Di chi è il Vicenza Calcio? Ma...solo lui lo sa
Domenica 22 Aprile 2012 alle 13:17 | 0 commenti
L'imprenditore Luca Campedelli, il veronese mr. Paluani cioè, è il presidente padrone del Chievo Verona in serie A. Giovanni Martinelli, un imprenditore di Castelnuovo del Garda noto nel settore dell'abbigliamento e non solo, è l'attuale presidente e proprietario dell'Hellas Verona, leader in serie B. Marcello Cestaro, serve spiegare chi è il signor Famila?, è il padre padrone dell'ambizioso Padova Calcio. Andrea Gabrielli, titolare dell'omonima impresa siderurgica che dà lavoro ad oltre mille persone, guida il Cittadella Calcio, il club che naviga in B col record, umile ma orgoglioso, della gestione tra le più economiche ed oculate della categoria. E se per un attimo si scende in Prima divisione semipro, quella della vecchia C1 tanto per intenderci, c'è a capo del club un certo Renzo Rosso, mr. Diesel.
Insomma in Veneto tutti i club di vertice hanno un presidente titolare di nome e con la faccia da spendere, oltre al portafoglio. Vicenza, no. E' troppo riservata per avere un presidente padrone in nome e per conto suo. Dopo l'era del mai dimenticato Pieraldo Delle Carbonare, che nella sua vita d'imprenditore forse sbagliò di suo, ma fu anche scomodo ai poteri di (ora come) allora, nel 1997 la società inglese dell'ENIC (una finanziaria con vari interessi ma senza un volto preciso) rilevò il club biancorosso e il Vicenza diventò la prima squadra italiana ad avere una proprietà straniera. Da allora è iniziato un percorso irto di difficoltà e di scarsa chiarezza per la società che pure vanta una delle squadre che ha giocato il maggior numero di campionati di Serie A, 30 di cui 20 consecutivi fra il 1955 e il 1975. Se Sergio Cassingena dal 2004 ha rappresentato la nuova, composita catena di controllo, anche durante la parentesi di Danilo Preto, suo alter ego, ora a "rappresentare", senza esserlo, la proprietà è Massimo Masolo, noto e bravo odontoiatra della città . Le domande banali anche per il presidente Massimo: ma è possibile che in Veneto solo a Vicenza nei campionati di calcio che contano non c'è un proprietario e, se c'è, perché non si mostra? Riservatezza o cos'altro? Se il non dire e il non vedere (oltre al non sentire) fanno parte "sicuramente" del Dna politico, economico e sociale di questa terra, liberarsene, a cominciare dal calcio business, farebbe iniziare a fare quel salto di qualità che tutti attendono ma i pochi che contano continuano a non volere. Il "presidente delegato" del Vicenza Calcio rompa l'omertà , quindi, e sveli al popolo del calcio, che a Vicenza è quasi coincidente col popolo dei cittadini, di chi è il Vicenza Calcio. Ma...solo lui lo sa. Se ne va della dignità di una città che non può essere ancora derisa dai presidenti alla luce del sole Campedelli, Martinelli, Cestaro, Gabrielli e Rosso, togliersi il dente del silenzio farebbe ricordare l'odontoiatra Massimo Masolo certamente più di Achille Variati. Non a caso il primo cittadino. Dei silenzi.
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