Corte Europea, Caner: prima i veneti, sentenza spiana strada a nuovo welfare
Venerdi 11 Maggio 2012 alle 16:14 | 0 commenti
Federico Caner, Lega Nord -  Il capogruppo leghista commenta la decisione della Corte Europea in merito alla legge del Friuli. Accelerare iter del nostro pacchetto legislativo.
"Il via libera di Bruxelles al criterio prioritario della residenza nell'ottenimento dei benefici territoriali, non può che certificare ancora una volta la validità del principio e la necessità di una sua rapida attuazione anche in Veneto".
"Il via libera di Bruxelles al criterio prioritario della residenza nell'ottenimento dei benefici territoriali, non può che certificare ancora una volta la validità del principio e la necessità di una sua rapida attuazione anche in Veneto. Così il presidente del Gruppo consiliare leghista Federico Caner commenta la decisione della Corte Europea riguardo la legge 16/2011 con cui il Friuli Venezia Giulia fissava a 2 anni (5 per gli extracomunitari) la durata minima della residenza per ottenere benefit sociali dagli Enti locali. "Il Veneto - prosegue Caner - ha inserito la norma nel nuovo Statuto, ed in Commissione è già in corso l'iter di diversi progetti di legge (asili, buoni scuola, case popolari, eccetera) basati proprio sul criterio della residenza. Il procedimento, che vogliamo accelerare, è reso più forte dalla sentenza della Corte di Bruxelles, che certifica la necessità , in un momento di crisi nelle risorse pubbliche, di fissare dei parametri per l'ottenimento di benefici accessori. Chiederò quindi, anche alla luce dell'articolo 5 comma 6 dello Statuto, che si dia rapido corso all'approvazione dei diversi progetti normativi in Commissione e poi in aula, visto che perfino per l'Europa viene a cadere ogni ostacolo". Caner ricorda anche i risultati di un recentissimo sondaggio di SWG per il Gruppo Lega Nord: "I veneti, pur dichiarandosi d'accordo per il 58,6% sulla cittadinanza rapida per gli immigrati regolari che pagano le tasse, in parallelo affermano la necessità di favorire nelle graduatorie pubbliche i residenti sul territorio (62,9%). Non si tratta di razzismo, ma di un mero criterio di territorialità oltre ogni cittadinanza, tutelando chi contribuisce da più tempo al benessere sociale personale e collettivo, sia esso straniero o immigrato, lombardo o romagnolo, calabrese o tedesco".
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