Confartigianato ai sindaci: «Limitare il peso dell'Imu sulle imprese»
Venerdi 17 Febbraio 2012 alle 18:16 | non commentabile
Confartigianato Vicenza - Con la variazione delle rendite catastali e il nuovo moltiplicatore, l'IMU costerà ai laboratori artigiani un buon 70% in più rispetto alla vecchia ICI, se i Comuni applicheranno l'aliquota base dello 0,76%. Ma l'aumento potrebbe anche essere del 138%, se i Comuni dovessero applicare l'aliquota più alta (1,06%). Questi i risultati, elaborati dall'Ufficio Studi di Confartigianato Vicenza, sull'impatto che avrà la nuova Imposta Municipale sulle imprese artigiane, oltre agli aumenti sulle prime e seconde case (rispettivamente +14,7% e + 94,4%).
Quasi una seconda tassa, quindi, che andrà a pesare, ancora una volta, sul bilancio delle tante piccole aziende del Vicentino in un momento non proprio facile.
Per questi motivi il presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo, qualche giorno fa ha inviato ai sindaci vicentini una lettera per porre alla loro attenzione il problema.
Ma Confartigianato Vicenza non si limita a mettere in luce gli aspetti problematici dell'IMU e, in una logica di confronto con le amministrazioni, avanza anche alcune proposte. «Chiediamo - spiega Virginio Piva, vice presidente con delega al territorio- che lo slancio imprenditoriale di chi anche oggi non esita a intraprendere una attività produttiva, artigianale o commerciale, non sia mortificato più del necessario dalla nuova imposta e che sia quindi applicata, per le nuove imprese, l'aliquota minima prevista per il primo anno e per tre anni se si tratta di imprese che si insediano nei centri storici».
Non solo. Continua Piva: «Chiediamo anche che, in fase di acconto, sia applicata l'aliquota base prevista dalla norma e che sia aperto subito dopo un tavolo di confronto con i rappresentanti delle categorie economiche, per una riflessione dell'applicazione delle aliquote a saldo». Un confronto che, data l'eccezionalità del momento, Confartigianato Vicenza auspica diventi una prassi, magari attraverso la creazione di un tavolo permanente di consultazione dove amministrazioni e categorie economiche possano trovare un giusto equilibrio tra le necessità di bilancio delle une e le esigenze di crescita delle altre.