"Conoscere le mafie, costruire la legalità", il bilancio di Rosy Bindi in Veneto
Martedi 7 Luglio 2015 alle 15:46 | 0 commenti
Associazione “Avviso Pubblico†e Comune di Valdagno presentano dossier e risultati su "Conoscere le mafie, costruire la legalità "Â
7 seminari provinciali, 7 laboratori tematici, 622 partecipanti, 154 Comuni presenti con amministratori, funzionari e tecnici, decine di rappresentanti del mondo del lavoro, della scuola e dell’associazionismo.
Il Veneto ha risposto con una significativa partecipazione al progetto di formazione intitolato Conoscere le mafie, costruire la legalità , promosso dalla Regione Veneto in collaborazione con Anci Veneto e l’Associazione “Avviso Pubblicoâ€, la rete nazionale degli enti locali antimafia, che in Veneto conta 40 soci.Â
A presentare i dati del piano di formazione regionale, finanziato con i fondi della legge 48/2012, unitamente al volume che raccoglie tutte le relazioni svolte durante i seminari e i dati statistici sulla presenza delle mafie nella regione, ci sarà  Rosy Bindi, Presidente Commissione parlamentare antimafia, affiancata da Roberto Montà , Presidente di Avviso Pubblico; Maria Rosa Pavanello, Presidente di Anci Veneto; Fernando Zilio, Presidente di Unioncamere del Veneto. La Regione porterà i suoi saluti istituzionali.
L’evento, moderato da Pierpaolo Romani, Coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, e al quale interverranno anche Claudio Piron e Andrea Cereser, rispettivamente componente del Comitato Direttivo nazionale e Coordinatore per il Veneto dell’Associazione, sarà trasmesso in diretta streaming sul sito di Avviso Pubblico.
Organizzato per la prima volta in Veneto, Conoscere le mafie, costruire la legalità  è stato un progetto che in nove mesi ha riunito, in seminari e laboratori tematici, amministratori, dirigenti pubblici, magistrati, giornalisti, docenti universitari, professionisti, rappresentanti di associazioni ed esperti, nazionali e regionali, che si sono confrontati sulla presenza delle mafie nel territorio ed hanno pensato a possibili modelli pratici di prevenzione e contrasto, oltre alla formulazione di proposte da suggerire alle istituzioni nazionali.
Sono stati 7 i seminari provinciali svoltisi tra settembre 2014 e maggio 2015, a Calalzo di Cadore (Bl), Mestre (Ve), Verona, Treviso, Rovigo, Vicenza e Padova.
I temi trattati sono stati diversi. Si è partiti dallo spiegare cosa sono state – e cosa sono oggi – le mafie e quali possono considerarsi le ragioni dell’espansione mafiosa al Nord Italia, in particolare nel Veneto, per passare al rapporto tra mafie e corruzione, problema quanto mai attuale nella regione al centro negli ultimi mesi di numerose inchieste che hanno evidenziato la pervasività del fenomeno. In Veneto le mafie si inseriscono nel tessuto economico, forti della liquidità di cui dispongono e di cui diversi imprenditori necessitano trovando spesso chiuse le porte delle banche. Si è discusso anche della prevenzione della corruzione nelle società a controllo pubblico, di appalti, di ecomafie – con focus in particolare sul business dei rifiuti – e, infine, del ruolo degli enti locali nella prevenzione e nel contrasto all’evasione fiscale.
Durante lo svolgimento dei 7 laboratori, invece, i partecipanti si sono confrontati con esperienze dirette di rischio ed hanno ascoltato l’illustrazione di buone pratiche amministrative messe in atto da enti locali di altre regioni italiane. Si è potuto quindi arrivare ad una sintetica lista di strumenti che si possono utilizzare a livello locale e promuovere a livello nazionale per ostacolare i piani di espansione delle mafie nelle regioni del Nord, in particolare nel Veneto.
Dal lavoro svolto in questi mesi appare evidente come in Veneto si sia iniziato a porre la basi per la costruzione di un’antimafia regionale coinvolgendo, oltre alle associazioni, anche le istituzioni e gli enti locali. Si tratta di un processo nuovo per la regione, che ha bisogno di continuità – a partire dall’azione formativa – per contribuire a costruire una rete che, sulla base di quanto previsto dalla legge 48/2012, può vedere la Regione come ente capofila in grado di coordinare una serie di soggetti che, in un perimetro progettuale comune e sistemico, possono mettere in atto una serie di azioni preventive efficaci e capaci di capitalizzare quelle relazioni e competenze che sono emerse durante lo svolgimento del progetto Conoscere le mafie, costruire la legalità .
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