Disastro Vajont: i ricordi di Zaia, Ciambetti e Caretta
Martedi 9 Ottobre 2018 alle 22:30 | 0 commenti
“Ci sono tragedie che non possono essere mai archiviate ed una di queste è il Vajont: abbiamo il dovere di piangere le vittime ma soprattutto di tenere bene a mente le responsabilità â€. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia alla vigilia del 55° anniversario dell’’onda assassina’ provocata dalla frana del monte Toc che precipitando nel bacino creato dalla diga del Vajont la notte del 9 ottobre 1963 spazzò via case e abitanti di Longarone, Castellavazzo, Codissago e i paesini friulani di Erto e Casso.
“Un’ondata spaventosa di fango travolse e uccise quasi 2 mila persone, di queste un quarto erano bambini e ragazzi – ricorda il presidente – ma non fu una calamità . E’ stata una tragedia annunciata, temuta e negata fino all’ultimo anche da chi doveva controllareâ€.
“I veneti non possono, non vogliono e non devono dimenticare quelle giornate tragiche – afferma Zaia – Come ci ricordano gli scatti immortali di Bepi Zanfron, l’impavido fotografo bellunese alla cui memoria quest’anno è stato assegnato il primo premio giornalistico, quelle furono le giornate della grande e immensa solidarietà e della volontà di ricostruzione, ma anche della vergogna nazionale per un disastro ambientale e umano, che poteva essere evitatoâ€.
“Fare memoria di quella tragedia significa – conclude il presidente del Veneto – assumere la consapevolezza che l’interesse del territorio non può mai essere piegato a quello degli affari e che la salvaguardia delle persone e dell’ambiente è la prima responsabilità della ‘buona’ amministrazione e della ‘buona’ politica. Un impegno che oggi per noi si traduce nel piano di piccole e grandi opere avviato dal 2010 per la messa in sicurezza del Veneto e soprattutto, in un diverso modo di pensare ai grandi interventi infrastrutturali, che devono – sin dai primi calcoli progettuali – anteporre sicurezza e prevenzioneâ€.
“Oggi, Claudio Martinelli, nato il 18 settembre 1963 a Erto-Casso, avrebbe avuto 55 anni: con soli 21 giorni di vita fu la vittima più giovane di una tragedia che ancora oggi è un monito e una lezione indimenticabileâ€. Così da Bruxelles, Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto ha voluto ricordare, “il 9 ottobre 1963 e le 1917 vittime di quello che non fu un evento imponderabile, una sciagura imprevedibile della natura, ma la conseguenza di una catena di errori umani - ha detto Ciambetti - su cui non è stata ancora fatta del tutto Giustizia. Rinnovo a tutta la popolazione colpita dalla tragedia del Vajont il pensiero commosso e sincero del Consiglio regionale del Veneto. Il 9 ottobre 1963 e il Vajont avrebbero dovuto insegnare molto di più a tutta la nazione e alla sua classe dirigente nella materia ambientale e gestione del rischio che in Italia si presenta in molteplici forme, rese ancor più pericolose da una gestione tutt’altro che esemplare del territorio. Ma vorrei sottolineare anche un altro dato importante: da Longarone giunge una lezione straordinaria di dignità e di spirito di sacrificio grazie ai quali a quella popolazione così duramente ferita a morte riuscì a risollevarsi nel segno del lavoro. Non posso di certo dimenticare la grande gara di solidarietà e l’emozione che non solo in Italia colpì l’opinione pubblica davanti ad una tragedia annunciata. Ci fu una autentica mobilitazione a sostegno della popolazione così gravemente colpita, ma ciò che ha permise la rinascita di Longarone, Erto e Casso, fu lo spirito della cittadinanza locale con una dignità che ancora oggi colpisce e che segna il tratto distintivo di quella vallata†.Â
"Imperizia e ingiustificabili interessi 55 anni fa determinarono il crollo della diga del Vajont. Una tragedia immane che spazzò via 1917 persone, ma che non ha cancellato i valori, le tradizioni e il ricordo di intere comunità che hanno saputo rialzarsi con orgoglio e una forza degna dell'ammirazione di tutti gli italiani. Così come il 9 ottobre del 1963 l'Italia si strinse intorno alla gente del Vajont, oggi insegniamo ai nostri figli a ricordare i nostri morti, perchè tragedie simili non debbano ripetersiâ€. E’ quanto dichiara l’onorevole Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d'ItaliaÂ
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