Decreto demaniale, il 1° passo del federalismo Fiscale
Giovedi 20 Maggio 2010 alle 01:01 | 0 commenti
Paolo Franco, Lega Nord - "Esprimo soddisfazione per l'approvazione del "decreto demaniale", primo della serie di decreti che daranno attuazione alla riforma (prevista dalla legge delega n. 42 del 2009) sul federalismo fiscale.
Con questo primo decreto il patrimonio disponibile dello Stato verrà trasferito a Comuni, Province e Regioni secondo il principio di sussidiarietà : è un passo importantissimo verso la vera autonomia degli Enti locali, ai quali viene attribuito un patrimonio consistente. Finalmente il patrimonio immobiliare e demaniale pubblico sarà gestito da livelli di governo più prossimi ai cittadini, e sarà così valorizzato e messo effettivamente a disposizione delle comunità locali.
Il patrimonio disponibile dello Stato vale (a dati di libro contabile: il valore reale è superiore di diverse volte) circa 3,2 miliardi di euro e rende circa 20 milioni l'anno. Lo Stato, per affitti a privati di immobili per impieghi istituzionali (caserme, uffici, ecc.) spende circa 700 milioni di euro. E' la dimostrazione evidente di come lo Stato non sia in grado di gestire il proprio patrimonio secondo le necessità dei propri cittadini.
E in questi dati non è compreso il demanio marittimo (coste e spiagge) ed idrico (fiumi e laghi), il cui valore è ancora più alto, sebbene non finanziariamente misurabile. Escluso il patrimonio culturale, i beni in uso per fini istituzionali (Caserme, Ministeri, ecc.) e i parchi nazionali, il patrimonio pubblico verrà ora trasferito agli Enti che più sono in grado di farne buon uso, a titolo gratuito così come previsto dal decreto. Demanio marittimo ed idrico saranno automaticamente assegnati alle Regioni nelle quali questo patrimonio insiste, mantenendo comunque le caratteristiche di inalienabilità previste dal Codice Civile per i beni demaniali; tutto il resto sarà trasferito agli Enti che ne faranno richiesta (in base ad appositi elenchi che saranno redatti nei prossimi centottanta giorni) sulla base del principio della territorialità .
Questo processo di trasferimento avrà due importanti conseguenze: consentirà un uso appropriato e davvero utile alle comunità locali del patrimonio, e ne permetterà la valorizzazione facendo convergere investimenti e progetti, con conseguente notevole beneficio alle economie del territorio.
Le critiche a questo processo (che ha avuto il voto di astensione del Partito Democratico) sono artefatte e sostenute da flebili motivazioni, proprie di chi non riesce a nascondere la propria propensione allo statalismo a tutti i costi.
Questa legge, fortemente voluta dalla Lega Nord, contesta proprio questo punto di vista ideologico: i beni sono dei cittadini e non dello Stato! La differenza sembra poco comprensibile ma, nei fatti, rappresenta una visione dei rapporti sociali completamente alternativa: pensare che lo Stato debba possedere di tutto e di più, a costo di lasciarlo andare in rovina, dimostra quanto sia lontano dalla realtà chi non pone al centro dell'interesse pubblico il cittadino, la famiglia, il lavoro.
La Lega Nord ha tenacemente difeso questo processo nei confronti di chi a parole si dice federalista, ma in realtà aborrisce l'autonomia, l'indipendenza e le capacità gestionali degli Enti locali. Asserire che la trasmissione del patrimonio metterà a repentaglio le garanzie del debito pubblico italiano, e che nel caso di alienazione del patrimonio disponibile trasferito i proventi dovrebbero tornare allo Stato (previsto nel decreto nella misura di un quarto), o ancora che vi saranno Enti favoriti ed altri sfavoriti, in quanto non tutti dispongono sul proprio territorio di patrimonio trasferibile significa affrontare la questione secondo un vecchio approccio centralista, sostenuto da motivazioni di poco conto. Il debito è garantito dal Prodotto interno lordo del Paese, e le valutazioni internazionali non hanno mai considerato il demanio come garanzia per i titoli di Stato.
L'alienazione del patrimonio trasferito sarà residuale rispetto alla valorizzazione degli stessi posta in capo agli Enti locali sul cui territorio questi insistono, la cui proprietà non può essere soffocata dal solito principio per tutte le stagioni che si chiama perequazione. E' scandaloso pensare che una caserma dismessa sita su un determinato Comune, se venduta, debba vedere gli introiti della vendita suddivisi con tutti gli altri comuni della Provincia, della Regione o dello Stato. Siamo di fronte alle solite vecchie concezioni marxiste della proprietà collettiva, dure a morire!
Grazie all'approvazione di un mio specifico emendamento saranno trasferiti alle Regioni anche i grandi laghi di importanza interregionale, la cui gestione potrà essere regolata da specifici accordi tra le Regioni proprietarie. La proprietà e la gestione regionale dei grandi laghi, delle spiagge e delle coste ci farà diventare davvero proprietari della nostra terra e delle nostre risorse naturali. Invito i nostri Comuni, le Province e la Regione del Veneto a prepararsi per accogliere questa nuova grande opportunità .
La Lega Nord ha assunto questo compito innovatore scegliendo la via del federalismo e della responsabilità , mentre altri, con mille irresponsabili scuse, tentano in tutti i modi di svilire e combattere questo processo per portarci verso la catastrofe in cui è occorso un Paese come la Grecia. Mi sembra tuttavia, guardando alle ultime tornate elettorali, che i cittadini abbiano ben compreso.
Il percorso intrapreso dovrà ora continuare con i prossimi decreti attuativi, nuove occasioni per rendere la spesa pubblica locale contenuta, efficiente e responsabile, affrontando le questioni dell'autonomia di entrata e di spesa di Comuni, Province e Regioni e, soprattutto, del superamento della spesa fissata sui valori storici, che ha prodotto effetti così nefasti (1.800 miliardi di debito pubblico) da mettere a repentaglio il futuro di tutti noi".
Sen. Paolo Franco
Vicepresidente Commissione Bicamerale per l'attuazione del Federalismo Fiscale
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