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Dall'assemblea di Assofond il manifatturiero annuncia una politica "shock" per rilanciare l'economia

Di Martina Lucchin Lunedi 15 Luglio 2013 alle 17:05 | 0 commenti

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Il settore manifatturiero rimane un tassello chiave per l’economia italiana nonostante il peso della crisi economica si faccia sentire non poco in un quadro politico che ha dimostrato una quasi totale incapacità di intervento e sostegno. Questa la premessa della “Assemblea generale ordinaria delle fonderie associate 2013” che ha avuto luogo oggi nell’originale cornice della villa Colleoni di Thiene. 

La réunion organizzata da Assofond (Federazione Nazionale Fonderie) in occasione dell’elezione del nuovo presidente Roberto Ariotti, succeduto a Enrico Frigerio, ha visto coinvolti in una tavola rotonda diversi rappresentanti del settore che si sono alternati in un’analisi costruttiva del difficile momento storico che l’economia del bel paese sta attraversando. E il punto d’arrivo su cui l’assemblea sembra essere d’accordo è questo: la crisi batte duro, dalla politica non giungono i segnali tanto attesi e per gli imprenditori è giunto il momento di agire in maniera autonoma.

“Serve uno shock forte che ci rimetta al passo degli altri. E a farlo dobbiamo essere noi, con uno sforzo comune e con coraggio”. Il vice presidente di Confindustria, Aurelio Regina - presente insieme al  responsabile del fisco dell’associazione degli industriali, Andrea Bolla - parla chiaro e il messaggio lanciato è colto al volo da tutti i presenti. In particolare da Roberto Vassori, presidente Anfia (Associazione Nazionale Fra Industrie Automobilistiche), che chiede al governo senza mezzi termini di fare un passo indietro. “Dichiariamo un settore dell’economia, che dimostri di essere attivo, come una “zona franca” dalla legislazione vigente per dieci o quindici anni e sperimentiamo nuovi modelli di fiscalità e sviluppo”. Proposta accolta dal leader della Federazione Nazionale di Costruttori di macchine agricole, Massimo Goldoni, che sottolinea i disagi che la nostra economia sopporta per uno stato assente laddove servirebbe e troppo invadente in altri casi. “Ma adesso cusa fem?” si chiede quindi in dialetto lombardo Gabriele Galante dell'International Monetary Fund. Puntare tutto sull’aggregazione tra imprese, indipendentemente dai tempi della politica, e realizzare prodotti innovativi che rispondano alla domanda del mercato in tempi rapidi è la risposta unanime dei protagonisti della tavola rotonda. In una parola, secondo il neo eletto presidente di Assofond, bisogna essere “resilienti”: “adattarsi ai cambiamenti economici e attraverso la collaborazione con istituti di ricerca e università, come la nostra associazione sta facendo, realizzare prodotti innovativi e di nicchia”. 

Tutti concordi, quindi, sul fatto che il balzo in avanti deve venire prima di tutto dagli stessi imprenditori, ma anche sulla necessità che il governo risponda, almeno, con un alleggerimento del carico fiscale sul lavoro e, magari, dando il via libera alla deroga fiscale per le imprese. Intanto l’assemblea si consola con i quasi due miliardi di risparmio racimolati attraverso il taglio dei costi e da alcuni interventi nel mercato elettrico che, in quanto titolare della delega allo sviluppo economico e energia, Andrea Bolla annuncia in arrivo per le imprese. Ma ovviamente non è abbastanza. È anche un cambiamento culturale, infatti, quello che i rappresentanti del manifatturiero riuniti oggi si augurano: dallo stato poche regole, ma chiare, su cosa non si possa fare; per tutto il resto, la palla passi nelle mani degli imprenditori del settore che con “coraggio e innovazione”, dicono, di essere pronti a rimboccarsi le maniche per trainare la malconcia economia del nostro paese.   

Nella foto: Aurelio Regina, Andrea Bolla, Massimo Goldoni, Roberto Vavassori, Gabriele Galante 


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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