Quotidiano | Rassegna stampa | Categorie: Politica

Chi non sa gestire un giornale non può governare il Paese. Quindi chi sa gestirlo...? Il Fatto: Gramsci, un collega da riscoprire

Di Rassegna Stampa Domenica 9 Aprile 2017 alle 14:27 | 3 commenti

ArticleImage

Era un filosofo e un politico. Ed era anche, circostanza che a volte è ricordata a margine, un giornalista Antonio Gramsci di cui a fine mese ricorrono gli 80 anni dalla morte (si spense giovane, a 46 anni, il 27 aprile del 1937). Ma il fondatore de l’Unità, era anche un incredibile teorico del mestiere. Inteso, come poteva esserlo negli anni Venti del secolo scorso, anche come processo industriale, di formazione politica, di diffusione (e certo non doveva essere facile arrivare “alle masse” con un giornale scritto, pensando che un terzo del paese era analfabeta). Tra il 26 luglio 1910, quando compare un suo primo articolo su L’Unione sarda, all’8 novembre 1926, quando, parlamentare, fu arrestato con buona pace delle guarentigie democratiche, Gramsci scrive oltre 1500 articoli, molti di critica teatrale. Il libro "Antonio Gramsci. Il giornalismo, il giornalista" curato da Gian Luca Corradi per la giovane casa editrice Tessere (www.tessere.org), ne raccoglie 67, cui aggiunge lettere e riflessioni, oltre a una prefazione di rango come quella dello storico Luciano Canfora e una postfazione di spessore da un “veterano” del mestiere e del Pci come Giorgio Frasca Polara, già portavoce di Nilde Iotti presidente della Camera e per anni firma di punta della politica nel quotidiano comunista.

L’attività frenetica dell’intellettuale sardo, non si interrompe con il carcere. Il suo ragionamento è senso pratico. Pensiamo al “lettore”, elemento fondamentale di chi vuole fare un giornale. Per lui: “I lettori devono essere considerati da due punti di vista principali: 1) come elementi ideologici, ‘trasformabili’ filosoficamente, capaci, duttili, malleabili alla trasformazione; 2) come elementi ‘economici’, capaci di acquistare le pubblicazioni e di farle acquistare ad altri. I due elementi, nella realtà, non sono sempre distaccabili, in quanto l’elemento ideologico è uno stimolo all’atto economico dell’acquisto e della diffusione”.

Quello che oggi potremmo chiamare il “mercato” è ben chiaro al pensatore sardo, che ci tornerà con diverse riflessioni. “Non si può parlare di azienda giornalistica ed editoriale seria se manca (…) l’organizzazione del cliente, della vendita, che essendo un cliente particolare (almeno nella sua massa) ha bisogno di una organizzazione particolare, strettamente legata all’indirizzo ideologico della ‘merce’ venduta. È osservazione comune che in un giornale moderno il vero direttore è il direttore amministrativo e non quello redazionale”.

I giornali devono vendere. Ma non basta. Chiarisce più avanti: “Certo l’elemento fondamentale di fortuna per un periodico è quello ideologico, cioè il fatto che soddisfa o no determinati bisogni intellettuali, politici. Ma sarebbe grosso errore il credere che questo sia l’unico elemento e specialmente che esso sia valido ‘isolatamente’ preso. (…) Di una opinione la cui manifestazione stampata non costa nulla, il pubblico diffida, ci vede sotto il tranello. E viceversa: diffida ‘politicamente’ di chi non sa amministrare bene i fondi che il pubblico stesso dà. Come potrebbe essere ritenuto capace di amministrare il potere di Stato un partito che non ha o non sa scegliere (il che è lo stesso) gli elementi per amministrare bene un giornale o una rivista?”.

A vedere l’attuale situazione de l’Unità e del Pd, suo partito di riferimento, pare un tragico ammonimento postumo.

Gramsci si occupa di tutto: dall’analisi della stesura dei pezzi (il suo modello di chiarezza era la prosa del Manifesto del partito comunista di Marx ed Engels), all’acquisto della carta (per Ordine Nuovo suggerisce di non comprarla dalle cartiere ma recuperare “gli avanzi dei rotoli” da mercanti che li ritirano dalle tipografie), al contenuto del giornale: “È dovere dell’attività giornalistica (…) seguire e controllare tutti i movimenti e i centri intellettuali che esistono e si formano nel paese. Tutti. Cioè con l’esclusione appena di quelli che hanno un carattere arbitrario e pazzesco; sebbene anche questi, col tono che si meritano, devono essere per lo meno registrati”. Insomma, un collega da riscoprire.

di Eduardo Di Blasi, da Il Fatto Quotidiano


Commenti

Inviato Domenica 9 Aprile 2017 alle 19:15

Il titolo è perfetto! Da anni, il PD ha preso in carico L'Unità come organo ufficiale. Vende meno di 30 mila copie. Ha 35 dipendenti del Pd. Ha ricevuto finanziamenti per oltre 100 milioni di €uro, ma nessuno lo legge. Staino l'ultimo direttore è stato detronizzato dal Comitato di Redazione. Ma nonostante questo, lo si mantiene in vita, con i soldi dei cittadini, solo perché è stato fondato da Gramsci ? Via siamo seri qualcuno ci fa cassa altro che la classe operaia! Mala tempora currunt...tutti a casa! Amen.
Inviato Lunedi 10 Aprile 2017 alle 11:22

Bisognerebbe dirlo a Variati che si ostina ad amministrare una città, non sapendo nemmeno governare i servizi e lui sa bene quali!
Inviato Lunedi 10 Aprile 2017 alle 20:51

Tutti a casa! Le figuracce delle Nostre Ministre, sono ormai fuori corso:::Amen. Tutte mettono in vendita..la merce. Amen e cosi sia!
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network