Disabili sensoriali, Ciambetti: il governo cancella i servizi ai più deboli
Martedi 24 Marzo 2015 alle 15:08 | 0 commenti
				
		Roberto Ciambetti, assessore Regione Veneto
Il 22 marzo del 1926 nasceva a Roma Franca Falcucci, democristiana destinata ad essere la prima donna  Ministro dell’Istruzione carica che mantenne tra il 1982 e il 1987.  Nel 1974 Franca Falcucci fu incaricata di presiedere la commissione chiamata a svolgere una indagine nazionale sui "Problemi degli alunni handicappati".
Da quell’impegno scaturì il  Documento Falcucci considerato all’epoca una delle analisi più  avanzate  in Europa sul problema dell’integrazione scolastica degli handicappati.  In seguito al Documento Falcucci, l’Italia si dotò di una legislazione  specifica all’avanguardia e grazie all’impegno di famiglie e  associazioni di solidarietà si creò quel clima che   portò alla sentenza  215/ 1987 della Corte Costituzionale che decretò il diritto pieno ed in  condizionato degli alunni disabili a frequentare le classi comuni delle  scuole di ogni ordine e grado.   Fu così che lo stato assegnò ai Comuni  la il compito di seguire i disabili nelle scuole dell’obbligo  scolastico delegando alle Province l’affiancamento ad alunni e famiglie  per le scuole Secondarie.  
Ora, il percorso di revisione delle  Provincie, le  norme di spending review la Legge di Stabilità azzerano  questo, come altri, servizi. Entro il 31 marzo sapremo quale sarà la  quota di spesa che le province venete dovranno abbattere in aggiunta ai  23.981.000 già tagliati nel 2014: in Veneto, una stima dell’Upi dice che  si potrebbe arriva a un tetto complessivo di 77.837.000 €. 
Il caso  dei disabili sensoriali è l’emblema di una ingiustizia, una ingiustizia  che brucia se consideriamo che il Veneto vanta un residuo fiscale di una  ventina di miliardi di € anno. Siamo la Regione dove il costo della  Pubblica amministrazione è il più basso in assoluto, versiamo ben più di  quanto riceviamo, ma non abbiamo più soldi per pagare servizi  essenziali, per tutelare i più deboli. 
Se il Governo Renzi vuol cancellare dei servizi lo dica chiaramente; non scarichi il problema a Regioni e Comuni.
C’è  chi accusa le Regioni di non far nulla. Ma proprio le Regioni, tra gli  enti decentrati, hanno sopportato in questi anni i tagli maggiori. In  Veneto la spesa non vincolata a disposizione della Regione è passata da  575 milioni nel 2010 ai soli 70 milioni di oggi Per il 2015, la scure  inciderà in maniera ancor più pesante, visto che i tagli colpiranno  anche il settore sanitario.  C’è chi accusa la Regione di ritardare il  riordino delle deleghe provinciali, ma proprio giovedì scorso, in  audizione alla Commissione parlamentare sull’attuazione della Legge Del  Rio, quella di riforma delle Province, la Conferenza delle Regioni ha  ribadito la complessità della situazione: nei fatto lo Stato non paga  più i servizi per i quali aveva delegato direttamente le Province e le  Regioni non hanno risorse, né le hanno mai avute, per coprire queste  spese. L’assessore al Bilancio della Toscana,  Vittorio Bugli ha  spiegato in Parlamento che  “avevano fatto al governo una proposta di  estrema concretezza in base alla quale le Regioni avrebbero gestito  l’intera fase di transizione, purché il Governo avesse garantito almeno  l’integrale copertura dei costi del personaleâ€. 
Ciò non è avvenuto:  il governo ha fatto orecchie da mercante. Sorge il sospetto che nei  corridoi ministeriali i mandarini che hanno elaborato queste norme non  si rendano conto dell’impatto sociale dei loro provvedimenti che servono  solo al ministro Padoan a dimostrare che l’Italia sa come risanare i  suoi conti. I conti, scusate il bisticcio di parole, contano più delle  persone. Così ci si indigna sia nel capire  che i primi a contare meno  sono gli ultimi, i disabili. Dopo di loro toccherà agli anziani e  poi?.  Per Franca Falcucci oggi sarebbe stato un compleanno amaro: è  morta il 4 settembre scorso e per sua fortuna non ha visto la macelleria  sociale a cui oggi, sgomenti, assistiamo.
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