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Crisi Russia, pmi vicentine con il fiato sospeso. Ma soddisfatte per la legge di stabilità

Di Edoardo Andrein Venerdi 17 Ottobre 2014 alle 15:44 | 0 commenti

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L'export in calo nel 2014 verso la Russia preoccupa Apindustria Vicenza che invita l’Europa alla diplomazia per evitare effetti strutturali sulle attività produttive. La crisi Ucraina e le conseguenti restrizioni economiche tra Unione Europea e Russia mettono in serio pericolo gli affari per tante Pmi vicentine, in un mercato che negli ultimi anni ha rappresentato un'ancora di salvezza. Di seguito una panoramica sulla situazione e le parole del presidente di Apindustria Vicenza, Flavio Lorenzin.

Secondo i numeri relativi ai primi due trimestri del 2014, le esportazioni verso la Federazione russa mostrano il passo, dopo una crescita costante nei tre anni precedenti. Dopo un primo momento di sorpresa e sbandamento, i nostri imprenditori devono allora rimboccarsi le maniche e pensare a mercati alternativi.

«La preoccupazione riguarda non soltanto il calo di vendite che generalmente verrà registrato alla fine di quest'anno – spiega il presidente di Apindustria Vicenza, Flavio Lorenzin – ma anche la possibile perdita di quelle quote del mercato russo che nel tempo le nostre aziende hanno saputo conquistare con fatica e impegno. Se la situazione, che ancora oggi possiamo definire eccezionale, non dovesse rientrare a breve, queste fette di mercato rischiano di essere occupate da altri. Ciò accade perché in un mondo globalizzato le informazioni si muovono ad altissima velocità, e di conseguenza anche i flussi di merci possono essere deviati rapidamente». Esempi della perdita di posizioni arrivano dai settori colpiti dai divieti russi come l’agroalimentare, il conciario, in parte il tessile-abbigliamento e il calzaturiero, dove il mercato sta reagendo con la sostituzione dei fornitori europei con quelli turchi, coreani, cinesi e sudamericani.

Ma il problema si verifica anche in direzione opposta, dato che le sanzioni europee sulle esportazioni verso la Russia possono interessare prodotti utilizzabili in vari e diversi ambiti dell’economia: in questo caso l'impatto non ricade sulle sole aziende esportatrici, bensì sull'intera filiera collegata, dai macchinari alla componentistica, dagli impianti alle parti elettriche, e ai software. «Anche i settori non direttamente coinvolti dall’embargo risentono del clima teso – conferma Lorenzin – in quanto l’incertezza per il futuro e la mancanza di prospettive procrastinano le decisioni, i progetti di investimento e gli acquisti, quando non sospendono attività già in atto. Di tutto questo le aziende del territorio sono ben consapevoli. Anche l’Europa deve esserlo altrettanto – conclude il presidente – e impegnarsi fortemente per trovare una soluzione diplomatica ad una crisi complessa in tempi brevissimi, evitando che gli effetti negativi diventino strutturali e si ripercuotano sulle imprese esportatrici, i loro lavoratori, collaboratori e fornitori, e quindi sulla capacità di contribuire alla crescita economica e all’occupazione».

 

«Siamo soddisfatti del pacchetto di misure economiche così come approvato dal consiglio dei ministri – commenta il presidente dell'associazione Flavio Lorenzin – e ci auguriamo che non subisca stravolgimenti nei successivi passaggi parlamentari. Accogliamo con grande favore misure virtuose riguardanti la buona scuola, la conferma del bonus di 80 euro, l'Irap, l'ecobonus e l'efficientamento della giustizia».

Il rappresentante delle piccole e medie imprese apre anche al Tfr in busta paga su base volontaria, ma invita l'esecutivo a rivedere l'applicazione delle imposte ordinarie: «È possibile lasciare la quota di liquidazione nella disponibilità immediata dei lavoratori mantenendo la tassazione agevolata prevista oggi – aggiunge Lorenzin – in modo da garantire più risorse a disposizione delle famiglie e senza alcuna perdita per le casse dello Stato».


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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