Ciambetti sui redditi da evasori del Sud (?)
Domenica 3 Gennaio 2010 alle 18:01 | 0 commenti
Roberto Ciambetti   Â
Riceviamo e pubblichiamo con note di Giovanni Coviello Â
Ciambetti (lega): "I redditi dichiarati nel Sud Italia aumentano in maniera incredibile nonostante la crisi: si rovescia lo stereotipo che vuole i Veneti grandi evasori fiscali"
"I dati emersi nell'incremento medio tra i redditi dichiarati tra il Sud Italia, cresciuti ben oltre la media nazionale, e l'area padano-veneta, dove i redditi nel 2008 hanno avuto un incremento contenuto, sono l'ulteriore riprova di una lettura distorta e spesso strumentale della situazione del Mezzogiorno".
Lo ha detto il presidente del gruppo consiliare regionale leghista Roberto Ciambetti durante un incontro con militanti leghisti a Vicenza commentando i dati diffusi dall'Agenzia per le Entrate relativamente alle dichiarazioni del 2009.
"In Calabria, stando ai dati ufficiali, l'incremento del reddito dichiarato è stato del 6,4%: si è passati infatti dai 13.080 euro del 2007 ai 13.920 del 2008 - ha continuato Ciambetti - In Molise l'aumento è stato del 5,1%, in Campania del 5%, in Sicilia del 4,8%, in Sardegna del 4,5% e questo incremento contrasta nettamente con i dati relativi al Prodotto interno lordo che nel Mezzogiorno è calato dell'1,5 per cento, contro uno meno 0,8 per cento del Nord. E' chiaro che l'incremento del reddito dichiarato nel mezzogiorno riguarda quote di guadagni che in passato non venivano dichiarate, insomma emerge l'evasione fiscale che nel sud è molto più ampia, diffusa e di non poco conto: si rovescia lo stereotipo che vuole il Nord, e il Veneto in special modo, come terra di evasori fiscali e scommetto - ha proseguito Ciambetti - che se si facesse una analisi approfondita in alcuni settori, penso al bollo auto o al canone televisivo, scopriremo altri dati molto interessanti"
L'esponente leghista vicentino ha poi invitato alla prudenza nell'analisi statistica: " Bisogna fare attenzione a interpretare gli studi e le statistiche - ha detto Ciambetti - se analizziamo il dato sulla povertà partendo come base dall'effettivo costo della vita dei capoluoghi italiani scopriremo che il rischio povertà è ben maggiore al Nord ed è al nord che bisogna mettere assieme almeno due redditi di lavoratori per avere livelli minimi di potere d'acquisto".
Interrogato da un iscritto leghista napoletano Ciambetti ha precisato che "non dico che nel Mezzogiorno ‘i pianse el morto...', anche se talvolta viene da pensarlo. A fianco di sacche di povertà e situazioni veramente difficili che hanno costretto una grande quantità di onesti lavoratori meridionali a cercare fortuna altrove, nel Nord Italia come all'estero - ha sottolineato Ciambetti - coesistono anche altre situazioni dall'assistenzialismo ormai cronicizzato quanto ingiustificato sino a quanti strumentalizzano difficoltà e povertà evidenti per celare ricchezze o garantirsi rendite sconosciute al fisco. C'è nel Mezzogiorno una cultura dell'illegalità che giustifica anche l'evasione fiscale, che giustifica il mancato pagamento di tasse e imposte, che giustifica il totale disinteresse verso l'obbligo sociale che tutti i cittadini hanno e anche in questo è chiaro il divario esistente tra il Sud Italia e l'area padana ed è chiara la necessità di dare, al più presto, alle nostre regioni strumenti diversi di governo, perché dobbiamo fronteggiare situazioni e culture diverse"
Roberto Ciambetti
Nostre note sulle dichiarazioni di Roberto Ciambetti
Riportiamo, come sempre, i pareri di tutti (e spessissimo pubblichiamo pareri e comunicati di Roberto Ciambetti) ma per onestà ci piacerebbe capire come un aumento "del reddito dichiarato nel mezzogiorno" debba con certezza riguardare "quote di guadagni che in passato non venivano dichiarate", e come, quindi, da quell'incremento di dichiarazione di reddito emerga "l'evasione fiscale che nel sud è molto più ampia, diffusa e di non poco conto...".
Non contestiamo, certo, l'esistenza di persone (anche non poche) disoneste nel sud (così come, purtroppo, in tutta l'Italia, per non parlare del mondo intero) ma come si fa ad accettare l'equazione "dichiarazione di maggior reddito = ammissione di evasione", per giunta ghettizzando il sud per redditi di persone fisiche dimenticando che gran parte dell'evasione (dovunque) riguarda le aziende e i loro titolari?
Sembrerebbe, questo, un invito implicito di Ciambetti a non dichiarare redditi maggiori per non essere inseriti nella lista dei cattivi, mentre dichiarare il vero dovrebbe essere un attestato o di miglioramento di condizioni o di emersione del nero e dell'evasione.
Per essere chiari, siccome, ad esempio, per effetto dei rialzi in Borsa, il patrimonio dei super ricchi d'Italia (i miliardari in euro sono passati da 11 a 14 nel 2009 nonostante la crisi abbia fatto perdere almeno 500.000 posti di lavoro, nel nord, al centro e nel sud) è cresciuto da gennaio a dicembre 2009 di 13 miliardi di euro, cioè di 2,5 milioni di euro al giorno a testa, Ciambetti ne deduce che sono evasori imprenditori come la famiglia Rocca, il cui patrimonio è cresciuto del 107% pur avendo il suo gruppo dell'acciaio, la Tenaris, annunciato il taglio di mille lavoratori su 2.800?
E, visto che "il podio dei maggiori investitori azionari italiani - La Repubblica, i quotidiani e la Borsa del 2 gennaio - è monopolio del Nord Est", imprenditori come Leonardo Del Vecchio (+37%) e come Benetton (+34%) sono per Ciambetti evasori dichiarati solo perché hanno ufficialmente qualche spicciolo (in miliardi) in più nel loro portafoglio anche borsistico?
Ed evasore lo è anche il premier Berlusconi (+35%) che è più ricco o meno povero del 2008?
Bastano, infine, a Roberto Ciambetti i dati dello Scudo fiscale con la massa immane di denaro rientrato dall'estero e sicuramente occultato da aziende e imprenditori? Del Sud? ... Mah!
L'evasione è un male da estirpare ma la demagogia ... anche.
Parliamo del problema ma non a senso unico e predeterminato!
Grazie, Roberto Ciambetti.
Redazione VicenzaPiù
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