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Alessandra Moretti democratica: oche Moncler soffrono perchè le spiumano, io per le cerette. Rurale Filippi pro spiumatori, ViPiù pro oche

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 20 Novembre 2014 alle 23:12 | 0 commenti

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Dopo la denuncia da parte di Report del caso Moncler, che produrrebbe i suoi piumini da mille euro e più facendo spiumare le oche in paesi dell'est a 30 cents l'una senza rispetto alcuno per la natura, viste anche le condizioni economiche di sfruttamento che spingono i cosiddetti "umani" a fare violenza sugli "animali", che nella scala degli esseri viventi sono appena uno scalino sotto, pubblichiamo una serie di botta e risposta, intense ma aperte e franche tra Massimiliano Filippi, Segretario Generale FederFauna, Vicepresidente Associazione per la Difesa e la Promozione della Cultura Rurale Onlus, e chi vi scrive, direttore di VicenzaPiù.

Lo pubblichiamo lo scambio di idee così come è avvenuto, di getto, via mail per non perdere in naturalezza e immediatezza.

Se Filippi e Coviello, che partono da considerazioni in parte diverse, ma in comune hanno la voglia di confrontarsi, aiuteranno col loro umile esempio a far "scoprire" che sono ancora possibili discussioni su cui appassionarsi, potrebbe anche avvenire un miracolo: far capire a chi voterà alle primarie del centro sinistra che possono esistere metodi diversi da quelli dello stile ladylike che portano miss Alessandra Moretti a concentrarsi sulle cerette settimanali che alle lupacchiotte post berluschine tolgono il pelo, ma non il vizio. Dell'apparire pur di apparire, senza essere lady, ma solo like.
P.S. Cara Ale, cambia il piumino e indossa un Moncler! Sarebbe di certo ladylike e con quello indosso dimostreresti, anche alle amiche oche, che tu sei una vera democratica egualitaria: una spiumata a loro, una ceretta a me... E stavolta, pensa, se il "rurale" Filippi è con gli spiumatori, io difendo le oche...

 

Ecco lo scambio di mail avvenuto in questi giorni, in pura sequenza temporale.

Di Massimiliano Filippi, Segretario Generale FederFauna, Vicepresidente Associazione per la Difesa e la Promozione della Cultura Rurale Onlus

L'Ungheria è in Europa un vero baluardo della Cultura Rurale, dove il settore primario è ancora tale e dove le persone custodiscono gelosamente le tradizioni. Tra esse quella, a San Martino, di mangiare l'oca: l'animale che secondo la leggenda con il suo starnazzare e sbattere le ali fece scoprire il Santo, nascostosi perché per umiltà non voleva essere proclamato vescovo.
Così, mentre in Italia gli urbani internauti si indignavano per un filmato sulla spiumatura delle oche (estorto con l'inganno ad ignari poveracci in una stalla sperduta chissà dove nella puszta ungherese), in Ungheria un pò ovunque si festeggiava con prelibatezze a base d'oca e foie gras. A Siofok, sul Lago Balaton, è stato cucinato e servito uno stufato d'oca di ben 6mila litri e si è brindato con tutti i tipi di palinka, alla faccia della Gabanelli e degli animalisti italiani!...
Scherzi a parte, in realtà, praticamente nessuno in Ungheria sa nemmeno dell'esistenza di una polemica in Italia sulla produzione di piumino e i pochi che abbiamo messo al corrente noi nell'apprenderlo si sono fatti grasse risate pensando si trattasse di una burla. Quando abbiamo detto loro che era vero, ci hanno chiesto come sia possibile che in Italia, con i problemi economici che ci sono, alla vista di persone che spinte dalla miseria spiumano un'oca per 30 centesimi ci sia gente che si indigna per la sorte dell'oca, che peraltro ben curata e alimentata rigenera il suo piumino in men che non si dica, ma anche come sia possibile che in Italia ci sia gente che crede che un'azienda, "una", ammesso che di azienda si trattasse, sia lo specchio di un intero settore...
La risposta è semplice: in Italia molte persone hanno perso il contatto con la realtà e con le proprie radici, e ci sono lobby che, con la disinformazione e la propaganda, fomentano questo distacco, facendolo passare per civiltà, per sfruttarlo a puri fini di marketing.
Così oggi in Italia a molti sfugge che in qualsiasi settore è possibile che ci siano operatori che lavorano meno bene di altri, ma che per fortuna ciò non rappresenti la norma. Così sfugge che nelle produzioni animali, in tutte le produzioni animali, sia proprio la salute e il benessere degli animali a garantire migliori e più abbondanti produzioni, perché un animale malato o maltrattato non darà mai buone performance.
Ben lo sanno, invece, gli Ungheresi, che a differenza degli Italiani, di oche (ma anche altri animali) ne allevano in gran quantità e quindi le vedono dal vivo tutti i giorni e non sporadicamente attraverso telecamere animaliste. Da loro ben difficilmente si bloccherebbe l'attività di un'azienda che "rende", mai e poi mai sequestrandole gli animali per darli ad un'associazione animalista che "costa". Si perseguono, invece, i delinquenti che si introducono in una proprietà privata per filmare o fotografare qualche animale malato o ferito, che su migliaia ci può essere benissimo, con lo scopo di raccontare che sono tutti così...
È questione di Cultura, che da noi si sta perdendo e che invece dobbiamo impegnarsi a recuperare, difendere e promuovere, perché è una falsa civiltà quella che rinnega la Cultura Rurale.

