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Crisi e recessione: non siano i popoli a pagare le colpe della finanza mondiale

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 23 Agosto 2011 alle 23:48 | 0 commenti

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Alex Cioni, membro direzione provinciale di Vicenza Pdl - Un dato incontrovertibile che emerge limpidamente in questa fase storica di enormi tensioni e di sommovimenti internazionali, riguarda la globalizzazione economica che è stata accettata come una naturale evoluzione del libero mercato in funzione dello sviluppo dell'economia reale, mentre i fatti dimostrano l'opposto, cioè che questo dogma sta gradualmente depauperando in modo verticale i popoli europei.

Come ha spiegato il nobel per l'economia Maurice Allais, è da folli mettere in concorrenza aree economiche con un costo del lavoro troppo differente, in quanto necessariamente la competizione dell'area più "povera" porterà l'area più "ricca" a calare i salari, oppure direttamente a trasferire la propria produzione dove la mano d'opera costa di meno. A questo stato di cose poi s'aggiungono gli effetti di una economia drogata e di un sistema dei mercati azionari in crisi, ai quali però i governi nazionali rispondono fiaccamente o, nel peggiore dei casi, in linea con le direttive emanate più o meno direttamente dalle medesime sanguisughe usurocratiche. Purtroppo, nessuno pare avere il coraggio di entrare in guerra contro questi veri e propri criminali! Le celebri agenzie di rating, per fare un esempio, hanno una forza politica illimitata e totalmente priva di controlli da riuscire ad azzerare la sovranità di una nazione. Possiedono un potere che è illegittimo e verso il quale gli Stati nazionali dovrebbero reagire privandole del potere senza reticenze. Del resto, queste "agenzie" non sono altro che delle aziende private a scopo di lucro con dei conflitti di interessi evidentissimi, tra i primi responsabili di una speculazione finanziaria che negli ultimi anni ha mostrato il lato peggiore. Ma questo aspetto del caos che sta investendo tutti noi, seppur determinate, è solo un elemento della crisi.
Per decenni in Italia il potere politico si è distinto per una cattivo modo di gestire il denaro pubblico sperperando i nostri soldi al fine di assicurarsi una rete assistenzialista e clientelare. Lo sappiamo tutti! Per la verità, va anche detto che la politica non è l'unica responsabile di questo stato di cose, ma riguarda un diffuso modo di operare che è intrinseco in molti italiani. Tuttavia, in questo delicatissimo momento, mettere mano alla forbice è un'operazione giusta e necessaria, verosimilmente compiuta in ritardo, ma che deve giungere all'eliminazione degli sprechi della mala-politica senza incidere radicalmente sui servizi offerti al cittadino. Cosa non del tutto elementare a quanto pare. Sul fronte del risparmio della spesa, la politica tutta deve dare dei segnali forti, ma tenendo ben presente che la strada obbligatoria da intraprendere riguarda altresì un cambiamento strutturale che in primo luogo colpisca i principali attori responsabili di una crisi economico-finanziaria che ci sta trascinando verso un'ennesima recessione che non può essere attribuita ai ceti più popolari e quindi più esposti.
Sono fermamente convinto che le parole d'ordine di novecentesca memoria siano oggi più che mai fuori dal tempo, però è altrettanto vero che una soluzione plausibile che dovremmo sbattere sul muso degli ignobili agenti della tecnocrazia finanziaria, è di riconsegnare allo Stato le chiavi di casa garantendogli un ruolo più forte e autorevole nei settori strategici di interesse nazionale: nazionalizzare le banche centrali e restituire alla sovranità popolare l'emissione della moneta, dazi doganali a livello europeo sulle merci extraeuropee, ristabilire il ruolo centrale e il primato della politica sull'economia. Insomma, altro che privatizzare completamente l'Eni come qualcuno vorrebbe fare seguendo le svendite del patrimonio statale dei primi anni 90. Niente di nuovo, ma alcune linee guida già proposte anche dal ministro Tremonti due anni fa nel pieno della prima crisi venuta anch'essa d'oltre oceano (vedi il video).
Mi rendo conto che non è una cosa da poco muoversi in questa direzione, e che è realizzabile solamente all'interno del contesto di un'Unione europea che è ancora molto lontana dall'essere un soggetto politico di primo piano. Tant'é, che in Europa continuano a prevalere i particolarismi ed è assente una visione strategica d'insieme come mostra la secca bocciatura di Berlino e di Parigi verso gli "eurobond" proposti dal governo italiano.

Comunque sia, se da un lato la politica dell'austerità può ridurre in parte il debito pubblico, è altrettanto vero che se poi il debito viene pagato esclusivamente dalle classi popolari e dai ceti medi, il rischio è di diminuire ancora ulteriormente il potere d'acquisto dei cittadini aumentando di conseguenza la pressione deflazionista sui salari. Il che significa solo una cosa: ancora disoccupazione e aumento del deficit. Checché se ne dica, su un punto non si possono cedere posizioni: i sacrifici si accettano e si affrontano se si colpiscono anche le cause chiamando a risponderne gli artefici; inversamente se il disastro creato dalla finanza mondiale verrà pagato solo dai popoli, tutte le misure dibattute anche in questi giorni di fine agosto, rimarranno solo dei pannicelli caldi, utili forse ad affrontare l'emergenza ma non in prospettiva di un futuro che guardi oltre all'orizzonte.


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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