Confindustria, il Veneto diviso come sempre per la presidenza: Verona, Vicenza e Venezia-Rovigo con Bacchi, gli altri con Boccia
Giovedi 10 Marzo 2016 alle 09:16 | 0 commenti
Oggi ultima giornata di consultazioni per i tre saggi, Adolfo Guzzini, Giorgio Marsiaj e Luca Moschini, in vista del rinnovo della presidenza di Confindustria. I tre saranno di nuovo in Assolombarda a Milano, prima per sentire la base imprenditoriale, poi, nel pomeriggio, alla fine dei colloqui, si vedranno con i candidati, in ordine alfabetico Vincenzo Boccia, Marco Bonometti, Aurelio Regina e Alberto Vacchi, per esaminare l'esito delle consultazioni (nella foto da sinistra: Boccia, Bonometti, l'economista e direttore della Fondazione Nord Est Micelli, Regina e Vacchi, ndr).
Ieri i saggi sono stati a Verona per l'incontro con gli industriali del Nord Est. Nella giornata ci sono state nuove prese di posizione ufficiali sia per Boccia che per Vacchi. E si dovrebbe andare verso un passo indietro di Regina a favore di Vacchi che potrebbe essere comunicato oggi nell'appuntamento con i saggi.
A favore di Boccia ieri si sono schierati Verona, Vicenza e Venezia-Rovigo, come ha esplicitato il presidente degli industriali di Verona, Giulio Pedrollo, che è andato dai saggi con Giuseppe Zigliotto e Matteo Zoppas: «siamo andati insieme perché esprimiamo un pensiero condiviso. La nostra indicazione è stata di andare su Boccia». Ha sciolto la riserva a favore di Boccia anche Alberto Caprari, presidente della Federazione Anima: «la manifattura meccanica rappresentata da Anima si schiera con Boccia, puntiamo su di lui per competenza». Con Boccia, anche gli industriali di Reggio Emilia, come è scritto in una nota della giunta, che si è riunita l'altro ieri, e Confindustria Mantova, che ha riunito gli organismi di vertice ed ha diffuso un comunicato in cui si ritiene Boccia il candidato che può «rilanciare la competitività del sistema industriale italiano».
A favore di Vacchi, nel colloqui con i saggi, si è espresso il presidente di Confindustria Padova, Massimo Finco. In un comunicato della confederazione si esprime «pieno sostegno alla candidatura Vacchi. Hanno convinto il profilo e le idee di Vacchi, che incarna un imprenditore che compete nel mondo». Sempre per Vacchi Unindustria Treviso, come ha detto la presidente Maria Cristina Piovesana ai saggi, decisione presa lunedì dal consiglio direttivo. In Friuli Venezia Giulia è dalla parte di Vacchi il presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti, come ha detto parlando con i giornalisti dopo il colloquio con i saggi. Per Vacchi anche Unindustria Como, il cui consiglio generale, nella nota in cui ha ufficializzato la scelta, ha sollecitato un rafforzamento del presidio di Bruxelles. Sempre ieri, nel colloquio con i saggi, il presidente di Confindustria Bergamo, Ercole Galizzi, ha confermato il sostegno per Vacchi, già espresso ufficialmente a fine febbraio. Ha annunciato che lunedì proporrà agli organi di vertice la candidatura Vacchi Mauro Natale, presidente di Confindustria Molise. In serata è arrivata anche una dichiarazione di Maurizio Stirpe, presidente di Unindustria (Lazio): senza una candidatura di Regina «Unindustria lascerà libertà ai suoi rappresentanti di votare secondo le proprie preferenze individuali». Stirpe ha anche aggiunto di non essere interessato ad alcuna vice presidenza: «i rumors sono solo fantasie».
