Ciambetti: politica comunitaria beni culturali
Venerdi 20 Agosto 2010 alle 18:38 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, Regine Veneto -  "Affrontiamo il problema del finanziamento per i beni culturali, ma il Ponte dei Sospiri è stato profanato"
"Gli imballaggi di Christo erano provocazioni memorabili, ‘disturbi temporanei': la pubblicità che avvolge una delle prospettive più note al mondo, mutando lo scenario e la funzione del bacino di San Marco non è una provocazione, bensì una profanazione".
Roberto Ciambetti, assessore regionale al bilancio e agli enti locali, interviene nella polemica sollevata dal Fai sulla pubblicità che copre Palazzo Ducale e il Ponte dei Sospiri a Venezia. "Il Fai ha ragione da vendere - precisa - ma ciò non toglie che esista il problema economico-finanziario per la tutela dei beni culturali e non solo a Venezia. Pensiamo alle ville venete e ai costi che esse richiedono: il Villino Forni-Cerato a Montecchio Precalcino, opera del Palladio, sta andando in rovina e cito solo questo caso emblematico".
"Più che al Parlamento italiano - continua Ciambetti - penso al legislatore europeo che dovrebbe emettere delle norme precise e fornire agevolazioni verso gli enti pubblici e i soggetti privati che finanziano restauri e recuperi di beni culturali o di opere d'arte. Come esiste una politica comunitaria agricola, dovrebbe esistere una politica comunitaria culturale, che si faccia carico della memoria comune ed escluda, ad esempio, la spesa culturale dal Patto di Stabilità che oggi vincola in maniera rigida troppi enti locali".
"In Italia - conclude l'assessore - potremmo pensare di dar vita a un fondo alimentato con i beni sequestrati alle mafie. Per quanto riguarda, invece, impalcature e involucri, nulla vieta di sfruttare commercialmente tali spazi, ma ciò deve avvenire nel rispetto dei monumenti, dei luoghi e della memoria: non mi sembra che immaginare pubblicità artistiche per luoghi straordinari sia un azzardo; per il tempo necessario un'opera d'arte si veste di contemporaneo nel nome di questo o quello sponsor, diventa un altro ‘da sé' mantenendo tuttavia un valore elevato e una forte capacità comunicativa oltre che pubblicitaria. Come gli imballaggi di Christo, disturbi o provocazioni temporanee: chi compra questo spazio lega il proprio nome al restauro e a una nuova opera d'arte"
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