 

Di Giovanni Coviello, direttore di VicenzaPiù

Il problema, caro signore, non è scandalizzarsi per le oche spiumate a 30 cents, ma per chi vende il prodotto così fatto a 1000 euro non pagando il giusto magari a lavoratori messi in condizione di spiumare nel rispetto della "cultura rurale", due parole che in bocca a lei suonano proprio male, visto che la sua "cultura" definisce delinquenti i giornalisti che vanno "a caccia" di notizie (in altri casi magari da lei apprezzati) e che il suo pensare "rurale" è un'offesa per chi rispetta la natura, tutta.

 

Di Massimiliano Filippi, Segretario Generale FederFauna, Vicepresidente Associazione per la Difesa e la Promozione della Cultura Rurale Onlus
Caro signore, mi dispiace che Lei non abbia capito quanto ho scritto e ancor di più che si sia sentito offeso... Forse non ha capito che nel caso specifico mi riferivo agli animalisti e non ai giornalisti, definendoli delinquenti, ma anche se così fosse, credevo che le testate che Lei rappresenta non avessero di che offendersi, visto che ci hanno più volte dato spazio, dimostrando la volontà di far sentire anche l'altra campana e quindi la capacità di fare vera informazione, senza manipolazioni o censure, presentando la realtà oggettiva dei fatti e permettendo al lettore di farsi una propria opinione, non imponendogli con sotterfugi quella di altri. Per quanto riguarda, invece, il prezzo di vendita di un qualsiasi prodotto, trovo che il prezzo corretto sia unicamente quello che l'acquirente è disposto a sborsare. Per quanto riguarda l'acquisto di materie prime e manodopera all'estero, come si evince dallo stesso filmato di Report, pare non sia nemmeno una questione solo di costi (le aziende pugliesi confezionavano i piumini allo stesso presso di quelle moldave)... Domandiamoci perché in Italia non si allevano più le oche (e non solo purtroppo)... Inizi, magari a farsi queste domande... Se la Sua ignoranza (intesa come non conoscenza) in merito alla vita e alle tradizioni contadine è in buona fede, magari vada a visitare qualche paese dove è preservata davvero la cultura rurale e provi a fare un pò di confronti.... la supponenza è una colpa, non l'ignoranza... io La perdonerò per avermi detto che il mio pensare rurale è un'offesa per chi rispetta la natura...


Di Giovanni Coviello, direttore di VicenzaPiù
A breve ci facciamo un pezzo per continuare a parlare di tutti, ma allevi ancora un po' la mia ignoranza:
le "telecamere animaliste" e "i delinquenti che si introducono in una proprietà privata per filmare o fotografare qualche animale malato o ferito..." non sono come, da ignorante, capivo quelle dei colleghi di Report? Lei lo sa e lo ha detto che diamo spazio a tutti, ma per noi attentare alla libertà di stampa, quella che ci fa scrivere anche di voi, è da... delinquenti. O no? Con simpatia, ma pensi alle oche spiumate di corsa? Forse è meglio ucciderle e mangiarle o no?

