"Da nord", a Milano proposte Pd veneto per riforma del patto di stabilità e dello stato
Sabato 30 Giugno 2012 alle 12:50 | 0 commenti
Partito democratico - Riforma del Patto di Stabilità , riforma fiscale, piena attuazione della riforma Bassanini e patto di cittadinanza basato sulla sussidiarietà . Sono quattro le parole d'ordine lanciate dal Partito Democratico del Veneto oggi a Milano, dove al forum delle assemblee regionali di Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna e Veneto, Rosanna Filippin ha coordinato il gruppo di lavoro sulla Riforma dello Stato e il nuovo patto di cittadinanza.
Nel documento presentato dal Pd Veneto la prima indicazione è la riforma del Patto di Stabilità interno: non tiene conto dei dati strutturali, del PIL locale, ma uniforma le richieste in nome di un contributo al miglioramento dei saldi di finanza pubblica, facendo esattamente il percorso inverso di quanto impone l'Europa con il patto di stabilità tra Stati Membri. Le regioni del Nord sono prese in una tenaglia a causa del patto di stabilità . La strada è quella di trasformarlo in uno strumento di valutazione delle performance dei territori, che significa vincoli che rimangono per le Regioni con eccesso di area pubblica e vincoli non più assoluti, ma orizzontali e territoriali, in quelle regioni dove la spesa e l'espansione del ruolo della Pubblica Amministrazione sono sotto controllo. I dati ci dimostrano che il rigore si consegue meglio con la distribuzione delle responsabilità ai territori e ai loro Enti di governo.
Al secondo punto la riforma del sistema fiscale. Quello attuale è vecchio di 60 anni e non trova rispondenza in un mondo che è cambiato. Serve una progressività fiscale più accentuata e ancorata al patrimonio. La globalizzazione muove i flussi finanziari con troppa velocità e bisogna rivolgere l'attenzione agli stock patrimoniali. Solo così si può pensare di abbassare un domani le tasse sul lavoro.
Quanto al sistema delle autonomie locali, la tesi del Pd veneto è che si debba costruire un "federalismo vero", che non sia soltanto decentramento funzionale, ma autonomia decisionale, dando piena applicazione al dettato Costituzionale riformato dalla Legge Bassanini su materie come istruzione, formazione e lavoro, welfare e immigrazione, ma anche servizi alle imprese, innovazione e ricerca (non universitaria). Per dare corso a questa rivoluzione occorre responsabilizzare i funzionari pubblici, in particolare la dirigenza, che costituisce il vero punto cieco della PA italiana (dal ritardo della giustizia alle lungaggini burocratiche) e ancora una progressiva sostituzione degli organi amministrativi superflui, come le Province, con la loro trasformazione in "ambiti ottimali", funzionali alla migliore gestione delle risorse e dei servizi presenti.
Infine un nuovo "patto di cittadinanza", basato sulla sussidiarietà , la prossimità istituzione-cittadino, intesa come auto-organizzazione della società civile per quel che riguarda tutte le possibili prestazioni di servizio. E ancora un principio di cittadinanza più moderno, legato al suolo di nascita e non al sangue famigliare.
"Da Nord" proseguirà nel pomeriggio, con la discussione in seduta plenaria e le conclusioni di Pier Luigi Bersani.
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