sostenuto dal Comitato si riferisce a situazioni lontane nel tempo e definitivamente superate da successive autorizzazioni.
Infatti, anche il Consiglio di Stato ha precisato che la variante sostanziale, a suo tempo approvata dalla Provincia, "non è mai stata impugnata". Se a ciò si aggiunge che, successivamente, è stato approvato anche il progetto di ampliamento della discarica, che nella procedura di Valutazione Integrata Ambientale (VIA) ha considerato l’intero sito, inclusa quindi anche la parte esaurita, è da escludere radicalmente che la sentenza possa mettere in qualche modo in discussione la funzionalità della discarica stessa.
Va infatti evidenziato che la sentenza contestata non pone alcun rilievo di tipo tecnico sul progetto o sulla sostenibilità ambientale della discarica, ma unicamente su un passaggio procedurale.
Peraltro, sempre il Consiglio di Stato precisa che l'interesse dei ricorrenti è di "ottenere tutela risarcitoria per gli anni dal 1999 fino alla delibera provinciale del 2002".
Un’eventuale futura azione, quindi, dovrebbe essere rivolta nei confronti della Regione, non già nei riguardi del soggetto concessionario. In tal senso, il Consiglio ha condannato la sola Regione a rimborsare ai ricorrenti le spese processuali.
In sostanza, il Comitato si farebbe forza di un cavillo puramente formale, per un lasso di tempo compreso tra gli anni 1999 e 2002, giunto ad oltre 10 anni dalla chiusura della discarica stessa e dopo ben due successivi provvedimenti tecnici autorizzativi che hanno superato le eventuali precedenti incongruenze.
Né CIAT né AIM Valore Ambiente, in conclusione, sono in qualche modo interessati dalla recente sentenza del Consiglio di Stato, né tantomeno dalle rivendicazioni dei ricorrenti.
La cronistoria
La sentenza del Consiglio di Stato del 22 dicembre 2014 entra nel merito della delibera della Regione Veneto di approvazione dell’impianto emessa nel 1993 e bocciata in seguito dal Tar Veneto nel 1994 in quanto “il progetto, non essendo previsto dal Piano regionale di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, costituiva un atto di pianificazione e, come tale, eccedente l’ordinaria amministrazione e dunque precluso alla Giunta regionale, all’epoca versante in regime di prorogatio e perciò con competenza circoscritta agli affari correntiâ€.
Peraltro, la Provincia di Vicenza, con una propria deliberazione, mai impugnata dai ricorrenti, nel 2002 approvava un progetto d’adeguamento della discarica.
Infine, con la delibera provinciale dell’aprile 2010, il progetto è stato definitivamente approvato con procedura di VIA estesa a tutto il sito.
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