Dalla Pozza candidato sindaco? "Non ho ambizioni, ma un desiderio: un'opposizione non così debole"
Giovedi 10 Settembre 2015 alle 06:22 | 1 commenti
Potrebbe essere prematuro parlare di un dopo-Variati a due anni e mezzo dalla scadenza del suo mandato se non fosse che il sindaco di Vicenza non sembra aver depositato lasciti a nessuno. E se da una parte l'opposizione di centro-destra sembra ancora confusa dopo le spaccature degli anni scorsi, dall'altra il Pd Veneto e vicentino esce con le ossa rotta dalla ormai celeberrima débâcle di Alessandra Moretti.
A pochi giorni dalle dimissioni della segretaria del Partito Democratico cittadino, Chiara Pavan, abbiamo chiesto all'assessore Antonio Dalla Pozza, che alcuni vedono come il prossimo candidato alle amministrative del Pd, una sua visione sul futuro del partito.
Le dimissioni di Chiara Pavan, dopo la sconfitta del Pd alle regionali, appaiono come un atto dovuto. C'è un partito da rifondare non solo in Veneto ma anche a Vicenza?
Ho apprezzato molto il mettersi in discussione di Chiara, ma le colpe non possono essere attribuite solo alla segreteria cittadina. Sono un sostenitore della tesi che dopo le elezioni regionali andasse fatta una verifica con un congresso straordinario che coinvolgesse subito tutti i livelli, dal regionale in giù. In questo senso una riflessione collettiva di responsabilità sul disastro elettorale andava fatta subito. Il fatto che non sia stata fatta rappresenta per me un po' una delusione. Alcuni livelli del partito hanno ritenuto che questa riflessione non doveva essere fatta o fatta senza dire in che modo procedere. altri livelli hanno deciso di non decidere.
Sembra però che il piccolo flirt tra il Veneto e il Pd sia finito...
Si sta pagando lo scotto del percorso delle riforme sia a livello di tesseramento che a livello di voti. Poi c'è il discorso dei profughi e quello della riforma della scuola. Tutti fattori che hanno penalizzato il partito che rappresenta il Governo e questo fatto non può che riversarsi sullo stato del partito.Â
Qualcuno dice che ci siano divisioni interne palesi, circoli che chiudono, ex-Ds e ex-Margherita che si stanno allontanando...
Il 75% degli attuali iscritti al Pd non erano mai stati iscritti prima al partito. Il Dna del Pd è fatto sopratutto di democratici nuovi. Questa cosa della divisione è vera ma per alcune realtà sporadiche. Piuttosto esiste all'interno del partito chi interpreta il liberismo di Renzi e chi invece considera queste politiche come fautrici di un disagio sociale. Rizzato è un renziano, i lettiani non sono d'accordo con Renzi e non sono certo ex-Margherita. Proprio perché c'è questa fluidità un congresso straordinario fatto senza seguire le correnti con candidature unitarie sarebbe necessario per rifondare il partito veneto. Tanto più che qui c'è sempre stata una attenzione specifica, da parte del nazionale, su come indirizzare il partito. Pietro Folena, ad esempio, colonnello mandato da Roma, e la stessa Rosy Bindi.Â
A Vicenza, invece, esiste questa differenza di visioni tra il sindaco e il partito che potrebbe influenzare la scelta del segretario?
Il sindaco è del Pd, l'amministrazione è a guida Pd, quattro membri della giunta sono del Pd, il gruppo consigliare è del Pd. Sinceramente questa distanza tra sindaco e partito mi sembra artificiosa. Il sindaco fa politiche di centro-sinistra che non vanno in contrasto con il Pd. Se qualcuno immagina una segreteria che si contrapponga in maniera netta al partito immagina la scenetta del marito cornuto che si taglia i genitali per far dispetto alla moglie. Un segretario deve essere un segretario che esprime la sua voce e la voce del partito. Ci può essere una sintonia non totale ma di certo non netta. E poi ci sono le elezioni amministrative e le nuove segreterie si eleggeranno nel 2017. L'elezione di un segretario cittadino non può essere una candidatura che non guardi a quello.
Dalla Pozza candidato sindaco?
La discussione su questo adesso mi sembra tanto acerba. Nel 2016 ci si chiarisce tutti le idee ma nessuno è indispensabile e non ho particolari ambizioni in questo momento e nemmeno dico: "sono a disposizione del partito". La politica in questo momento cambia molto velocemente. Quel che posso fare io è dare una mano al partito nel cercare la candidatura pr dare conformità a questi dieci anni di mandato amministrativo.
Un desiderio?
Suona strano, ma lo dico lo stesso. Spero che il centro-destra si tiri fuori da questo impasse in cui è precipitato. Non è mai opportuno avere minoranze deboli, ogni tanto fa bene essere contestati perché si cerca di migliorare. Credo sinceramente non vada bene agire con la convinzione che nessuno ti darà fastidio.
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