L'acqua inquinata a Vicenza finisce in Europa. Zanoni: necessari interventi urgenti
Mercoledi 12 Febbraio 2014 alle 15:53 | 0 commenti
On. Andrea Zanoni, PD - «La Commissione europea è conoscenza della vicenda di contaminazione da cloruro di vinile monomero dell’acqua potabile nell’acquedotto della frazione di Bertesina a Vicenza? I casi di contaminazione delle acque, potabili e non, sono ormai talmente gravi e frequenti nella Regione Veneto che necessitano interventi urgenti».
Lo chiede l’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, con un’interrogazione alla Commissione europea. «Di fronte a quella che si sta rivelando una vera e propria emergenza chiedo alla Commissione iniziative urgenti a livello comunitario».
Zanoni denuncia in Europa la presenza di cloruro di vinile monomero nell’acquedotto di Bertesina, che a dicembre 2013, come riportato dalla stampa locale, ne ha comportato la temporanea chiusura per la messa in sicurezza di un pozzo della frazione del comune di Vicenza.
«In seguito alla richiesta di analisi di un campione inviata da un privato, l’Unità locale socio-sanitaria 6 (ULSS) e l’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV) hanno rilevato una concentrazione di cloruro di vinile monomero di poco superiore a 1 microgrammo per litro, a fronte del limite di 0,5 consentito per legge - ha aggiunto Zanoni - L’acquedotto in questione serve tutta la zona a est di Vicenza e alcune frazioni dei comuni vicentini di Bolzano Vicentino, Montebello e Torri di Quartesolo. Nelle acque sotterranee di un pozzo privato di Quinto Vicentino, inoltre, la concentrazione dell’inquinante rilevata alla profondità di 200 metri è addirittura pari a 13,64 microgrammo per litro».
Dopo le rilevazioni e la chiusura del pozzo, le Autorità competenti hanno effettuato la bonifica e l’acquedotto è ora tornato in funzione. «Quanto accaduto continua a destare preoccupazione nei cittadini che usufruiscono dell’acquedotto in questione - ha concluso Zanoni - Nonostante le indagini non è stato chiarito, infatti, da quanto tempo il contaminante fosse presente in concentrazioni superiori a quelle di legge né sembra possibile arrivare a stabilirlo in futuro, come dichiarato alla stampa dal direttore della società che gestisce il servizio idrico integrato nella zona. Il cloruro di vinile monomero è una sostanza gravemente cancerogena, che ha origine dalla degradazione del tetracloroetilene. Alla luce della gravità e della frequenza dei casi di contaminazione delle acque nel territorio veneto, chiedo alla Commissione di intervenire senza attendere sino al 2015».
Il prossimo 21 febbraio 2014, l’eurodeputato Andrea Zanoni interverrà al convegno “Acqua: un bene da tutelare. Incontro - dibattito sulla situazione delle nostre falde. Facciamo il punto sul futuro della nostra acqua dopo gli episodi di sversamento in falda provenienti dalla discarica di Sarcedoâ€, organizzato dall’Associazione Civica Attivamente. L’incontro si terrà , alle 20.45, nel Centro ricreativo ex Acli in via Preara 1 a Montecchio Precalcino (VI).
BACKGROUND
Il 30 settembre 2013, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per denunciare la contaminazione delle acque potabili dei trenta comuni veneti dopo la lettera appello di più di trenta medici italiani, gran parte membri dell’ISDE, che chiedevano di avviare con urgenza un progetto di screening sanitario della popolazione residente. Il 22 novembre 2013, il Commissario Ue Janez PotoÄnik ha fatto sapere che la Commissione europea “indagherà circa le misure adottate per porre rimedio a questa situazioneâ€.
Una campagna di misurazioni dei pozzi eseguita a livello nazionale dall’IRSA (Istituto di Ricerca sulle Acque), braccio operativo del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), ha rilevato che le acque potabili di circa trenta comuni del Veneto sono contaminate da sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS). I comuni interessati si trovano principalmente nella zona ovest della provincia di Vicenza e in particolare nelle valli dell’Agno e del Chiampo e nel bacino del fiume Fratta che confluisce nel canale Garzone, ma anche in alcune zone confinanti delle province di Padova e Verona. Secondo quanto riportato dai media, in alcuni casi la concentrazione di alcune tra queste sostanze supererebbe i 1.000/1.500 ng/l (nanogrammi per litro), arrivando a sfiorare soglia 2.000 ng/l in un pozzo poi chiuso di una zona industriale di Vicenza. Tali composti del fluoro vengono utilizzati per impermeabilizzare tessuti, carta, contenitori per alimenti. L’Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto (ARPAV), ha individuato la fonte della contaminazione negli scarichi di un’industria locale.
La presenza di tali composti nell’acqua potabile non è oggetto di specifici limiti da parte né della normativa italiana, né di quella comunitaria. Queste sostanze vengono definite “microinquinanti emergentiâ€, frutto di un’industria chimica recente e per questo non monitorate dalle indagini di laboratorio di routine. In Germania, tuttavia, il limite è di 100 ng/l e nel New Jersey (U.S.A.) pari ad appena 40 ng/l. Proprio a causa dell’ampio utilizzo di tali sostanze in campo industriale e dell’associabilità di queste a un ampio spettro di effetti sulla salute, l’European Food Safety Authority (EFSA) ha svolto un’indagine scientifica sull’esposizione umana alle stesse nella catena alimentare, arrivando a escludere probabili effetti negativi ma ammettendo la carenza di dati.
Nel 2010 la Commissione europea aveva imposto agli Stati membri il monitoraggio della presenza di sostanze perfluoro-alchiliche per il biennio 2010 e 2011. Il 5 agosto 2013, l’eurodeputato Zanoni, con un’interrogazione alla Commissione europea, aveva chiesto la pubblicazione dei risultati del monitoraggio e di arrivare quanto prima a regolamentare a livello Ue la presenza di tali sostanze nell’acqua potabile.
L’11 ottobre 2013, il Commissario Ue all’Ambiente Janez PotoÄnik aveva risposto che “la Direttiva sull’acqua potabile non stabilisce valori limite per il contenuto di sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) ma lascia agli Stati membri il compito di fissarli qualora sia necessario per tutelare la salute umana†pertanto “la presenza di PFAS nell’acqua potabile è soprattutto un problema locale che dovrebbe ridursi nel tempo per effetto della richiamata legislazione e dello sviluppo di linee guida negli Stati membriâ€.
Il 16 settembre 2013, Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea denunciando la grave contaminazione da Tetracloroetilene (PCE) verificatosi nei comuni veronesi di Negrar, esattamente ad Ardizzano e San Vito e di Poiano, Quinto e Santa Maria in Stelle. Il 7 novembre 2013 il Commissario Ue all’Ambiente Janez PotoÄnik, in risposta, ha fatto sapere che a norma della Direttiva quadro sulle Acque si sarebbe dovuto individuare la fonte di contaminazione per eliminarla immediatamente e che gli Stati membri sono tenuti ad “indicare nei loro piani di gestione dei bacini idrografici le misure per migliorare lo stato delle acqueâ€. La Commissione, inoltre, precisava di voler attendere l’esame dei dati contenuti nella relazione di sintesi che sarà pubblicata entro la fine del 2015 sulla qualità delle acque potabili, sulla base delle ultime relazioni elaborate dagli Stati membri prima di decidere se intervenire.
Il 31 gennaio 2014, l’eurodeputato Zanoni ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere di intercedere con le autorità italiane incentivando la bonifica dell’area del torrente Chiampo (VI) e, possibilmente, finanziando l’opera.Accedi per inserire un commento
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