Demolizione più vicina per due abusi edilizi in Valletta del Silenzio e in via Legione Gallieno
Giovedi 8 Novembre 2012 alle 17:00 | 1 commenti
Comune di Vicenza - Due importanti punti a favore del Comune di Vicenza nella lotta all'abusivismo. Il Tar, infatti, ha emesso una sentenza con cui rigetta il ricorso di Agricola Maine contro i provvedimenti comunali per la demolizione dell'abuso della Valletta del Silenzio e un'ordinanza che nega la sospensiva avanzata dall'Immobiliare Le Mura contro l'ordine di demolire un parcheggio in via Legione Gallieno.
"A Vicenza - è il commento del sindaco Achille Variati - l'abusivismo è un fenomeno molto contenuto. I cittadini, in generale, sono rispettosi della legge e, se sbagliano, ottemperano immediatamente all'ordine di ripristino imposto dal Comune. Proprio per questo con i furbi, con gli specialisti dell'abuso, con chi si ostina a non rispettare le norme, ci vogliono determinazione e fermezza assolute. E' giusto metterli all'angolo. E non si tratta solo di un obbligo di legge, ma di un dovere etico che questa amministrazione ha fatto proprio fin dal suo insediamento".
Nel dettaglio, la sentenza del Tar riguarda una delle strutture abusive realizzate all'interno di terreni destinati ad attività agricola ed agriturismo in Valletta del Silenzio, luogo di pregio soggetto a vincolo ambientale. Si tratta di un annesso rustico in legno di 19 metri per 20, alto 2 metri e 70. Il tribunale ha rigettato il ricorso con il quale i proprietari si opponevano ai provvedimenti comunali che avevano accertato la mancata demolizione. Ciò significa che il Comune ora può procedere spedito nell'acquisizione gratuita dell'area e nella demolizione dell'opera abusiva a spese di Agricola Maine.
"Mi auguro che per questo che è un abuso eclatante - ha commentato l'assessore Pierangelo Cangini, accompagnato dalla dirigente del settore edilizia privata Michela Piron e dall'avvocato del Comune Loretta Checchinato - la demolizione arrivi davvero in pochissimi mesi, prima della scadenza di questo mandato amministrativo. Quello di oggi è un risultato importante, perseguito grazie al lavoro di squadra dei settori edilizia privata e legale che hanno operato con grande serietà e competenza in un campo davvero molto impervio".
L'altro abuso su cui si è espresso il Tar riguarda un parcheggio per 36 auto realizzato dall'immobiliare Le Mura, la stessa del caso ex Q8, lungo via Legione Gallieno all'interno di un ex deposito di materiali edili. In seguito all'esposto di un vicino che risale ai primi mesi di quest'anno il Comune aveva verificato che il parcheggio era stato realizzato senza permesso di costruire. Di qui l'ordinanza di demolizione che il Tar, ieri, non ha sospeso. "Se i proprietari non provvederanno entro i 90 giorni canonici - ha ricordato l'assessore Cangini - anche in questo caso il Comune provvederà ad acquisire l'area e a demolire l'abuso che ha comportato anche un riporto di terreno non autorizzato in prossimità delle mura storiche".
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Il caso del club di via Vecchia Ferriera cova sotto la cenere: esposti e diffide, secondo i loro estensori, non smuovono un'amministrazione in cui vige una doppia interpretazione della norma
«Si chiede a tutti i soggetti interpellati con la presente, anche per conoscenza, di intervenire secondo le proprie competenze. Si chiede anche agli uffici comunali di verificare la attività di cantiere sopra menzionata e di verificare la esistenza delle relative autorizzazioni.
Si chiede altresì di vagliare la eventualità di sequestro dell'intero stabile. La presente costituisce per di più, a tutti soggetti cui è indirizzata anche per conoscenza, formale diffida affinché il locale T-Gallery, a quanto si legge privo di molti dei requisiti previsti dalla normativa vigente, rimanga chiuso appunto perché carente sul piano delle autorizzazioni». Era il 21 gennaio 2012 e questa era la chiosa finale di una lunga diffida inviata da Franca Equizi, ex consigliere comunale berico, in questura. Tanto per non farsi mancare nulla, proprio perché il locale è «privo... dei requisiti previsti dalla normativa vigente» Equizi inviava il malloppo anche alla giunta comunale di Vicenza, al direttore del settore commercio del comune di Vicenza Giovanna Pretto e al suo pari grado direttore dell'edilizia privata Michela Piron. E dulcis in fundo anche alla procura. Risultato di tanto puntiglio? Il T-Gallery riapre «perché il sindaco vicentino Achille Variati è bravo a fare lo sceriffo con le disgraziate che battono a San Lazzaro, ma con l'illegalità quella vera si trova in evidente difficoltà» attacca la sceriffa.
