Dimissioni di "re" Napolitano, uno dei nostri peggiori presidenti
Mercoledi 14 Gennaio 2015 alle 23:11 | 0 commenti
Il 14 gennaio 2015 Giorgio Napolitano ha rassegnato le dimissioni dalla carica di presidente della repubblica. Forse è bene ricordare, al di là del plauso che gli viene attribuito dal "palazzo", che le azioni e le decisioni di Napolitano non sono state né particolarmente felici né degne di uno statista quale dovrebbe essere il presidente della repubblica. Facciamo qualche esempio.
Napolitano ha controfirmato tutte le leggi volute da Berlusconi. Leggi che sono state dichiarate spesso incostituzionali come il famigerato "lodo Alfano". Ha nominato il governo Monti decidendo, con il benestare di un parlamento asservito alle sue logiche, di non fare svolgere le elezioni anticipate dopo la caduta del governo Berlusconi. Ha impedito che si potessero svolgere i referendum per cancellare le cosiddette "riforme" sul lavoro e sulle pensioni note con il nome "Fornero" rendendo impossibile depositare le firme (oltre un milione) raccolte dal momento che decise di sciogliere le camere prima della scadenza. Ha favorito in tutti i modi la nascita del governo delle larghe intese presieduto da Letta. Non ha sciolto le camere dopo la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare incostituzionali le principali norme (premio di maggioranza e impossibilità per l'elettore di indicare una preferenza) della legge elettorale nota con il nome di "porcellum". Ha imposto la sostituzione del governo Letta con il governo Renzi. È intervenuto direttamente nelle questioni proprie del governo e del parlamento, condizionandoli con ripetute dichiarazioni sulla priorità assoluta della governabilità a qualsiasi costo, nonostante la palese incapacità dei governi che si sono succeduti di risolvere i veri problemi del paese a partire da quello del lavoro. Da garante della Costituzione è stato, invece, principale attore nella richiesta pressante di sedicenti "riforme" che, di fatto, sono uno stravolgimento della Costituzione stessa. Ha contrastato la ricerca della verità nella trattativa stato-mafia.
Una serie interminabile di esternazioni e decisioni al limite delle prerogative della carica che ricopriva, tanto da meritarsi il soprannome di "Re Giorgio".
Alla fine dei suoi mandati la situazione politica, istituzionale e sociale del paese è di gran lunga peggiore rispetto a prima. La povertà è cresciuta, il lavoro manca, la ricchezza del paese è sempre più nelle mani di una esigua minoranza di "famiglie", i servizi sociali sono in via di estinzione, l'evasione fiscale e la corruzione hanno raggiunto livelli insopportabili. Non sarà certo esclusivamente colpa di Napolitano, ma i suoi atteggiamenti, la sua scala di priorità , le sue imposizioni rivelano una certa responsabilità nel declino politico e democratico del nostro paese. Anche per questo si può affermare che Giorgio Napolitano sia stato uno dei peggiori presidenti della storia repubblicana del nostro paese.
Adesso crescerà e arriverà al culmine la "battaglia" per individuare chi sarà il prossimo presidente della repubblica. Sarebbe necessaria una svolta. Ci vorrebbe un presidente che riuscisse realmente a difendere ed attuare la Costituzione. Un presidente autonomo e indipendente rispetto ai poteri forti e al governo. Una personalità autorevole (e non autoritaria) capace anche di dire NO alle leggi, approvate da un parlamento sempre più delegittimato. Qualora fossero in contrasto con lo spirito e la lettera della Costituzione. Un presidente di garanzia per tutti cittadini e non per chi detiene il potere.
E, invece, i nomi che vengono fatti sono quelli di personaggi di apparato "navigati" e furbi o figure di secondo piano grigi e inadeguate. Si vuole qualcuno che, comunque, garantisca di non interferire con la volontà di chi vuole comandare (e non governare) il nostro paese.
Povera Patria.
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