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Degrado all'albergo cittadino: esposto al Prefetto
Giovedi 23 Maggio 2013 alle 18:32 | 0 commenti
È un j'accuse senza appelli quello contenuto in un esposto inviato stamani alla prefettura di Vicenza. Oggetto del contendere? Le condizioni dell'albergo cittadino, la struttura comunale di prima accoglienza per i senza alloggio che si trova in viale San Lazzaro, alla estrema periferia del capoluogo berico. Sporcizia, situazioni sanitarie border line, rapporti con gli addetti tesi sono il succo delle doglianze rispetto alle quali si chiede l'intervento dell'amministrazione.
L'esposto, due pagine dattiloscritte fitte fitte, è stato firmato da Vincenzo Iaconis, Giovanni Licata e Angelo Maria Zanettin. Il primo è ospite dall'anno scorso. Il secondo fa dentro e fuori dal 2005, mentre anche il terzo utilizza la struttura ad intervalli. I tre sono la rappresentazione plastica di come la crisi abbia cominciato a trascinare nelle secche persone che facevano una vita normale, poi colpita dalle contorsioni dell'economia e da «un Paese» spiega Zanettin che «premia i favoritismi e disprezza il merito».
Ma nel dettaglio quali sono le doglianze? I tre raccontano di una «cattiva condizione dello stabile» di finestre che permettono «all'acqua di entrare» durante la pioggia, di maniglie che si staccano, di corrimano dei bagni arrugginiti. E poi si lamentano delle pulizie che non avvengono in maniera cadenzata e spesso senza prodotti adeguati. Nell'esposto si narra anche di camere pulite con la stessa acqua con cui si sono lavati i gabinetti sporchi.
E ancora nella segnalazione inviata alla prefettura, ma per conoscenza anche al primo cittadino Achille Variati, si parla di persone affette da patologie trasmissibili quali Hiv, epatite e tubercolosi lasciate in un preoccupante stato di promisquità . Di più, i firmatari denunciano un comportamento ritenuto incongruo dagli addetti (sono in forza alla coop patavina Cosep, che gestisce il centro su affidamento del comune). Più nello specifico gli ospiti accendono i fanali sulla questione della permanenza diurna. Questa è vietata salvo che l'ospite non sia in possesso di un certificato medico che attesti la necessità di rimanere nella struttura. «Se però capita - rilevano i tre - che uno debba uscire un attimo per una boccata d'aria o per andare dal tabaccaio, succede che il personale ci rispedisca dal medico non considerando più valido il certificato presentato poco prima. Il che non sta né in cielo né in terra» rimarcano Iaconis, Licata e Zanettin. Pur interpellato il primo cittadino al momento non replica.
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