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Che fine ha fatto

Di Redazione VicenzaPiù Domenica 20 Novembre 2011 alle 09:57 | 0 commenti

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Riceviamo da Italo Francesco Baldo, Presidente Associazione Impegno per Vicenza, e pubblichiamo.
Che fine ha fatto la sinistra italiana? Finito il comunismo che aveva amato fino a delineare la lotta armata, quando quella prospettiva stava morendo, ossia implodendo, la svolta della Bolognina con Occhetto che cercò in tutti i modi di riciclare almeno le idee principali della cosiddetta giustizia sociale, della tassazione proporzionale, della scuola solo pubblica, insomma i dieci antichi punti del Manifesto del Partito Comunista del 1848, che cosa è?

Tangentopoli che lambì il potere della sinistra diede la prima svolta. Si dovette appoggiare il governo e le tasse, anche sui conti correnti nella fatidica mezzanotte di Carlo Azeglio Ciampi. Ma il governo della Banca d'Italia doveva terminare di lì a poco, perché tutto avrebbe dovuto dare il potere alla sinistra. La discesa in campo di Berlusconi, il suo peccato originale, determinò la nuova sconfitta, cocente ... ad un passo del potere. Durò poco e nuovamente il potere della Banca d'Italia con Dini. Il tentativo allora da parte della sinistra fu compiuto con l'aggregazione Prodi, ritentata per ben due volte e fallita altrettanto. Il popolo italiano raccoglieva la sfida al cambiamento di Berlusconi e intanto la sinistra masticava amaro, anzi amarissimo. La legge elettorale Mattarellum aveva pur consentito qualche vantaggio, ma il suo cambiamento in Porcellum significava comunque la sconfitta della sinistra, che invece di aggregarsi realmente, si frantumava nel famoso programma di circa 300 pagine, che nessuno ha letto per intero. Il vantaggio del porcellum, va detto, è che tutte le piccole aggregazioni i cosiddetti "aghi della bilancia" non avevano più voce in capitolo, ne restavo due, quello di Di Pietro e quello di Casini, ma una tornata ancora di porcellum avrebbe consentito quella definitiva prospettiva di bipartitismo che è necessaria come l'acqua alla politica italiana. La crisi economica, superata abbastanza bene nei primi tempi, ha, grazie alla politica dei Francesi e dei Tedeschi uniti insieme a qualche potere non certo debole, imposto che tutto si muova nella direzione francese e tedesca. Un po' come fu per l'euro. Accanto alla sinistra ecco ora comparire poteri fortissimi europei, istituzionali e sovraistituzionali, che decretano la fine del governo voluto dal popolo italiano. Non elezioni, ma antico modello da prima repubblica, come si dice. Il Presidente dello Stato in prima persona tratta in anticipo gli scenari, ma essendo il capo della sinistra, che gioca bene a fare il capo di tutti, non viene contestato, anche quando lascia dubbi, si muove molto bene dicono gli interessati. Nessuno, nemmeno il fustigatore della casta Gian Antonio Stella, contesta che si elegga un senatore a vita, aumentando la casta. Mario Monti poteva fare il capo del governo anche senza essere senatore, ma il principio solo noi comandiamo, ossia noi della casta, ha prevalso. Speriamo che non sia solo una spesa, se dovesse cadere a breve. La sinistra ora è alleata coi poteri forti, quelli stessi che dalle colonne dei giornali economici inglesi plaudono alla fine di Berlusconi. Il triangolo ora è equilatero, la sinistra, la Banca d'Italia, i poteri forti europei, ma temo che questo triangolo in realtà diverrà isoscele, e la base, la piccola sinistra italiana per idee e prassi, finirà come base a dover giustificare tutto quello che verrà imposto dagli altri poteri forti. Non avrà nemmeno più la soddisfazione di alzarsi fin dalle 6,30 del mattino su Radio Tre e parlare male di Berlusconi. Finito il nemico la sinistra che farà, cercherà di salvare il suo sistema di guadagno messo recentemente in pericolo in Lombardia? Le conseguenze di quel crack sarebbe gravi per tutto il sistema economico messo in piedi da D'Alema e Bersani. Resterà a consolazione una sinistra minore e minoritaria che conserverà gli antichi riti, modernizzati come a Roma recentemente. Nemmeno Vendola che ancora usa terminologie di due secoli fa potrà far risorgere la sinistra. Si chiuderanno così le vicende del partito voluto da Antonio Gramsci. Una fine ingloriosa in casa proprio di colui che si sarebbe dovuto sconfiggere, ossia il capitalismo.

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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