Difendiamo Julian Assange per difendere la nostra libertà
Domenica 5 Dicembre 2010 alle 23:01 | 0 commenti
Fasipress - C'è chi non ha esitato a definirlo "criminale". Altri addirittura sono andati più in là , cercando di addebitargli un oscuro disegno mirante a minacciare la pace mondiale, a sovvertirne l'equilibrio con un misterioso complotto. Se non fosse perché rischia di essere messa in gioco la stessa vita di Julian Assange (nella foto), ci sarebbe da sorridere. Ma non possiamo essere così egoisti e superficiali.
Il "tourbillon" suscitato da WikiLeaks ha scatenato una caccia all'uomo forse senza precedenti. L'aver svelato documenti che, a quanto pare, non erano neppure coperti dal segreto di Stato, è stato preso comunque male da alcuni governi. Che in campo hanno fatto scendere un po' tutti, anche servizievoli "hacker". Chi non si è schierato a difesa del diritto che tutti abbiamo di essere informati è il giornalismo, quello che si definisce "Militante". Quello pronto a mettere da parte la giusta difesa del collega sfruttato o del freelance per strapparsi le vesti davanti alla violazione di un diritto. In questa vicenda, quel giornalismo non ha fatto né la prima né la seconda cosa: ha preferito approfittare di alcune notizie per usarle contro il Governo. Eppure qualcosa bisognava dire e fare, perché la libertà di uno (anche avversario o non amico) è la libertà di tutti (anche avversari o non amici). Niente. Solo qualche svolazzo di penne qua o là , tanto per far vedere che la cosa è risaputa, Null'altro. Noi siamo di diverso avviso.
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