Ciambetti su patto di stabilità: "Da strumento di controllo a ostacolo della crescita"
Venerdi 19 Agosto 2011 alle 16:20 | 0 commenti
Roberto Ciambetti assessore regionale Lega Nord - “Se nel 1997 nasceva il Patto di Stabilità per garantire il controllo dei bilanci dei Paesi membri dell’Unione Europea, oggi quello stesso strumento è diventato per gli Enti locali e per la nostra stessa Regione un ostacolo insormontabile agli investimenti, un freno pericolosissimo al nostro potenziale di sviluppoâ€. La riflessione è dell’assessore veneto al bilancio Roberto Ciambetti, alle prese in questi giorni con la manovra bis varata dal Governo, che va ad aggravare una già complicata situazione di gestione di bilancio, determinata oltre che dai continui tagli delle risorse, anche dalle penalizzanti imposizioni del Patto di Stabilità .Â
“Quest’ultimo – prosegue Ciambetti – è stato applicato da ogni Paese con la massima discrezionalità e il percorso scelto dall’Italia, gravata da un debito pubblico abnorme e da Regioni con squilibri economici fortissimi, fu quello di dettare dal centro regole uguali per tutti, senza tenere minimamente conto delle specificità delle diverse aree che compongono il Paese e soprattutto senza distinguere tra le gestioni corrette e virtuose e quelle viziate da irresponsabilità e sprechiâ€.
“L’obiettivo della determinazione della spesa massima per ogni Regione sembrerebbe, a prima vista, opportuno per la tenuta in regola dei conti – continua l’assessore –. Ma i fatti hanno dimostrato che ciò non ha portato vantaggi a tutto il territorio italiano e nemmeno a una più diffusa virtuosità degli enti. Una Regione come il Veneto che può contare su consistenti entrate dovute essenzialmente alla capacità contributiva fiscale dei propri cittadini, si vede incredibilmente ridotta di anno in anno, fino quasi al suo azzeramento, la possibilità di spesa e quindi di investimentiâ€.
“L’attuale conformazione del Patto di Stabilità Interno – precisa Ciambetti – impone un ‘tetto di spesa’, ovvero una restrizione alla dinamica evolutiva della spesa regionale, che prescinde dall’andamento delle entrate. Ne consegue che gli Enti che dispongono di buone entrate sono costretti a spendere meno di quanto potrebbero, mentre agli Enti con una dinamica sfavorevole delle entrate è consentito comunque spendere più di quanto incamerano. Assurdo!â€.     Â
L’assessore ricorda che la decisione che più condizionò negativamente l’operatività degli Enti fu quella dell’allora vice ministro Vincenzo Visco di prendere a riferimento la spesa di ciascuna Regione nel 2005, assumendola a base di calcolo per la definizione degli obiettivi del Patto di Stabilità : “Da allora – spiega Ciambetti – si innescò quel meccanismo perverso basato sulla spesa storica, che di fatto premiò e continua a premiare chi a suo tempo gestì i propri bilanci allegramente, fregandosene degli equilibri, dilapidando milioni di euro in becero assistenzialismo, omettendo di recuperare risorse attraverso un corretto prelievo fiscaleâ€.Â
“Se il Patto di Stabilità continuerà a ingessare il bilancio – conclude Ciambetti –, che futuro si prospetta per un’Amministrazione dinamica come la nostra, dotata di buona progettualità e capacità programmatoria? La risposta è che a tale prospettiva dobbiamo dire di no e dobbiamo opporci a quell’avvilente spettacolo in cui Regioni amministrate in modo disordinato e persino immorale, con indebitamenti spaventosi e con bassissimo prelievo fiscale, continuino a spendere senza scrupoli, vanificando l’impegno e l’onestà di chi rispetta le regole. Insomma, se non si modificheranno le modalità di applicazione del Patto, oltre al danno dei reiterati tagli continueremo a subire la beffa dell’impossibilità di utilizzare al meglio le nostre risorse: non è accettabile che questo sia il futuro di un Veneto che può e che deve continuare a crescereâ€.Â
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