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Decreto Banche Popolari è legge. Shopping straniero?

Di Rassegna Stampa Martedi 24 Marzo 2015 alle 20:46 | 0 commenti

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Il decreto sulle Banche Popolari nella serata del 24 marzo è diventato legge, il provvedimento approvato con 155 voti favorevoli e 92 contrari. Di seguito l'analisi di Davide Pyriochos da VeneziePost

Così le popolari (tra cui anche Volksbank che dopo la fusione con Marostica supera gli 8 miliardi di attivi) avranno 18 mesi di tempo per trasformarsi in spa.

E a quel punto via alle danze. Nel senso che gli attori si stanno muovendo sulla scena con l’idea di procedere con aggregazioni che le rendano più forti e meno scalabili da parte di capitali stranieri, ma la verità è che nessuno sa come andrà a finire questa partita. E qualcuno (basandosi sulla logica per cui i soldi li spende prima di tutto chi li ha), è pronto a scommettere che l’avanzata straniera sarà irresistibile.
Tra questi il senatore Pd, Massimo Mucchetti, che nel suo intervento prima del voto (al netto delle perplessità di metodo sul ricorso al decreto), ha detto che «La trasformazione forzosa in spa delle popolari maggiori non è di per sé un errore, anzi, ma cancellando il voto capitario, lo dobbiamo sapere, mettiamo in vendita le popolari maggiori e i compratori saranno esteri». «L’asta per l’Istituto centrale di banche popolari in atto in questi giorni – aggiunge Mucchetti – è il prologo del fenomeno. Immaginare fusioni tra popolari e tra alcune di queste e spa malandate, per esempio quella di cui tanto si parla tra Ubi e Monte dei Paschi di Siena, non servirà a conservare in mani italiane questo settore cruciale del credito che costituisce uno dei pilastri della sovranità nazionale».
Ed Mps è un caso a sé, per le dimensioni e per i guai che si porta dietro, perciò volendo immaginare il futuro, le probabilità che diventi straniera sono più alte. Tuttavia anche le altre popolari rischiano. Per il semplice fatto che l’incertezza sul futuro è totale e le resistenze al cambiamento sono durissime. Se nei giorni scorsi, per esempio, aveva preso quota l’ipotesi di fusione tra Bpvi e Veneto Banca (in serata Montebelluna divulgherà il comunicato sul consolidato 2014 e ci si aspetta una “correzione” dolorosa rispetto alla perdita da 650 milioni del pre-consuntivo), perché i presidenti Gianni Zonin e Francesco Favotto avevano pubblicamente manifestato interesse all’ipotesi, ora girano voci per cui Veneto Banca starebbe guardando a Bper, e Vicenza al Banco Popolare. Ma il gruppo di Pier Francesco Saviotti, a sua volta, viene indicato un giorno come sposo di Bpm, l’altro di Bper, l’altro ancora di entrambe. Morale: qualcosa succederà, e pure in tempi rapidi, ma al momento di deciso non c’è nulla.
Addirittura, a seguire il dibattito parlamentare (ma si tratta probabilmente di un abbaglio) vien da pensare che Bpvi e Veneto Banca si possano salvare in zona Cesarini. Il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, replicando a una domanda della senatrice Paola Pelino (Fi), ha detto infatti che «il dibattito sui criteri per la trasformazione in spa è e resterà aperto»: «È ragionevole dire – ha aggiunto Baretta – che non sono temi accantonati. Noi oggi scegliamo una soluzione ma non consideriamo aprioristicamente di togliere dalla riflessione futura altri criteri, come quello delle quotate». Affermazione di difficile lettura, posto che il decreto fissa il criterio degli 8 miliardi di attivi (non la presenza o meno in Borsa) per stabilire chi si deve trasformare in spa. Ma al di là di clamorose quanto improbabili marce indietro, la sostanza è che la rivoluzione nel mondo delle banche sta per avere inizio.
Il tema vero è capire se è nato prima l’uovo o la gallina. Se cioè ha ragione chi, come il ministro Pier Carlo Padoan, ritiene che la stretta sull’erogazione del credito alle pmi sia insita nelle nuove regole di vigilanza europea, e che perciò la trasformazione in spa (rendendo più aperte le banche ai capitali) rafforzi le popolari, e le renda perciò più propense a finanziare l’economia reale. Oppure chi (come i presidenti di tutte le popolari italiane) ritiene che perdendo la radice cooperativa, si vada a cancellare la peculiarità di quelle banche che durante la crisi hanno sostenuto di più le pmi. Di certo per il governo il fatto di aver concesso 18 mesi per la trasformazione in spa, e la norma sul tetto di voto al 5% per 24 mesi, servono a favorire aggregazioni tra banche italiane: «Mi auguro – dice Baretta – che il tempo sia ben utilizzato dal sistema delle popolari per rendere il sistema più maturo e più competitivo per le sfide che ci attendono».


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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