Chiusura punti nascita, Berti: assurdo dopo le recenti morti materne
Venerdi 8 Gennaio 2016 alle 16:13 | 0 commenti
Movimento 5 Stelle Veneto
Il Ministero della Salute vuole chiudere i punti nascita con meno di 500 parti all'anno. E nel Veneto finirebbero nel tritacarne delle norme nazionali centri fondamentali per il territorio come Pieve di Cadore, Asiago, Valdagno, Venezia, Chioggia, Trecenta e Adria. Con il rischio concreto di un allargamento della forbice anche a Belluno, Arzignano e Vittorio Veneto.
Jacopo Berti, capogruppo M5S e vicepresidente della commissione interviene a difesa dei punti nascita: “La scorsa estate ho incontrato il primario di pediatria e l’ostetrica di Asiago per supportare la loro battaglia contro la chiusura del punto nascita, allora voluto dalla Regione. Un reparto che ha continuato a funzionare solo grazie al personale che ci lavora. Ora ci si mette anche il ministro della Salute Lorenzin a chiedere la chiusura di questo e di altri sei punti nascitaâ€.
“Quello che chiediamo di evitare è innanzitutto il gioco allo scarica barile: è Roma a voler le chiusure, no è la Regione, e così via. Trovandoci poi con i punti nascita chiusi, senza che nessuno se ne assuma le responsabilità – continua Berti - per noi è importante che tutte le mamme di queste zone interessate possano continuare ad avere il loro punto nascitaâ€.
“Soprattutto a poche ore dalle tragedie che abbiamo vissuto, con due mamme morte in Veneto dopo esser state all'ospedale, ci sembra assurdo considerare tale evenienza. Pensando alle mamme in gravidanze a rischio, chiudere questi reparti significa condannarle a morte – sottolinea il capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale - una situazione di emergenza come il distacco della placenta richiede l’intervento in 30 minuti; una donna con questo problema non farà in tempo ad essere trasportata nell’ospedale più vicino, magari ad un’ora di strada come nel caso di Asiago. Davvero vogliono mettere a rischio altre mamme e i loro piccoli? Appena tre mesi fa, a seguito di un’ispezione ai cantieri, ho fatto un’interrogazione regionale per sapere a che punto fosse il progetto dell’ospedale di Asiago, visto che i lavori procedono a rilento, anzi ad intermittenza. Non ho ancora ricevuto risposte. Chiudendo l’ospedale o suoi reparti si lascia la popolazione della zona senza assistenza sanitaria. Si vuole creare un’emergenza per giustificare qualche project financing?â€.
Erika Baldin, consigliera regionale di Chioggia, interviene sul punto nascita della sua città : “Come sempre la questione è politica. Le deroghe ai 500 nati come requisito minimo vengono concesse soprattutto se volute dal politico influente di turno che si inventa le particolari peculiarità di quel territorio. Siccome a Chioggia arrivare ai 500 è difficile, la nostra proposta per il futuro può essere: per tutto il territorio lagunare, in presenza dei requisiti di sicurezza, l’abbassamento del numero a 450 o 400. L’ultimo dato certificato era appena sotto i 500 perché la regione non aveva ancora registrato i nati nel periodo natalizio fino al 31 dicembre. Il punto nascita di Chioggia ha tutte le carte in regola per restare aperto. Non capiamo e non accettiamo questa pressione per chiuderloâ€.
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