CPV annuncia ricorso al T.a.r. del Veneto contro calendario venatorio 2011-2012
Venerdi 22 Luglio 2011 alle 07:46 | 0 commenti
Renzo Rizzi, Portavoce CPVÂ -Â In relazione all'approvazione del calendario venatorio 2011-2012 il coordinamento protezionista vicentino annuncia ricorso al T.a.r. del Veneto in quanto si tratta di un documento "contronatura", una delibera per sparatori, che allunga la stagione di caccia facendosi beffe di quanto stabilito dalla legge 96/2010.
Ovvero, la regione Veneto con il calendario approvato non ha tenuto minimamente conto di una direttiva Europea e di una legge dello stato, che prevede all'articolo 42 delle limitazioni consistenti per le specie in difficoltà .
Analizzando il contenuto del nuovo Calendario Venatorio del Veneto, si nota subito come sempre, che a rimetterci ancora (tanto per usare un eufemismo )è la fauna selvatica, il calendario, non ha sicuramente quello stile di rispetto faunistico, che ci impone la situazione attuale di criticità e rischio di estinzione in cui versano molte specie di animali.
Da quest'anno, si sarebbe dovuto prevedere l'obbligo, da parte dello Stato ed ancor più delle Regioni (che approvano i calendari venatori), di vietare la caccia nei periodi di particolare delicatezza per gli uccelli selvatici ( riproduzione e migrazione ) e l'obbligo di mantenerne o riportarne le popolazioni ad uno "stato di conservazione soddisfacente".
In sostanza la Regione avrebbe dovuto ridurre la stagione di caccia e proteggere molte specie di uccelli, prima cacciabili.
In sostanza, ancora per interessi di una lobby, si rinvia l'intento del legislatore, che avrebbe dovuto portare i cacciatori, ad essere protagonisti di un nuovo modo di cacciare dove lo spirito guida sarebbe stato quello di "riempire i cieli " ed abbandonare molte delle modalità barbare ed anacronistiche della caccia italiana.
La Regione, invece, non rispettando direttive e leggi, continua a non tenere conto dell'importante documento dell' Ispra "Guida per la stesura dei calendari venatori ai sensi della legge n. 157/92, così come modificata dalla legge comunitaria 2009, art. 42", inviato a tutte le Regioni il 29 luglio 2010.
Quando si continuano ad inserire nel calendario venatorio specie a rischio come il combattente, la moretta, la canapiglia, la pernice bianca, la tortora selvatica, etcc..significa, che nel mondo degli appassionati di Diana non esiste interesse alla tutela dell'ambiente e delle specie più a rischio. E le cose vanno peggio quando si insiste a volere aumentare la durata della stagione venatoria da settembre a febbraio, invece di prevedere l'apertura il 1° ottobre e la chiusura verso il 20 gennaio come previsto dai documenti dell'ISPRA.
Ancora una volta le Associazioni Protezioniste sono "costrette" a cercare giustizia al TAR.
Renzo Rizzi portavoce ha dichiarato: Gli animali selvatici specialmente nel Vicentino sono costantemente sotto assedio, le regole vanno cambiate il prima possibile, dare la gestione della fauna selvatica in esclusiva alle associazioni venatorie è stato un errore gravissimo.
La battaglia politico/venatoria è costantemente in atto, una guerra tra le associazioni dei cacciatori, coadiuvate ad arte dai politici di riferimento, una guerra a chi fa sparare di più, per arraffare l'ultima tessera o l'ultimo voto, uno spettacolo poco edificante che porta ad esempio un assessore della provincia pagato con denaro pubblico a diventare costantemente "il sindacalista dei cacciatori più estremisti"
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