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CorVeneto: Cattolica divorzia da Popolare di Vicenza

Di Rassegna Stampa Venerdi 5 Agosto 2016 alle 11:12 | 0 commenti

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Cattolica divorzia da Popolare di Vicenza. Nell'aria da tempo, il cda di Cattolica ha fatto scattare ieri la rottura dell'alleanza tra la compagnia assicurativa e l'ex banca popolare, approvando l'esercizio del diritto di recesso sugli accordi esistenti. Passo che rompe una partnership strategica di nove anni, firmata nel 2007 dal presidente di Bpvi Gianni Zonin e dall'allora neopresidente di Cattolica Paolo Bedoni. Fu decisiva all'epoca per far uscire la coop veronese dal momento nero successivo alla rottura della trattativa per la fusione con il Banco Popolare.

Il legame strettissimo (che Consob sta valutando ne i rapporti patrimoniali, bancari e finanziari tra le due parti) si era tradotto nell'ingresso di Bpvi in Cattolica fino a diventarne il primo socio con il 15,07%, con due rappresentanti nel cda, e in una partnership commerciale, rinnovata dai patti parasociali di recente fino al 2022. Tre le società in Comune - Berica vita spa, Cattolica life e Abc assicura, ciascuna per il 60% di Cattolica e il 40% di Vicenza - per distribuire prodotti assicurativi. Con però un vincolo nei patti: la possibilità per Cattolica di uscire con la trasformazione in spa della banca.
Fatto avvenuto con l'assemblea soci del 5 marzo, nel bel mezzo della crisi della banca, che ha notevolmente ridotto per Cattolica il valore della partnership. Spingendola all'uscita. Nei dati della semestrale approvata ieri, la società assicuratrice dichiara che buona parte del calo nella raccolta diretta sul ramo vita, 1.526 milioni, -30%, è dovuta «in misura rilevante alla debolezza dei canali distributivi di Bpvi»: 100 milioni di euro raccolti in sei mesi, 254 in meno del 2015. Senza contare le svalutazioni per 60 milioni sulla quota dell' 1% detenuta in Bpvi, evaporata dopo l'aumento di capitale allo 0,006% (gli ultimi 6 milioni di svalutazioni nel semestre). Conto salato insieme alle svalutazioni sulle partecipazioni nelle altre banche non quotate (2 e 35 nel semestre su Veneto Banca e Cassa San Miniato).
La decisione produce una rottura rilevante su molti fronti. Fa venire meno subito i due rappresentanti - e tutte le tutele - di Vicenza in Cattolica e fa scattare i sei mesi (buoni per definire le condizioni) alla fine dei quali Bpvi dovrà riacquistare il 60% delle tre società, sborsando 170 milioni di euro. Se le perdite per Cattolica sono pesanti, il salasso è ancora più pesante per Vicenza e per il suo socio unico Atlante, alla cui costituzione, per salvare Bpvi, Cattolica era entrato con 40 milioni di euro. E non è finita, per Vicenza. Non trattandosi più di partecipazione strategica, il 15% di Bpvi in Cattolica, in carico in bilancio a 394,7 milioni di euro, 15 euro ad azione, dovrebbe esser svalutato ai valori di mercato, 6,03 euro ieri: 157 milioni, con una minusvalenza di 236. In tutto un conto potenziale di 406 milioni, su una banca appena ricapitalizzata.
Ma sul fronte opposto, oltre a vedere gli effetti economici (valutati però come «non significativi » nel secondo semestre 2016 ) e «gli eventuali interventi sul piano gestionale», Cattolica deve comunque tener sotto controllo la possibile vendita del 15% di Vicenza. Certo, la partecipazione è molto sotto il valore di carico; ma potrebbe comunque tornare utile, almeno in parte, per ricavare fondi. C'è da dire che i patti parasociali stabiliscono che se Bpvi venderà sul mercato, anche a blocchi, dovrà farlo «con modalità tali che di per sé sole non comportino un significativo impatto negativo per la quotazione di Cattolica». I patti disciplinano poi la vendita, stabilendo, per quote in vendita superiori al 3%, un diritto per Cattolica di far pervenire entro 30 giorni «un'offerta di acquisto da parte di terzi». Vicenza sarà libera di vendere ad altri, ma a prezzi almeno pari a quelli dell'offerta.
Oltre il capitolo Vicenza, Cattolica ha poi approvato i conti del semestre. In utile per 25 milioni di euro, il 62% in meno rispetto ai 67 dello stesso periodo 2015 (17 contro 53 i valori al netto delle quote di terzi). Sul conto finale pesano le svalutazioni per 72 milioni di euro, che ricomprendono quelle sulle banche: senza l'utile sarebbe stato di 64. Sul fronte raccolta, i premi complessivi, diretti e indiretti danni e vita, sono stati di 2.528 milioni, il 21% in meno rispetto ai 3.203 di un anno fa. Sui danni, la raccolta diretta cala del 3,5%, a 996 milioni, sull'auto è a 549 (-4,4%). Il combined ratio passa da 93,4% a 92,5%, la Solvency II è 1,88 volte il minimo regolamentare. Con un giudizio di Standard&Poor's di «più che adeguato» sul rischio finanziario, ed «Eccezionale» sulla liquidità: il rating è stato confermato il 2 agosto a BBB-, con outlook stabile.
di Federico Nicoletti, dal Corriere del Veneto


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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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