di Nicoletta Picchio, da Il Sole 24 Ore
Confindustria, Veneto spaccato verticalmente in due sulla presidenza, dopo l’emergere dell’asse Verona-Vicenza-Venezia su Boccia. La novità è uscita ieri, a Verona, nella sede della Confindustria scaligera, dove s’è svolta la maratona d’incontri tra le 12 territoriali trivenete e i tre «Saggi» (Adolfo Guzzini, Giorgio Marsiaj e Luca Moschini) chiamati a verificare che i candidati in campo (Vincenzo Boccia, Marco Bonometti e Alberto Vacchi, dopo che Aurelio Regina si è ritirato schierandosi con quest’ultimo) abbiano almeno il 20% del sostegno delle territoriali, per accedere alla fase decisiva dei due consigli generali del 17 e 31 marzo. Archiviato con un fallimento il tentativo, promesso solennemente a Mogliano a metà gennaio (e su cui si era speso fino all’ultimo il presidente di Confindustria Veneto, Roberto Zuccato) di esprimere una posizione unica del Nordest per le divisioni venete (in cui un ruolo hanno le ambizioni su una delle vicepresidenze pesanti della Confindustria post-riforma Pesenti), ieri il quadro è andato definitivamente a fuoco. Per Vacchi si erano già espresse Treviso, Padova e Belluno, affiancatesi a Pordenone, Gorizia e Trieste (su Udine si è aperto un caso: il presidente Matteo Tonon è negli Usa e comunicherà ai Saggi in un secondo momento il candidato, dopo che il direttivo ha votato per Vacchi, ribaltando una tendenza pro-Boccia). La novità è invece la formalizzazione dell’appoggio di Verona e Venezia a Boccia, schieratesi sulla linea già di Vicenza. I presidenti Giulio Pedrollo, Matteo Zoppas e Giuseppe Zigliotto, l’hanno tradotta in un asse, che li ha condotti a chiedere, e ottenere, di esser ricevuti insieme dai «Saggi». «Abbiamo indicato la figura di un presidente che dev’essere soprattutto un leader d’esperienza, come Boccia - ha sostenuto Pedrollo all’uscita, al fianco di Zigliotto e Zoppas -. Doti che servono per cambiare profondamente Confindustria da dentro». «Una scelta presa da tre presidenti che si conoscono e stimano», dice Zigliotto. La divisione del Veneto è un fallimento? «Capirei lo si dicesse con un’indicazione non andata in porto, pur con una preferenza preponderante per un candidato - dice Zigliotto -. Ma non è andata così: ci sono preferenze molto diverse sui candidati». Zigliotto nega la possibilità che le divisioni tra Vicenza e Padova-Treviso possano avere conseguenze sull’unificazione dei servizi già partita da un anno: «Non c’entra nulla. In questi frangenti ci si divide, ma poi ci ricompattiamo subito».
Stessa linea, sull’altro fronte, espressa ieri sera dalla leader di Treviso, Cristina Piovesana, all’uscita dall’incontro che ha chiuso la giornata: «Posizioni diverse su un rinnovo importante ci possono stare. Ma le preferenze nazionali non toccheranno un sistema aperto che andrà avanti e in cui Treviso crede molto». L’indicazione per Vacchi è confermata: «Preferenza ad un imprenditore manifatturiero, che mette al centro internazionalizzazione, innovazione e lavoro in filiera». E che esprime «un’istanza di radicale discontinuità in Confindustria che gli imprenditori sollecitano», come aveva detto in mattinata il leader di Padova, Massimo Finco. Da lui anche un duro richiamo sul Veneto diviso, la cui responsabilità pare spinta nell’altra trincea: «Ci auguriamo nella futura governance di Confindustria che il Triveneto dia una vera spinta verso il cambiamento del nostro frammentato sistema che neanche stavolta si è vista e gli imprenditori si aspettano».
E una reprimenda ai veneti, per aver fatto saltare la linea comune del Nordest, arriva anche dal presidente di Pordenone, Michelangelo Agrusti, schieratosi con Vacchi: «Facciamo i conti con una situazione non facilmente comprensibile. Viziata fin dall’inizio da considerazioni domestiche».
di Federico Nicoletti, dal Corriere del Veneto
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