Ciambetti: la sinistra si autoassolve e accusa gli altri dei suoi stessi peccati mortali
Domenica 27 Gennaio 2013 alle 10:29 | 3 commenti
Riceviamo da Roberto Ciambetti, assessore regionale al bilancio, e pubblichiamo.
Da una parte la spending review, dall'altra i derivati Mps: in mezzo l'aumento delle povertÃ
La sinistra si autoassolve, accusa gli altri dei suoi stessi peccati mortali
No, il Montepaschi di Siena non è il "centro nevralgico dell'universo" né l'"ombelico del mondo" per continuare nella citazione da Jovanotti ma il segnale del declino del sistema Italia si. Per anni, l'intellighenzia di sinistra, i mass media e il sistema culturale che ruotano attorno ad essa, hanno accreditato con successo l'idea di una alterità e superiorità morale del centro-sinistra contrapposto alla disonestà diffusa o, nella migliore delle ipotesi, all'egoismo delle altre culture e forze politiche.
Grazie a questo meccanismo, la sinistra ha sempre fatto la predica aglio altri ma non ha mai fatto i conti con sé stessa assolvendosi sempre da ogni colpa e ancor oggi questo meccanismo difensivo emerge nel caso del Monte Paschi di Siena: se esistesse una proporzionalità tra peso economico del reato commesso e sue conseguenza nel partito, mi chiedo cosa dovrebbe accadere nel Pd rispetto a quanto accaduto in altre forze politiche. Nel caso senese non siamo davanti al caso delle feste trimalcioniane o i rimborsi spese per gelati e caramelle, fatti per altro odiosi, giustamente da condannare con l'allontanamento dalla vita pubblica di chi ha sbagliato, fatti sideralmente lontani dal caso e dal crack Mps. Non è solo l'entità della cifra in ballo, 4 miliardi di €, anche se questa risulta inquietante considerato che negli stessi mesi in cui lo stato salvava la banca senese, si imponevano tagli ai servizi sociali e alla sanità nelle Regioni, devastando i conti degli Enti locali, imponendo l'assurdo tetto del patto di stabilità anche ai piccoli Comuni. Da una parte la spending review, dall'altra i derivati: in mezzo l'aumento delle povertà , la distruzione del welfare state, l'impennata nella disoccupazione.
Sul mio tavolo di assessore regionale al Bilancio tra ritagli di giornale in cui la sinistra mi attacca per i tagli ai servizi sociali, al trasporto pubblico, alla formazione e persino alle sanità , le lettere di protesta di associazioni del volontariato e delle organizzazioni sindacali: mentre si alimenta il malcontento manovrando sapientemente alcuni attori sociali, a noi si tagliano i fondi, con i soldi presi a Regioni ed Enti locali con parte del gettito fiscale, si rifinanzia la banca del Pd.
Già di per sé questi sono comportamenti odiosi, aggravati dallo scenario in cui ci troviamo. Ma ancor più grave sapere che mentre altre forze politiche, come la Lega, con coraggio e dolore, magari anche con sbagli, hanno affrontato il rinnovamento e la pulizia nel proprio interno, altre continuano come se nulla fosse: le prese di distanza e i distinguo di Bersani e compagni dalla finanza rossa suonano come la sirena d'allarme di un sistema che non vuole cambiare e che sta trascinando il Paese che lavora e produce verso il baratro.
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