Di Massimiliano Filippi, Segretario Generale FederFauna, Vicepresidente Associazione per la Difesa e la Promozione della Cultura Rurale Onlus
La Sua mail mi fa estremamente piacere e non fa che confermare la mia positiva impressione iniziale sul Vostro lavoro, perciò Le risponderò molto volentieri. Partiamo dalle "telecamere animaliste" e "i delinquenti che si introducono...". Premesso che considero estremamente scorretto anche "accedere" in una proprietà privata spacciandosi per chi non si è e filmare con telecamere nascoste, soprattutto se poi si diffonde quanto filmato in assoluta assenza di contraddittorio, perché la "libertà" di stampa, come tutte le libertà, è tale fino a che non prevarica la libertà altrui. Nel pezzo ho parlato di "introduzione" e di "delinquenti" perché quasi tutte, probabilmente tutte, le sedicenti "investigazioni" prodotte e fornite ai media dalle organizzazioni animaliste sono realizzate commettendo il reato di "introduzione" abusiva in proprietà privata, spesso associato a quello di danneggiamento di recinzioni, portoni, ecc., reati previsti praticamente da tutti gli ordinamenti giuridici. In tali quasi tutte, probabilmente tutte, le sedicenti investigazioni si mostra appunto il particolare (a volte addirittura in modo artificioso) spacciandolo per il generale e sono perciò falsa informazione. Sta poi alla serietà del media che le riceve il come usarle e presentarle al pubblico.
Passiamo alle oche. Da sempre ed ovunque, anche da noi quando si allevavano, il piumino viene prelevato dall'animale vivo. Questo per due motivi: il primo è che se si uccide prima l'animale si preleva il piumino una volta sola, mentre esso si rigenera spontaneamente più volte nel corso della vita dell'animale (il fenomeno si chiama "muta"); il secondo è che la qualità di un piumino prelevato da un animale morto è di qualità più scadente di quello prelevato da un animale vivo. Tra l'altro la pratica, se eseguita come si deve, non è particolarmente dolorosa per l'animale, tant'è che non è vietata dalla legge, se non in alcuni paesi. Nel caso del filmato di report, premesso che, come detto, si tratta di un caso particolare e non della regola, è vero: le oche erano "spiumate di corsa", ma non seviziate col proposito di seviziarle e venivano poi disinfettate com'è giusto fare (non sempre si faceva nelle nostre campagne). Tenga presente che sulle abrasioni non cresce più la piuma, perciò quale interesse potrebbe avere un allevatore di oche a ferire gli animali?! Se vuole possiamo ulteriormente approfondire, anche altri temi riguardanti l'allevamento e non solo delle oche. Cordialissimi saluti

 

Di Giovanni Coviello, direttore di VicenzaPiù
Un'altra domanda, visto che sulla violenza alle oche fatta perché chi lavora per 30 cents deve... sbrigarsi visto che per fare 3 euro bisogna spiumare 10 oche, per farne 15 vanno spiumate 50 eccetera...
Considera «estremamente scorretto accedere" in una proprietà privata spacciandosi per chi non si è e filmare con telecamere nascoste, soprattutto se poi si diffonde quanto filmato in assoluta assenza di contraddittorio...» anche se si accede in nascondigli di mafiosi e delinquenti?
E in questi casi si commette «il reato di "introduzione" abusiva in proprietà privata, spesso associato a quello di danneggiamento di recinzioni, portoni, ecc...» e magari si risarciscono mafiosi e delinquenti?
Per entrare, cioè, in luoghi in cui avviene qualcosa che si pensa non regolare si bussa e si chiede i permesso?
Quando siamo andati a fare foto alle centinaia di migliaia di euro di suppellettili e apparecchiature abbandonate in perfetto stato all'ex ospedale di Schio ci siamo a andati e basta. Poi abbiamo chiesto spiegazioni e non ci sono state date.
Lo stesso hanno fatto i collegi di Report e non mi sembra che "il signor Moncler" abbia risposto...
Caro amico la faziosità, in un senso e nell'altro, porta alla cecità e.. alla volontà di "ignorare".
Non farebbe meglio, per essere più credibile nelle sua apprezabili battaglie se dicesse: in questo caso è stata fatta violenza. Alle oche e ai lavoratori.
Anche loro spiumati da un cinico (im)prenditore di soldi. Apresto.

P.S. L'amico Filippi non ha più replicato per cui ci piace pensare che abbia fatto in parte suoi i nostri distinguo, nel reciproco rispetto delle opinioni.
Opinioni che oggi tutti i nostri lettori possono leggere.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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