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Colombara: diamo un futuro all'Arpav di Vicenza

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 8 Febbraio 2013 alle 17:33 | 0 commenti

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Raffaele Colombara, Lista Variati Sindaco  -  Riceviamo e pubblichiamo l'interpellanza presentata da Raffaele Colombara sulla questione ARPAV a Vicenza. Colombara aggiunge che presenterà un ordine del giorno che impegni la Giunta sulla questione nel prossimo Consiglio Comunale, previsto per giovedì 14 e che ha in odg una delibera sull'acqua. Il consigliere vedrà poi di farlo diffondere nelle altre amministrazioni comunali della provincia per un loro pronunciamento.
In questi giorni sta avvenendo lo spostamento dell’ARPAV dalla storica sede di via Spalato alla nuova in via Zamenhof.

Senza, però, il Laboratorio d’analisi, fiore all’occhiello dell’attuale struttura.

La scelta è stata presa in nome di una razionalizzazione economica, da dimostrare, che andrà invece sicuramente a privare la nostra  area dell’unico presidio indipendente e super partes a tutela del territorio e della salute dei cittadini. A partire dall’acqua. E che inciderà sull’economia locale, lascerà disperdere e morire professionalità, oltre a rendere ancor più stridente il contrasto tra l’esborso di denari operato da noi cittadini per la costruzione della nuova sede e il suo scarso utilizzo, che la renderebbe ancor più inutilmente sovradimensionata.

Si chiede vengano invece considerati i vantaggi economico-logistici di mantenere il laboratorio in città. Un laboratorio che sarebbe tanto più utile, specie se specializzato sulle acque, vista la centralità di Vicenza nel sistema idrico regionale. E, ahimè, una recente abitudine alle emergenze idrogeologiche. Potrebbe nascere - come peraltro già ipotizzato -,  un Osservatorio delle Acque, naturale complemento del Centro Idrico di Novoledo.

L’ARPAV - e la Regione - sono chiamate a dare risposte vere, mettendo insieme alle necessità di ripianare il bilancio deficitario dell’Agenzia anche quelle prioritarie della salute dei cittadini ed economiche del territorio.

PREMESSA

ARPAV svolge per missione istituzionale prevenzione ambientale a tutela della salute della popolazione. Principio, questo, che stava alla base della scelta fatta in passato dai cittadini italiani tramite referendum e che poi ha trovato attuazione con la nascita delle varie agenzie regionali per la protezione ambientale.

·  Controllo di aria, acque, rifiuti, suolo, agenti fisici (rumore, campi elettromagnetici, radioattività ambientale);

·  supporto della Magistratura e delle Forze di Polizia nell'individuazione di reati ambientali;

·  previsioni meteorologiche anche ai fini di Protezione Civile;

·  prevenzione delle valanghe;

·  analisi di alimenti, potabilità delle acque, contaminazioni ecc.

·  assistenza tecnico scientifica a favore di Regione, Province, Comuni, ASL, Comunità montane, per valutare impatti ambientali e sanitari.

·  promozione dello sviluppo sostenibile, educazione ambientale, partecipazione a progetti di ricerca nazionali ed internazionali.

Queste le molteplici attribuzioni delle ARPA regionali, i cui dati raccolti sono a disposizione di professionisti, associazioni e cittadini: un importante presidio con ruolo di indipendenza e terzietà.

Oggi queste delicate funzioni sono messe in discussione da un piano di riorganizzazione che rischia di risolversi in un mero smantellamento dell’Agenzia, che nella nostra città ha un punto di eccellenza nel laboratorio di analisi, oggi invece destinato a chiudere.

LA STORIA

In un piano organizzativo del luglio 2008 la Regione Veneto prevedeva di riorganizzare la struttura regionale con la creazione di tre laboratori di riferimento (con le specializzazioni di Verona sugli alimenti, Padova sull’aria e Venezia sui terreni), un rafforzamento all’organico complessivo di circa 30 unità per i laboratori e una spesa prevista pari a un milione di euro.

I rimanenti laboratori, (Treviso, Belluno, Rovigo e Vicenza), definiti “di base” nel progetto, rimanevano con la medesima dotazione organica e avrebbero dovuto concentrare la loro attività su specificità locali. Per il laboratorio di Vicenza era stata prevista la creazione di un laboratorio di ricerca e sviluppo.

Nel piano di riorganizzazione di ARPAV 2012/14, più volte rimaneggiato, si è passati invece da tre a due soli laboratori (Verona e Venezia, con Treviso succursale), con la chiusura completa dei laboratori che prima erano stati definiti “di base”, relegati alla sola accettazione dei campioni. La concentrazione delle matrici e delle analisi era prevista nei restanti (VR e VE). Era previsto il trasporto regionale dei campioni e non rimaneva alcuna traccia del fantomatico laboratorio di ricerca e sviluppo a Vicenza, completamente priva di un presidio laboratoristico.

Tale piano, che prevedeva quindi in origine la chiusura di tutte le sedi periferiche, ivi compresa quelle di Vicenza (oltre al capoluogo, anche Bassano, Thiene, Arzignano), è stato poi stralciato e demandato per la nuova definizione a una specifica delibera di Giunta Regionale, non ancora attuata.

