Conferenza sabato a Vicenza su inquinamento delle falde acquifere e della catena alimentare
Venerdi 17 Gennaio 2014 alle 00:22 | 0 commenti
 
				
		Andrea Zanoni, deputato al Parlamento europeo - Sabato 18 gennaio, alle 17.00 presso la Sala dei Chiostri di Santa Corona a Vicenza, l'eurodeputato PD Andrea Zanoni interverrà al convegno sull'inquinamento delle falde acquifere, della catena alimentare e sulla salute dei cittadini, organizzata dall'ISDE, da Medicina Democratica - Movimento di lotta per la salute e dalla onlus AIEA.
«La sicurezza delle falde acquifere è da sempre al centro delle mie  battaglie sia in Italia che in Europa perché è in strettissima  connessione con la salute dei cittadini. Troppo spesso per interessi  superiori viene sacrificata, esponendo a rischi altissimi la qualità  della vita e la salubrità dell'ambiente»
Sabato 18 gennaio 2014, alle  17.00 presso la Sala dei Chiostri di Santa Corona a Vicenza,  l'eurodeputato PD Andrea Zanoni membro della Commissione ENVI, Ambiente,  Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo,  interverrà al convegno sull'inquinamento delle falde acquifere, della  catena alimentare e la salute dei cittadini, organizzata  dall'International Society of Doctors for Environment (ISDE), da  Medicina Democratica - Movimento di lotta per la salute e dall'  Associazione Italiana Esposti Amianto (AIEA).
All'incontro, oltre a  Zanoni interverranno Maria C. Rodeghiero, Responsabile della Sezione  AIEA di Vicenza e Medicina Democratica, Laura Maffiotti, Biologa e vice  Presidente dell'ISDE Vicenza, Vincenzo Cordiano, Medico e Presidente  dell'ISDE Vicenza e Medicina Democratica. 
«Sarà un'importante  occasione per avere risposte da studiosi ed esperti sulla correlazione  tra l'inquinamento delle falde acquifere e la salute dei cittadini - ha  sottolineato Zanoni - Invito tutti i cittadini, nonché i dirigenti delle  Ulss, gli Amministratori comunali e provinciali, i medici, biologi e  veterinari a partecipare all'incontro. Il 30 settembre 2013, ho  presentato un'interrogazione alla Commissione europea per denunciare la  contaminazione delle acque potabili di trenta comuni veneti dopo la  lettera appello di più di trenta medici italiani, gran parte membri  dell'ISDE, che chiedevano di  avviare con urgenza un progetto di  screening sanitario della popolazione residente. Il 22 novembre 2013, il  Commissario Ue Janez PotoÄnik ha fatto sapere che la Commissione  europea "indagherà circa le misure adottate per porre rimedio a questa  situazione". Ho, inoltre, recentemente presentato due domande di accesso  agli atti in merito alle ultime rilevazioni di percloroetilene nella  falda acquifera tra i comuni vicentini di Marostica, Schiavon, Sandrigo,  Bressanvido e Bolzano Vicentino e in relazione alla rilevazione di  valori di cloruro di vinile monomero in quantità superiore alla soglia  nella zona servita dal pozzo di Bertesina (VI)».
BACKGROUND 
Una  campagna di misurazioni dei pozzi eseguita a livello nazionale dall'IRSA  (Istituto di Ricerca sulle Acque), braccio operativo del CNR (Consiglio  Nazionale delle Ricerche), ha rilevato che le acque potabili di circa  trenta comuni del Veneto sono contaminate da sostanze  perfluoro-alchiliche (PFAS). I comuni interessati si trovano  principalmente nella zona ovest della provincia di Vicenza e in  particolare nelle valli dell'Agno e del Chiampo e nel bacino del fiume  Fratta che confluisce nel canale Garzone, ma anche in alcune zone  confinanti delle province di Padova e Verona. Secondo quanto riportato  dai media, in alcuni casi la concentrazione di alcune tra queste  sostanze supererebbe i 1.000/1.500 ng/l (nanogrammi per litro),  arrivando a sfiorare soglia 2.000 ng/l in un pozzo poi chiuso di una  zona industriale di Vicenza. Tali composti del fluoro vengono utilizzati  per impermeabilizzare tessuti, carta, contenitori per alimenti.  L'Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del  Veneto (ARPAV), ha individuato la fonte della contaminazione negli  scarichi di un'industria locale. 
La presenza di tali composti  nell'acqua potabile non è oggetto di specifici limiti da parte né della  normativa italiana, né di quella comunitaria. Queste sostanze vengono  definite "microinquinanti emergenti", frutto di un'industria chimica  recente e per questo non monitorate dalle indagini di laboratorio di  routine. In Germania, tuttavia, il limite è di 100 ng/l e nel New Jersey  (U.S.A.) pari ad appena 40 ng/l. Proprio a causa dell'ampio utilizzo di  tali sostanze in campo industriale e dell'associabilità di queste a un  ampio spettro di effetti sulla salute, l'European Food Safety Authority  (EFSA) ha svolto un'indagine scientifica sull'esposizione umana alle  stesse nella catena alimentare, arrivando a escludere probabili effetti  negativi ma ammettendo la carenza di dati.
Nel 2010 la Commissione  europea aveva imposto agli Stati membri il monitoraggio della presenza  di sostanze perfluoro-alchiliche per il biennio 2010 e 2011. Il 5 agosto  2013, l'eurodeputato Zanoni, con un'interrogazione alla Commissione  europea, aveva chiesto la pubblicazione dei risultati del monitoraggio e  di arrivare quanto prima a regolamentare a livello Ue la presenza di  tali sostanze nell'acqua potabile. 
L'11 ottobre 2013, il Commissario  Ue all'Ambiente Janez PotoÄnik aveva risposto che "la direttiva  sull'acqua potabile non stabilisce valori limite per il contenuto di  sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS) ma lascia agli Stati membri il  compito di fissarli qualora sia necessario per tutelare la salute umana"  pertanto "la presenza di PFAS nell'acqua potabile è soprattutto un  problema locale che dovrebbe ridursi nel tempo per effetto della  richiamata legislazione e dello sviluppo di linee guida negli Stati  membri".
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