Commercio su aree pubbliche, Berlato interroga
Mercoledi 9 Giugno 2010 alle 11:10 | 0 commenti

Sergio Berlato, Popolo delle Libertà - L'on. Sergio Berlato interviene presso la Commissione europea con un'interrogazione che mira ad ottenere risposte chiare inerenti il corretto recepimento da parte degli Stati membri della direttiva 2006/123/CE (meglio conosciuta come Direttiva Servizi o Bolkestein) per ciò che concerne le disposizioni in materia di commercio sulle aree pubbliche.
"Occorre fare molta attenzione sulle conseguenze di un recepimento non corretto della Direttiva Bolkestein perché si rischia di mettere in crisi e portare all'estinzione un intero settore economico che rappresenta più di 100.000 addetti in Italia" è quanto dichiara l'europarlamentare del PDL sull'incertezza che sta generando il recepimento della "Direttiva europea relativa ai servizi nel mercato interno" soprattutto negli addetti al settore del commercio su aree pubbliche.
"In Italia le licenze vengono concesse dalle Regioni per un periodo di 10 anni con il rinnovo automatico (su istanza del richiedente in alcune regioni) per un ulteriore decade secondo un principio di anzianità di frequentazione di un determinato mercato (o fiera). Non è ancora del tutto chiaro se con il recepimento della Direttiva servizi questa possibilità sarà ancora prevista con la pesante conseguenza di gettare un intero settore economico già in difficoltà in una situazione di insicurezza e precarietà ".
"Non dobbiamo dimenticare - continua l'on. Sergio Berlato - che non si tratta solo di piccoli esercenti ambulanti che sostengono spese modeste ma la gran parte degli addetti al settore hanno investito ingenti risorse nella propria attività per l'allestimento delle strutture atte a consentire il commercio su aree pubbliche nel rispetto delle normative vigenti".
" Nel nostro Paese abbiamo una grande tradizione di mercati e fiere che non possiamo assolutamente permetterci di perdere perché rappresenta una risorsa economica e culturale. Non garantire la sicurezza di un futuro sereno agli addetti del settore significa perdere questa importante risorsa con un decadimento generale della qualità del servizio e dei prodotti offerti".
"Va inoltre considerato - conclude l'europarlamentare - che un'ampia percentuale dei prodotti venduti da questa tipologia di esercenti è rappresentata dall'agroalimentare e il rischio che si crea è che lo spazio lasciato vuoto da chi non è messo nelle condizioni di investire, e quindi garantire la salubrità dei prodotti e l' igiene, venga occupato da altri soggetti che porranno minore attenzione per le norme igienico sanitarie e quindi per la salute del consumatore".
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.