Ciambetti della Lega Nord: lo stato cura i conti ma non la salute dei cittadini
Lunedi 19 Agosto 2013 alle 11:38 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, assessore Regione Veneto  - La crisi economica presenta il conto nella salute dei cittadini e la politica dei drastici tagli e di austerità applicata in tutta Europa, Italia compresa, mostra i suoi danni.
E’ rimbalzata nella stampa la notizia dell’inspiegabile aumento delle morti in Inghilterra, circa  600 decessi in più a settimana rispetto alla media, tra gli anziani e gli ultra sessantaciquenni, con  una crescita  anomala dei decessi del 5 per cento nel 2012 per uomini e donne sopra gli 85 anni, mentre nelle prime 27 settimane del 2013 c’è stato un incremento complessivo del 5,6 per cento.Â
Numeri analoghi  anche da  altre parti del Vecchio Mondo: l’allarme viene lanciata dal British Medical Journal  in un articolo  intitolato "The curious case of 600 extra deaths a week", di  Nigel Hawkes. Â
Quali siano le cause di questi decessi è tutto da stabilire. Già  in passato la stessa rivista aveva posto molta attenzione al rapporto crisi economica-salute pubblicando uno studio di  gruppo di  ricerca dell’University of Oxford guidati da David Stuckler, nel quale venivano  evidenziati gli effetti sulla salute delle persone causati da tagli alla spesa sanitaria pari a circa 80 euro a persona.  Lo studio del gruppo di Oxford, condotto su 15 Paesi europei, Italia compresa, mise il luce il rapporto tra i taglia nella spesa sociale e nella spesa sanitaria dal 1980 al 2005:  80 euro in meno pro-capite nei servizi sanitari significano un aumento del 3,15% della mortalità legata ai suicidi, dello 0,82% dei decessi per tumori maligni e dello 0,28% dei morti a causa di malattie cardiovascolari; anche la sola riduzione della spesa sociale  determina un aumento della mortalità : tagli per 80 euro ai bilanci del welfare – spesa sanitaria esclusa -  corrispondono a un incremento di decessi correlati all’abuso di alcol del 2,8% e delle malattie cardiache dell’1,2% fino all’incremento del 4,34% per la tubercolosi.
Sempre British Medical Journal  nel marzo scorso aveva messo sotto la lente d’ingrandimento gli effetti delle politiche di austerità in Spagna proprio in questi ultimi mesi:  “Will austerity cuts dismantle the Spanish healthcare system� era il titolo di una ricerca che metteva in luce l’incremento di malattie infettive come Hiv e tubercolosi, con particolare situazione di rischio per gli anziani e aumenti di patologie legate all’alcolismo.  Anche Lancet, prestigiosa rivista scientifica, stabilì un nesso tra la crisi economica, l’aumento delle malattie mentali e infettive, lanciando l’allarme per quanto potrebbe accadere in Grecia.  Senza il cordone sanitario operativo le malattie infettive possono farsi largo e in anni in cui si risente parlare di malaria o di influenza aviaria il fatto è inquietante.
Da noi mancano studi dettagliati, ma la sensazione è che lo smantellamento feroce dello stato sociale voluto dal governo Monti e continuato con i tagli imposti da grigi burocrati alle Regioni nella spesa socio-sanitaria possa presentare un conto salato, salatissimo, pagato dai più deboli con effetti devastanti.  L’analisi di risparmi e contrazioni nella spesa pubblica sono emblematiche: burocrazia statale, ministeri ed  enti centrali sono stati solo e in minima parte sfiorati dalle politiche di contenimento della spesa, pagate invece da cittadini, enti locali, Regioni e Istituti di previdenza: nel decentramento è stato fatto gravare nel 2012 oltre il 73 per cento delle risorse recuperate grazie alla Spending Review e questa percentuale si stabilizzerà negli anni a venire attorno al 62-63 per cento, con le decurtazioni nella sanità a far la parte del leone, il tutto, non lo si dimentichi, mentre il Debito pubblico galoppa.  Ecco cosa accade, quando lo stato, anziché curare i cittadini cura e coltiva i propri interessi.
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