Dalla parte dei più deboli: la posizione
Venerdi 16 Novembre 2012 alle 23:31 | 1 commenti
La Palestina brucia. Ancora, . Da decenni, intere generazioni di palestinesi non hanno una loro nazione. Non possono decidere il loro futuro. Soprattutto nella striscia di Gaza sono costretti a vivere in una specie di campo di prigionia. Intere generazioni di palestinesi sono state costrette a sopravvivere in zone chiuse da filo spinato, da muri, da blocchi navali, da frontiere invalicabili. Intanto i giornali danno le notizie. In grande evidenza il lancio di qualche razzo su Tel Aviv. Più in piccolo i violenti bombardamenti israeliani.
In questo eterno conflitto la differenza delle forze in campo è evidente. Ancora una volta si contano decine di vittime innocenti, donne, bambini, vecchi in una terra dove la Pace sembra un remoto ricordo. Il futuro è inesistente, è una speranza perduta. Le ultime notizie raccontano di un imminente attacco terrestre da parte dell'esercito israeliano e, allora, torna alla mente l'azione "piombo fuso" di qualche anno fa. Un massacro. Si è persa la ragione. Quella in Palestina è una guerra che sta distruggendo un popolo, che lo rende vulnerabile, schiavo del terrore, senza futuro. E un popolo senza futuro è disperato. Costringere un popolo alla disperazione non può essere una soluzione. Di fronte a ciò non è possibile restare neutrali. Io sono dalla parte dei palestinesi.
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