Despar a Longare: finalmente a carte scoperte e senza coerenza
Domenica 11 Dicembre 2011 alle 19:06 | 0 commenti
Roberto Walczer, Marco Carli, Gruppo consiliare “Longare di Piùâ€Â - Prima di analizzare eventi e commenti, vorrei che ci soffermassimo di cosa stiamo parlando: un polo logistico (stoccaggio merci) di 450.000 mq ovvero di 45 ettari in aperta campagna lontano da altri insediamenti analoghi e di cui l’unico aggancio al mondo ‘moderno’ è il costruendo casello dell’autostrada Valdastico SUD a Longare, ne una ferrovia, ne un porto …niente!
Quindi traffico su gomma, e per rifornire una struttura così colossale e per mantenere i prodotti alimentari nei limiti della ‘freschezza’, considerando che mediamente un prodotto non può rimanere stoccato per più di 10 giorni, un carico di automezzi pesanti che si aggira sui 1000/1100 unità in carico e scarico, i quali avranno l’acceso all’autostrada a “km zero†ma che sfrutteranno le strade ordinarie per le direttrici Padova, Vicenza ed alto Vicentino e bassa veronese.
Ci stupiscono, non più di tanto a dire il vero, le dichiarazioni di questi giorni, dove si parla di ritiro di un progetto Despar che è stato negato fino a ieri dall’amministrazione di Longare, dove si parla di nuovi posti di lavoro dimenticando, apposta, che verranno chiuse le tre strutture logistiche del triveneto, e ci chiediamo: dove andranno questi dipendenti?
Si fa riferimento ad un indotto che ne beneficerà , ma se la merce arriva da mezza Europa, l’indotto sarà a favore di camionisti esteri, ricambi e gasolio e tutto il necessario per il funzionamento degli autoarticolati, e non certo per le necessità occupazionali del territorio, specialmente giovanili.
Si fa riferimento al Parco Eco Industriale (nome alquanto bizzarro per indicare un’area a cemento, asfalto e capannoni) che le amministrazioni, a più riprese, hanno definito non legato alla questione Despar, ma dalle dichiarazioni fatte da entrambe le parti indicano lo strumento necessario per la giustificazione giuridica dell’intervento, visto che l’area: primo non è adatta all’intervento per l’impatto ambientale, e secondo non è legittima poiché non prevista dai piani urbanistici vigenti, e ci chiediamo com’è possibile, in barba alle più elementari regole di trasparenza e compartecipazione che attualmente la politica non da, accordare un intervento simile ed constatare un silenzio assordante da quei gangli di potere che legano ad un filo rosso, che si sta delineando, Longare, Vicenza e Venezia.
Ci sconsola che nel nome di alcuni benefici economici e di progresso, a cui dobbiamo prestare la dovuta attenzione, sia solo dettato dalle necessità a breve termine di pochi, senza tener conto degli impatti socio-economici a medio e lungo termine, l’Area Berica non ha bisogno di questi interventi che sono avulsi dal tessuto sociale e territoriale.
Rifiutiamo in modo assoluto questa politica che pensa solo a se stessa e all’interesse di pochi, che nel consumo di territorio vedono l’unica prospettiva per rimpinguare le misere casse comunali ed aprendo a chi, nel nome di un fittizio beneficio, condizioneranno in modo drammatico le generazioni future.
Precisiamo che se si trattasse anche di impegni verso i comuni con cifre a 6 zeri, i comuni da accontentare sono 4, dividiamo ed allora… i benefici risulterebbero automaticamente a 5 zeri!!!
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Passiamo ai fatti ed estrapoliamo dalla documentazione disponibile alcuni passaggi salienti, fate attenzione alle date:
- febbraio 2010 in un intervista il sindaco di Longare al Corriere Vicentino dichiara “…con l’apertura del casello autostradale si stanno concentrando su Longare interessi forti che, se gestiti opportunamente, potranno dare forte slancio al territorioâ€
- 17 maggio 2010 DESPAR chiede formalmente il cambio di destinazione d’uso dell’area ad uso agricolo individuata in località Casoni
- In data 22 luglio 2010 Il Sindaco di Longare risponde con “…disponibile a valutare positivamente un eventuale mutamento di destinazione … è necessario conoscere la vostra disponibilità ed interesse per l’attivazione della procedura più idoneaâ€
- Stesse date 21 e 22 luglio 2010 Il Giornale di Vicenza pubblica due articoli sulla Despar “Despar punta in direzione della Valdastico†e “Gli imprenditori: Volà no dell’economia†rendendo di fato pubblica l’iniziativa.
- Venuti a conoscenza negli ultimi giorni di luglio 2011 il Gruppo Consigliare che rappresento, si attiva per recuperare la documentazione presentata in municipio, trovando le note sopra indicate, ma di progetti veri e propri nulla, e da questa data inizia il tira e molla con l’amministrazione che intendeva mantenere un profilo basso sulla questione, e dove a più riprese ci veniva assicurato e in assemblea pubblica, che non c’era nulla di concreto.
- Nel frattempo la richiesta di cambio di destinazione d’uso viene ribadita in una nota dell’11 ottobre a fronte di un preliminare di compravendita stilato con la proprietà dell’area.
- E dove i 4 comuni in data 27 ottobre rispondono riportando ed evidenziando la necessità di un PATI, chiudendo la nota con un interesse per l’intervento.
- Seguono interrogazioni consiliari sulla questione fino ad arrivare al consiglio Comunale del 6 dicembre 2010, richiesta di convocazione fatta dalle opposizioni, perché l’argomento venisse discusso nelle sedi istituzionali e dove, guarda caso votato all’unanimità , passa un OdG dove si ribadisce l’illegittimità dell’iniziativa poiché in palese contrasto con le norme urbanistiche Comunali e Provinciali.
- Per arrivare a marzo/aprile 2011 dove le 4 amministrazioni coinvolte avviano il processo di avvio del Documento programmatico per lo studio di un Parco Eco Industriale che nulla aveva a che fare con la Despar, secondo le amministrazioni, ma che proveniva da un accordo del 2003, tra le 4 amministrazioni che doveva essere di garanzia e tutelare da eventuali fughe in avanti di qualche amministrazione a scapito dei comuni contermini in virtù e in considerazione dell’avvento della costruenda autostrada.
- Fino ad oggi dove gli articoli de Il Mattino di Padova e Il Giornale di Vicenza, riportano ‘finalmente’ le vere intenzioni dell’amministrazione di Longare che ha velato gli accordi con la Despar che ad oggi l’accoglierebbe a braccia aperte.
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Concludendo:
Ma se il progetto non esiste … perché lo ritirano?
Ma se il progetto del parco.eco-industriale non ha affinità con la Despar …perché i Sindaci devono decidere in fretta?
Ma se è di così impatto ambientale (sindaco di Montegaldella) … perché si chiede di aspettare per accoglierli?
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Ribadiamo il nostro dissenso all’iniziativa, e sottolineiamo l’assenza di trasparenza e di coerenza dell’Amministrazione di Longare che a più riprese ed in più sedi ha dato informazioni contrastanti e non coerenti e limitando l’esercizio e controllo sul proprio operato da parte dei Gruppi di opposizione.
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