Recentemente, infine, è stata presentata in Consiglio Regionale una mozione (la 180 dell’ottobre 2012) sul riordino delle competenze in materia di prevenzione, che sembra non considerare il piano di riorganizzazione di ARPAV.

VICENZA

Nel 2008 i rappresentanti di Comune e Provincia di Vicenza, anche a seguito di una serie di incontri, erano stati rassicurati dalla Regione Veneto che il laboratorio di Vicenza sarebbe rimasto attivo, quale significativo presidio per un territorio come quello vicentino a forte vocazione industriale e quindi con annessi problemi di natura ambientale.

Negli anni seguenti la Regione ha deciso di realizzare una nuova sede, operando una scelta che si è dimostrata inadatta dal punto di vista logistico (via Zamenhof, piuttosto che Laghetto), in nome di ampi spazi che, visto lo stato dei fatti, si sono rivelati non solo inutili, ma anzi causa di ulteriori problemi di natura economica. La somma di queste scelte rischia di trasformarsi in un ulteriore spreco di denari pubblici.

Il trasferimento in atto in questi giorni dalla sede di via Spalato rischia di essere l'inizio di quella parte del piano di riorganizzazione, peraltro mai condiviso dalle parti sociali e non rispettoso degli impegni assunti nei confronti delle amministrazioni cittadina e provinciale nel 2008. Questo porterà alla conseguente chiusura del laboratorio di Vicenza, lo smantellamento del quale è in piena esecuzione, come risulta dalla rinuncia all’accreditamento delle analisi.

Il Piano Regionale non potrà garantire, così, la continuità e la qualità nell'erogazione dei servizi.

Una scelta, quella della Regione, a favore della salute dei cittadini, delle aziende e dell’economia del territorio? Un’opera di risanamento e rilancio? O, ancora una volta, logiche che sacrificano le risposte vere dovute ai cittadini a scelte lontane e quantomeno contraddittorie? Perché, per esempio, si chiede ad Arpav di ridurre del 20%, nel suo bilancio di previsione 2013, il carico degli oneri finanziari, rischiando di darle il colpo definitivo, ma paradossalmente a Venezia si assumono nello stesso momento nuovi - e costosi - dirigenti amministrativi?

La realtà ambientale vicentina, ricca di insediamenti industriali e artigianali frammentati ed eterogenei diffusi su tutto il territorio, richiede invece un’attenzione particolare e risposte concrete:

-  Nelle indagini ambientali è impensabile non avere a disposizione un presidio laboratoristico in grado di fornire in tempo pressoché reale indicazioni e valori certificati sul tipo e quantità di “inquinanti”.

-  Giornalmente vengono effettuate delle aperture di campioni “fiscali” che prevedono la presenza di chi è oggetto di controllo. Non avere una sede vicentina per questa operazione comporterà a imprenditori e controparti ritardi, spese aggiuntive e disagi. Si farebbe ricadere soprattutto sulle realtà produttive più piccole il costo della mancanza del presidio vicentino.

-  Perdita occupazionale dell’indotto del laboratorio nel territorio.

Lo sforzo che viene chiesto è di una reale ed oggettiva analisi dei costi, in cui vengano considerati i vantaggi di un laboratorio di base dotato di strumentazioni “semplici” che permettano analisi veloci e con valore legale.

Ciò consentirà:

-  un intervento con risposte adeguate alle emergenze ambientali, anche gravi, a cui Vicenza purtroppo non si sottrae; non dimentichiamo le emergenze idrogeologiche cui il nostro territorio è stato sottoposto in questi ultimi anni (Alluvione 2010);

-  di “legittimare” l’investimento, non indifferente, per la nuova sede;

-  di eseguire analisi di base per tutti i campioni del territorio consentendo di evitare dispendiose movimentazioni;

-  di eseguire aperture di campioni fiscali per tutti i clienti Arpav di Vicenza e provincia;

-  la conservazione di figure professionali qualificate che irrimediabilmente andrebbero perdute;

-  di sgravare il carico di lavoro dei laboratori di riferimento di Verona e Venezia.

Sarebbe infine opportuno che a Vicenza trovasse collocazione l’Osservatorio delle acque, data la centralità del nostro territorio dal punto di vista delle problematiche legate ai bacini fluviali e alle acque in genere, centralità peraltro già testimoniata dalla presenza del Centro Idrico di Novoledo, con cui la struttura potrebbe positivamente interagire.

La tutela dell’Acqua, bene comune, è qualcosa che si dice o che si fa?

Tutto ciò premesso, SI SOLLECITANO IL SINDACO E LA GIUNTA a farsi parte attiva presso ARPAV e Giunta Regionale del Veneto:

-  perché sia rivisto il piano presentato, peraltro mai condiviso dalle parti sociali e non rispettoso degli impegni assunti nei confronti delle amministrazioni cittadina e provinciale nel 2008;

-  per impedire la chiusura del laboratorio di Vicenza, fintantoché non venga comprovata la effettiva convenienza dell’operazione, e non vengano invece considerati i vantaggi economico-logistici di mantenere il laboratorio in città;

-  affinché siano garantiti i livelli occupazionali e il mantenimento dell’indotto; soprattutto, la qualità delle professionalità sviluppate, vera tutela indipendente e super partes del territorio e della salute dei cittadini;

-  perché a Vicenza trovi collocazione un Osservatorio delle acque regionale, strumento di tutela dell’Acqua, bene comune.

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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