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Ciambetti: pecunia non olet (il formaggio, quello vero, invece sì)

Di Citizen Writers Venerdi 10 Luglio 2015 alle 10:12 | 0 commenti

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Roberto Ciambetti, presidente Consiglio regionale Veneto

Fare il formaggio come si è fatto per secoli, con il latte munto, rispettando tempi e metodologie produttive dettate dall’esperienza e dalle singole caratteristiche di ogni prodotto, è un ostacolo alla libera circolazione delle merci.  Fare il formaggio con latte in polvere, invece, assolve alle esigenze del libero mercato. 

Questo lo dice l’Unione Europea:  l’euroscetticismo nasce anche da queste scelte che sono emblematiche di un modo di concepire l’Europa, un grande mercato dove storia e tradizioni. uomini e donne,  contano poco.

Il libero mercato in verità  libero non lo è più di tanto e considerato il ruolo e gli interessi della grande distribuzione e delle grandi multinazionali dell’alimentazione è facile immaginare chi sia l’ispiratore di scelte che non tutelano il cittadino consumatore e danneggiano il territorio.

La Nestlè ha un fatturato pari a 93 miliardi di Dollari: la Grecia, nel 2013, aveva un PIl complessivo pari a 246 miliardi di Dollari Usa, cioè 2,6 volte il fatturato della Nestlé.  Le dieci principali multinazionali del cibo a livello mondiale rappresentano circa 450 miliardi di dollari di fatturato annuo e 7.000 miliardi di capitalizzazione:  possono esercitare pressioni incredibili.  Pecunia non olet. Il formaggio, quello vero, invece sì.

Anche per i formaggi come per il vino vale il concetto di terroir, termine francese intraducibile con il quale si indica il rapporto di un prodotto con il suo territorio di origine.  E terroir significa anche profonde differenze di sapore, sensazioni, profumi. L’esatto contrario dell’omologazione dei sapori così perseguita dalle multinazionali del cibo. Terroir per tutte le derrate agricole di qualità, è una regione, una storia, una tradizione: il terroir è un aspetto unico dell’Europa dei cittadini, città, territori e Regioni.  Lo Champagne è un vino prezioso, la Champagne una provincia storica: possiamo immaginare la Francia senza Champagne?  Difendere i prodotti del terroir significa difendere un modello economico-produttivo che fa parte del nostro panorama fisico come culturale. Io arrivo da una parte del Veneto in cui la zootecnia è storia, si sviluppa nei prati stabili e irrigui di pianura, area di pregio ambientale, ma considerazioni analoghe, ad esempio,  potrebbero essere fatte per l’allevamento d’alpeggio con razze autoctone. Così come il Veneto ha la Burtlina o la Rendena, nel Mezzogiorno ci sono le varie specie della Podolica e ciascuna razza produce un latte particolare da cui si ricava un formaggio particolare.

Il latte in polvere è senza memoria, non ha tracciabilità, non nasce nella stalla e nella casere ma nei laboratori chimici. E’ anonimo e asettico.

Rispondere no alla proposta europea  non significa barricarsi in una sorta di sciovinismo alimentare. No, si tratta di scendere in campo a difendere il diritto del consumatore e di un sistema di allevamento e produzione: difendere l’ecosistema e la diversità, che è la vera forza culturale di una realtà variegata come quella europea.

Il formaggio fatto con latte in polvere non è formaggio. L’Unione Europea vuol dare libera circolazione a un prodotto fatto con latte in polvere? Trovi un bel nome, originale, divertente e così lo chiami e lo metta in vendita con tanto di spiegazione nell’etichetta “derivato  di latte (forse)  in polvere”.  

Anche così si difende l’idea di Europa dei popoli, delle Regioni, dei sapori e dei saperi diversi. In caso contrario, si difendono gli interessi di pochi gruppi e ristrette oligarchie. 

Ma allora, non chiamiamola Europa.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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