Confindustria lancia l'allarme occupazione
Mercoledi 20 Ottobre 2010 alle 23:08 | 0 commenti
Rassegna.it - Dopo Bankitalia, anche l'associazione degli industriali diffonde dati negativi nel rapporto del suo centro studi. Il mercato del lavoro subisce l'onda lunga della crisi. Anche i consumi non ripartono. Continuano gli "effetti di scoraggiamento"
Il mercato del lavoro vive ancora "l'onda lunga" della crisi che per questo rallenta la ripresa dei consumi italiani: nella media luglio-agosto gli occupati sono scesi di 31mila unità rispetto al secondo trimestre (-0,1%). E il miglioramento del tasso di disoccupazione, passato all'8,3% dall'8,5% è avvenuto solo per effetto di un'ulteriore flessione della forza lavoro (-0,4%). Continuano "gli effetti di scoraggiamento". Lo afferma la congiuntura flash del Centro studi di Confindustria, diffusa oggi (20 ottobre).
"Le aspettative - continua la nota -sono di ulteriore riduzione di manodopera nei prossimi mesi", anche se "a ritmi più contenuti". E ancora: "La riduzione dei cassintegrati ritarda la creazione di posti di lavoro. Il loro mancato reintegro si traduce in disoccupazione; rischio che diventa più alto in caso di cigs e cassa in deroga (specie se prolunga interventi ordinari o straordinari)".
Il recupero dell'export italiano si conferma "altalenante" anche a settembre, in volume +1,8% medio mensile giugno-agosto. Gli ordini esteri preludono a progressi minori. Nell'extra-Ue le vendite a settembre (+2,6% su agosto) sono inferiori a quelle in luglio. In calo anche gli scambi mondiali, -0,9% a luglio. Si ripropone, spiega il Csc, "il ritardo che ha contraddistinto nel 2009 la ripartenza delle vendite estere italiane rispetto all'export globale". E' un rallentamento "fisiologico" che sarà però aggravato nei prossimi trimestri dagli effetti della perdita di competitività dovuta alla rivalutazione dell'euro, pari al 5,2% tra giugno e metà ottobre.
Il costo del lavoro per unità di prodotto nel secondo trimestre 2010, prosegue il Csc nella sua analisi, era del 10,5% superiore rispetto a inizio 2007, "nonostante i guadagni di produttività registrati da primavera 2009 ne abbiano bloccato l'impennata. Rimangono quindi compressi i margini di profitto delle imprese, limitando la loro capacità di autofinanziarsi", conclude il centro studi di Confindustria
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