Ciambetti: per uscire dalla crisi Barcellona sceglie la primavera dell'autogoverno
Mercoledi 26 Settembre 2012 alle 15:43 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, Assessore regionale Lega Nord - "All'ottusità di Madrid, Barcellona risponde nel modo più democratico e trasparente possibile chiedendo ai catalani se vogliono appartenere allo stato spagnolo o se preferiscono la strada dell'autodeterminazione". L'assessore regionale del Veneto al Bilancio ed Enti locali, Roberto Ciambetti, commenta così le notizie che giungono dalla Catalunya dove il premier Mas ha dato una decisa svolta accelerando nel percorso indipendentista.
"E' chiaro - ha detto Ciambetti - che il rifiuto di Mariano Rajoy a rinegoziare il patto fiscale tra Madrid e Barcellona è stato il detonatore di una situazione che già con la travolgente partecipazione alla Diada dell'11 settembre, con oltre un milione e mezzo di catalani in piazza a reclamare l'Indipendenza, era chiaramente giunta al limite: quando l'ottusità del potere central-burocratico si scontra con la realtà , cioè con il bisogno di innovazione e modernizzazione, si giunge a questi scenari e trovo che la scelta del premier Mas di portare la giusta indignazione dei catalani verso un percorso democratico con il chiamare i cittadini alle urne sia una risposta civile e intelligente" Ciambetti sabato scorso era a Edimburgo dove ha partecipato alla manifestazione Yes Scotland prima marcia di tre previste da qui al 2014 quando si terrà il referendum per l'Indipendenza della Scozia dal Regno Unito. "La domanda di autogoverno sta raggiungendo elevati livelli qualitativi oltre che quantitativi con una grandissima presa in tutti gli strati della popolazione non solo in Catalunya - ha spiegato Ciambetti - Contestualmente gli apparati politico-burocratici centralistici mostrano tutti i loro limiti. Lo stato-nazione ottocentesco è tramontato e lo dimostrano le tutele imposte agli stati dalle varie troike o dalle grandi lobby bancarie che dettano l'agenda dei governi, impoverendo la cittadinanza, bruciando risorse che finiscono nei forzieri delle banche, distruggendo lo stato sociale senza creare alternative al declino. E' sconcertante come, dal Mare del Nord al Mediterraneo, dalla Scozia alla Catalunya, gli apparati centralisti-burocratici siano incapaci di affrontare le emergenze sociali oltre che economiche, mentre la propaganda che vorrebbe contrastare i processi di autodeterminazione usa gli stessi argomenti, da Nord al Sud dell'Europa con una povertà di temi e una debolezza culturale emblematica, segno dei tempi e del declino. Gli stati non tramontano perché vengono travolti dalle agenzie di rating: muoiono quando non possono assolvere alle funzioni per cui nacquero, quando dimostrano la loro incapacità ad agire, quando chiedono troppe tasse al cittadino senza dar nulla, o dando poco, in cambio. Nessun giudice - ha proseguito Ciambetti - affiderebbe la tutela di un figlio a un genitore che è finito a sua volta sotto tutela e ha bisogno di un tutore; se il figlio, poi, è maggiorenne e può bene garantirsi da vivere, è un dovere e un obbligo svincolarlo da un genitore che invece ha bisogno di un tutore. Madrid, che ha ceduto quote impressionanti di sovranità , oggi vive il declino e l'autunno del centralismo burocratico. Barcellona, invece, conosce la primavera dei popoli. A Edimburgo parlando con gli amici scozzesi, fiamminghi e catalani sabato scorso ho citato George Washington: ''Liberty, When it begins to take root, is a plan of rapid growth.' Credo che la primavera catalana segni la svolta di una rapida crescita della pianta della libertà , una pianta che non nasce negli spread o nei forzieri della banche, ma nel cuore e nella mente dei cittadini. Lo hanno detto più di un milione e mezzo di catalani l'11 settembre scorso"
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