Debito pubblico, Caner: dividiamolo tra regioni ma poi sarà autonomia
Lunedi 26 Settembre 2011 alle 12:12 | 0 commenti
Federico Caner, Lega Nord - La proposta del capogruppo leghista dopo il declassamento del rating nazionale: "Regionalizziamo il debito pubblico con criteri equi. Il Veneto si accollerà deficit altrui, ma poi sara' autonomia. Il sistema attuale ci porta al default. Serve un cambio di rotta per rilanciare il Paese che va a fondo. La credibilità di un Paese a rischio default si recupera con una proposta seria di riduzione del debito, che anticipi il federalismo e induca i mercati internazionali a darci fiducia.
Per questo oggi diciamo che è irrinunciabile la regionalizzazione del debito nazionale: ogni Ente locale se ne assuma l'onere, in base ad opportuni parametri ed obiettivi, e provveda al rilancio del sistema Italia per far ripartire lo sviluppo. Dopo questo, però, si applichi realmente il federalismo che consenta alle Regioni una vera e fortissima autonomia fiscale e di governo". La proposta arriva dal capogruppo leghista Federico Caner all'indomani del declassamento dell'Italia ad opera di S&P, con il conseguente rischio di default. Sulla base di uno studio condotto dal suo Gruppo consiliare, Caner spiega la sua idea partendo dai numeri: "Il rapporto tra debito e Pil è ormai del 121,8%, il che significa che ogni anno 76 miliardi di risorse vengono buttati in interessi passivi, pari al 10% di tutta la spesa pubblica. In questo come Paese siamo secondi solo alla Grecia (142,8%), considerando però che alcune regioni del Sud Italia sarebbero ben oltre questa cifra. La questione oggi è cruciale non solo a seguito del declassamento di rating, ma anche in attuazione del decentramento fiscale, dato che solo il 6% del debito è imputabile alle amministrazioni locali".
Di conseguenza, propone Caner, perché non regionalizzare fin da subito il debito centrale, che dedotta la parte locale (il 6%) ammonta a 1.797.866 milioni di euro? "Potremmo ad esempio ragionare sul criterio della responsabilità storica, attribuendo il debito ai territori che l'hanno generato, classificando le Regioni in base ai deficit di bilancio e al residuo fiscale negativo, perché è proprio questo che negli anni ha aumentato il debito italiano. In questo modo però ne sarebbero esentati Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Marche, penalizzando fortemente il Sud cui è attribuibile l'80,9% del deficit dal 1996 al 2009. Altre opportunità potrebbero essere un criterio demografico, che sulla base della popolazione residente assegnerebbe una quota di debito procapite uguale per tutti (29.655 euro), oppure il criterio della capacità fiscale, che attuerebbe i doveri di solidarietà previsti dalla Costituzione e ripartirebbe il debito sulla base della distribuzione della ricchezza nazionale. Con questo sistema però la spettanza in capo ad ogni cittadino veneto schizzerebbe a 34.296 euro".
"Vi è infine una quarta e migliore soluzione - spiega Caner -: si tratta di una media dei tre criteri. Il Nord si accollerebbe il 36,8% del debito pubblico centrale (661 miliardi, 23.817 euro pro capite), il Centro il 16,9% (304 mld, 25.477 pc) e il Sud il 46,3% (832 mld, 39.791 pc). Per quanto riguarda il Veneto, il debito pubblico complessivo sarebbe di 105 miliardi di euro, pari a 21.317 euro per abitante".
Aggiungendo a questo il debito delle amministrazioni locali, il Veneto si stabilizzerebbe a 112 miliardi di euro (il 74,8% del Pil): si tratta del valore più basso dopo Lombardia ed Emilia. In termini procapite, al Veneto verrebbe assegnata una quota di debito pubblico di 22.616 euro, ben 8.918 euro inferiore alla media nazionale (31.534 euro). Il minore debito a carico del Veneto avrebbe effetti positivi anche sulla spesa per interessi, che passerebbe da 6,2 miliardi a 4,4 miliardi: "Il restante miliardo e 800 milioni potrebbe essere impiegato nella riduzione della pressione fiscale a carico di famiglie e imprese", suggerisce Caner.
Alcune considerazioni interessanti emergono dal confronto tra debito pubblico regionalizzato in rapporto al Pil dei territori italiani e quello dei principali Paesi europei. Il Veneto avrebbe un debito inferiore a quello di Germania (82,4%), Francia (84,7%) e della media UE (82,3%). In una situazione analoga si troverebbero anche Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Marche. Nel complesso, il Nord Italia (82,1% del Pil) presenterebbe un debito inferiore ai principali Paesi europei e alla media dell'Area dell'Euro (87,7%).
"Tutto questo - conclude il capogruppo leghista - non può che indurci a delle considerazioni chiare e ormai obbligate: il Veneto e il Nord, che a quanto emerge non hanno generato debito pubblico ma che di contro stanno continuando a pagarlo rinunciando allo sviluppo e rischiando di essere trascinati in basso in un pericoloso default, sono pronti a fare comunque la propria parte. Accollandoci una buona fetta di debito (altrui) e contribuendo a sanarlo, le Regioni virtuose dovrebbero però avere un ‘contraccambio': la mia proposta è che d'ora in avanti si sancisca una autonomia fortissima per gli Enti locali, affinché ognuno, con le proprie responsabilità , si possa d'ora in avanti autogovernare e decidere per i propri cittadini il successo o il fallimento".
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