Confagricoltura Vicenza: no Campus Tav di Carpaneda
Giovedi 28 Gennaio 2016 alle 16:43 | 0 commenti
Confagricoltura Vicenza
“Occupare un terreno agricolo di quasi dieci ettari non ha senso: ci sono molte zone cementificate libere più consone allo scopoâ€. Confagricoltura Vicenza esprime la sua contrarietà al progetto collegato all’alta velocità , che prevede di costruire il Campus Tav in zona Carpaneda, una delle poche zone rurali rimaste a pochi metri dal contesto urbano di Vicenza.
Ieri il presidente Michele Negretto ha inviato le proprie osservazioni sul progetto a Italferr, la società di ingegneria del gruppo Ferrovie dello Stato che ha il compito di assicurare la realizzazione degli investimenti in ambito infrastrutturale e tecnologico, in merito all’avviso di avvio del procedimento finalizzato alla dichiarazione di pubblica utilità .
“L’area individuata come sede di localizzazione del campo base è classificata dagli strumenti urbanistici come Zto rurale agricola – scrive Negretto –. Nella zona operano molte realtà agricole impiegate in attività come la coltivazione di cereali, l’allevamento di animali, la coltivazione e la vendita diretta di prodotti ortofrutticoli di qualità . L’intero tessuto socio-economico della zona rischia, con il Campus Tav, di patire gravi danni economici e di essere trasformato irreversibilmente dalla nuova infrastruttura. Perciò esprimiamo la nostra contrarietà al progetto e chiediamo che sia valutato nelle forme di legge, individuando in accordo con gli enti competenti soluzioni alternative di minore impatto ambientale come le aree industriali dismesseâ€. Per Confagricoltura Vicenza l’obiettivo è la salvaguardia del territorio agricolo: “Nel Vicentino in un decennio abbiamo perso più di 20 mila ettari di terreno coltivabile – sottolinea Negretto -. Le categorie a vocazione agricola più colpite risultano essere le coltivazioni permanenti, i seminativi in aree non irrigue, i prati stabili e le zone agricole eterogenee Nella nostra provincia ci sono paesi circondati da aree industriali quasi completamente vuote, con le campagne divorate da capannoni e insediamenti produttivi. Fermiamoci e ripensiamo alle infrastrutture, riqualifichiamo prima di consumare altro territorio: nella programmazione urbanistica vanno tenuti in considerazione i fabbisogni dell’agricoltura, con un maggiore coordinamento tra gli enti".Accedi per inserire un commento
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