CNA: niente deroghe su norme made in Italy
Giovedi 24 Settembre 2009 alle 18:30 | non commentabile
CNA Vicenza
Fabris, Federmoda CNA Vicenza: «Nessuna deroga sulla normativa made in Italy. Le piccole imprese sarebbero penalizzate».
Cinzia Fabris, presidente di Federmoda di Cna Vicenza riprende i temi lanciati con forza dalla Cna Nazionale. Al centro del suo ragionamento c'è la tutela del made in Italy. Dopo oltre quattro anni di attesa la normativa sta finalmente prendendo forma. «Il rischio - spiega la Fabris - è tuttavia che i piccoli vengano penalizzati dall'allargamento delle maglie delle normativa in favore di imprese di più ampie dimensioni. Non è infatti un segreto che molti brand che si fregiano di essere i rappresentanti del fatto in Italia portino qui solo una parte del processo produttivo». «Non devono esserci deroghe - continua la Fabris - se prodotto made in Italy deve essere, la qualità della nostra manifattura deve essere garantita, come pure la tracciabilità dell'intera filiera produttiva. Va bene usare materie prime che arrivano dall'estero, se queste sono il meglio sul mercato, ma l'italianità intesa come lavorazione va preservata. È il nostro maggior valore. L'unico che ci distingue dal resto del mondo. Non si spiegherebbe, diversamente, perché grandi marchi stranieri vengano qui a produrre per potersi poi fregiare del marchio made in Italy».
L'appello della Fabris fa eco alla lettera indirizzata al ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola dalle aziende venete del comparto moda in tema di tutela del Made in Italy. «Con le nuove disposizioni il Parlamento ha espresso un forte segnale politico a sostegno del Made in Italy e a favore della trasparenza nei confronti del consumatore. Per il nostro sistema produttivo - si legge nella petizione che Cna Federmoda sta promuovendo anche a livello nazionale - l'annunciato congelamento della norma rappresenterebbe un passo indietro, un ulteriore aggravio della crisi». A frenare la piena applicazione delle severe sanzioni previste dalla nuova legge (entrata in vigore il 15 agosto scorso) per i prodotti che omettono una chiara indicazione di provenienza, sono intervenute, nelle scorse settimane, le pressioni dei grandi marchi. "La nuova legge è a rischio - spiega Franco Brunello, bellunese neo eletto vice-presidente nazionale di Federmoda - ma siamo pronti a lottare per difendere il nostro sistema produttivo basato sulla qualità : da una parte combattendo le contraffazioni e le distorsioni del mercato, dall'altra valorizzando l'elevata qualità e il know-how delle nostre aziende. E noi artigiani non siamo più soli, come dimostrano le dichiarazioni del presidente del Sistema Moda di Confindustria Veneto». «Siamo molto soddisfatti del fatto che i piccoli medi industriali del Veneto capiscano l'importanza di questa battaglia» conclude la presidente di Cna Federmoda Veneto Rosanna Toniazzo.