Controlli discariche e rifiuti, Regione: devono essere trasparenti e qualificati
Martedi 3 Luglio 2012 alle 18:29 | 0 commenti
Regione Veneto - Conte e Pepe: Meglio il controllo pubblico o privato?
«La Regione del Veneto vuole controlli trasparenti, tecnicamente qualificati e legalmente rilevanti. Soprattutto su un tema delicatissimo come quello dei rifiuti. Come nel resto d'Italia, questi controlli "ex lege" devono essere effettuati dagli Enti pubblici, dalle Agenzie per l'Ambiente e dalle Forze di Polizia».
L'assessore regionale alle politiche ambientali Maurizio Conte ed il direttore dell'Arpav Carlo Emanuele Pepe, tornano oggi sulla presa di posizione dell'associazione privata ANSAC, ripresa anche da esponenti politici locali, rispetto alle nuove procedure di vigilanza e controllo sui rifiuti, che la Regione ha deciso siano svolti da soggetti pubblici indipendenti e qualificati. Conte e Pepe sottolineano che in questo modo si rafforzerà il già efficace sistema di controllo garantito dalle Province e dall'Arpav, che impiega personale altamente specializzato con qualità di Pubblico Ufficiale e di Ufficiale di Polizia Giudiziaria, qualifiche che un professionista privato, scelto e pagato dalle aziende, non potrà mai avere. Tra Regione, Province e l'Arpav è attualmente in fase di elaborazione un protocollo generale di intervento che prevede l'effettuazione di controlli mirati, specie in quelle situazioni che abbiano destato o possano ragionevolmente destare allarme o pericolo per la collettività , nonché interventi ispettivi a spot, sempre senza preavviso, al fine di poter verificare lo scrupoloso e costante rispetto dei rigidi criteri di gestione e funzionamento degli impianti. I controlli aggiuntivi andranno inseriti nei piani di monitoraggio e controllo approvati da regione e province all'interno delle Autorizzazioni Integrate Ambientali; le aziende continueranno a pagare i controlli, come avveniva precedentemente, che saranno effettuati però da dipendenti Arpav. In conclusione - specificano Conte e Pepe - non si capisce il motivo del contendere, visto che, laddove la norma di settore renda ancora attuale la figura del terzo controllore, la delibera regionale ha ovviamente preservato questa prerogativa.
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