Coldiretti Vicenza: vino made in Italy? Il futuro è all’estero
Domenica 4 Ottobre 2015 alle 17:50 | 0 commenti
Coldiretti Vicenza
Con 45 milioni di ettolitri l’Italia è prima produttrice vinicola al mondo, davanti a Spagna e Francia, con 1,2 milioni di occupati, 200 mila aziende, 650 mila ettari di superfici vitate ed un giro d’affari, indotto compreso, di 14 miliardi di euro. Sono numeri da capogiro quelli del vitivinicolo italiano presentati questa mattina a Villa Favorita a Sarego, in occasione del convegno sul tema “Il futuro del vigneto: coltura o burocrazia?â€.
Che ha visto protagonista Domenico Bosco, responsabile nazionale Coldiretti dell’Ufficio vitivinicolo. “Il futuro del vino italiano – spiega Bosco – sarà sempre più quello di guardare ai mercati esteri, perciò sarà fondamentale insistere con le aziende medio piccole, che ancora non si sono affacciate agli altri paesi, ma che dovranno presto farlo per continuare a lavorareâ€. La nuova Pac, sotto il profilo delle risorse, conferma il budget per il settore vitivinicolo di 1,3 miliardi di euro, fino al 2020. “La nuova Politica agricola comune prevede l’apertura alle azioni di promozione dei vini anche nel mercato interno – prosegue Bosco – sostegni alla ristrutturazione e riconversione per motivi sanitari, una nuova misura per ricerca e sviluppo, finalizzata a migliorare la qualità dei prodotti e l’impatto ambientale ed il sostegno alla viticoltura di montagnaâ€. Per uscire dalla grave situazione che attanaglia il vitivinicolo, però, Coldiretti presenta una chiara ricetta: “attualmente – conclude Bosco – ci troviamo a fare i conti, dall’impianto del vigneto alla vendita della bottiglia, con oltre 70 attività burocratiche nei confronti di ben venti soggetti diversi, oltre mille norme di settore, per un totale di quattromila pagine di adempimenti ed in media cento giornate lavorative l’anno dedicate alla burocrazia da ogni imprenditore di settoreâ€. Ecco le cose da fare e che Coldiretti auspica possano realizzarsi entro il prossimo anno: sportello unico degli adempimenti attraverso il fascicolo aziendale, valorizzando l’autocontrollo dell’impresa, controlli in azienda a campione basati su analisi dei rischi e rafforzamento di quelli sul mercato, revisione e coordinamento del sistema sanzionatorio, sportello unico per l’export dei vini, eliminare gli adempimenti previsti dalla normativa accise in vigenza di aliquota zero e superare i vincoli che impediscono la vendita diretta di vini in ambito comunitario. Il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, in occasione del convegno coordinato dal direttore Roberto Palù, alla presenza di numerose autorità locali, regionali e del Parlamento, conclude: “abbiamo bisogno di rappresentanti istituzionali che rappresentino le nostre istanze ed abbiano a cuore il futuro dell’agricoltura, che vogliamo diventi il settore trainante dell’economia italiana. Una garanzia per il futuro del Paese e, soprattutto, per la coesione socialeâ€.
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