E sembra una nemesi storica ma sul GdV del 26 novembre a pagina 15 Variati poi lanciava la sua nuova campagna contro le sale per slot machines: «...Regolamento urgente e severo per mettere un freno alla diffusione in città di locali dove si scommette». Pugno duro a parole «ma contro chi vìola la legalità in maniera aperta invece si trovano gli escamotage» precisa sempre la Equizi che fa riferimento ai permessi «fantasiosi» concessi al T-Gallery. Nel merito entra più concretamente Paolo Crestanello, portavoce del comitato contro gli abusi edilizi che su Vicenzapiu.com del 10 febbraio usa l'ironia per mettere in evidenza le contraddizioni della situazione: «In occasione della riapertura della discoteca T-Gallery, annunciata per stasera venerdì 10 febbraio 2012 nei locali abusivi di via vecchia Ferriera, mi sia consentito di ritornare su questa incredibile vicenda che sta assumendo i contorni di una barzelletta. La vicenda, come è noto, è legata all'utilizzo di un edificio sito in via Vecchia Ferriera su cui pende da anni una ordinanza di demolizione da parte del Comune di Vicenza. Alcuni locali dell'edificio, un ex zuccherificio, hanno ospitato per anni un'attività di discoteca ed altri, invece, un'attività di scambio di coppie gestita da una Associazione no profit e rivelatasi, a seguito di indagini dei carabinieri, nascondere un vero e proprio business legato alla prostituzione. Sui problemi legati al rilascio di licenze per l'attività di discoteca, la Procura della Repubblica di Vicenza ha aperto una indagine penale e iscritto nel registro degli indagati due ex dirigenti comunali. Più recentemente, il Comune di Vicenza ha rilasciato ai nuovi gestori della discoteca una autorizzazione temporanea su modello di quelle che si danno per le sagre di paese. Per manifestazioni che si svolgono sulla pubblica piazza non è ovviamente richiesta la conformità urbanistica, che è invece necessaria per esercitare una attività in locali privati. Un escamotage piuttosto rozzo per evitare di affrontare l'annoso problema di un abuso edilizio mai sanzionato. A seguito delle denunce apparse anche sulla stampa, la riapertura del locale, chiuso temporaneamente per ragioni legate alla sicurezza, era legata alla soluzione dei problemi urbanistici, uno dei quali era la destinazione industriale del locale, destinazione incompatibile con l'attività commerciale di discoteca. Ed ecco la trovata geniale. A gestire la serata danzante non più una società di capitale, bensì una associazione senza scopo di lucro e con finalità sociale. Queste associazioni, per legge, possono infatti insediarsi ovunque, indipendentemente dalla destinazione d'uso urbanistica dei locali in cui viene esercitata l'attività sociale. A questo scopo, dalle pagine di Facebook il gestore invita tutti i fruitori della discoteca a presentare all'ingresso un modulo compilato di iscrizione alla Fenlac (Federazione nazionale liberi circoli). Una specie di conversione sulla strada di Damasco dal profitto alla beneficenza, che potrebbe trovare, se funzionante, molti imitatori tra i gestori di discoteche vicentine e non solo».
Crestanello poi conclude così: «Peccato che, destinazione d'uso a parte, il locale resti ancora abusivo per lavori di ristrutturazione interna mai autorizzati e sia privo del necessario certificato di agibilità urbanistica. Insomma, i problemi restano e in più si aggiunge il rischio di incorrere in impicci fiscali, ove si accertasse la mancanza di requisiti come il no profit e la finalità sociale. Sarebbe come a dire in questo caso: dalla padella alla brace. Ciò che è preoccupante in questa tragicomica vicenda è il silenzio assordante delle istituzioni vicentine che permettono, pur sapendolo, che tutto questo accada. Insomma, l'italico gioco delle tre scimmiette: non sento, non vedo, non parlo».
Su un versante simile interviene anche la Fipe, la federazione dei locali pubblici, che denuncia il ricorso all'escamotage delle associazioni onlus che nascondono veri e propri locali per il divertimento. Un trucco per evitare rigori amministrativi e contabili «Tutto ciò aggrava la situazione di concorrenza sleale creata dai circoli a danno delle attività commerciali propriamente inquadrate e soggette a obblighi di legge più complessi e articolati. Non è un caso che alcuni circoli nascano proprio con l'obiettivo di effettuare un'attività da esercente eludendo norme, tasse e contributi di ogni genere; in altre parole effettuando concorrenza sleale nei confronti di chi è in regola. «Sono stati gli stessi gestori dei circoli - ha rivendicato il presidente nazionale Lino Stoppani - a dichiarare davanti alla telecamera accesa delle "Iene" di evadere le tasse, spiegandone anche il meccanismo e vantandosi del fatto di non essere soggetti a controlli. Si tratta di una palese ingiustizia. Noi subiamo i controlli fiscali e passiamo da evasori; i circoli non rilasciano scontrini a norma di legge e non pagano le imposte e l'Iva sulla somministrazione, eppure non si alza un dito per combattere questa situazione. Anzi, li si rende ancora più intoccabili anche a dispetto del riconoscimento di aiuto di Stato dichiarato dall'Unione europea». A Vicenza conoscono la materia. Addirittura era stato lo stesso assessore al commercio Tommaso Ruggeri a spiegare che quello dell'apertura temporanea era stato un escamotage a beneficio di alcuni giovani imprenditori che avevano investito nel T-Gallery. Poi magicamente i paladini della libera impresa si trasformano in onlus che rifugge il profitto. Si vocifera dalle parti di via Vecchia Ferriera che la prossima apertura di un concessionario di auto di lusso avverrà sotto forma di abbazia, mentre quella di un bordello di lusso avverrà sotto forma di convento di clausura. Ruggeri dirà che si tratta di giovani imprenditrici o di onlus orogenitali?